|
DANGERS
ROOMS
(Stanze
del pericolo)
New
X-Men 117
di
Morrison
- Van Schiver
su
GIXM
# 20
Marvel
Italia
|
Ok, cominciamo
con un piccolo ripasso. Cos'è un mutante? Essenzialmente
un diverso. Diverso a livello genetico, così profondamente ed inevitabilmente
riconoscibile da non poter aspirare ad una vita comune. In realtà
il concetto di mutante risultò piuttosto pretestuoso in casa Marvel:
un po' assurdo che eroi che acquisiscono poteri casualmente vengano venerati,
laddove quelli che sono nati con tali anomalie vengono perseguitati...
Ma leggendo fumetti di supereroi, qualche concessione al limite del credibile
deve pur essere sopportata. Lo stigma del mutante è servito nel
tempo a trattare tematiche scottanti quali il razzismo, lanciando le storie
degli X-Men in una dimensione inevitabilmente più filosofica, sempre
sul confine di ciò che il fumetto supereroistico è stato
nel corso degli anni.
Spero
converrete che l'abbandono del sovrano Chris Claremont, vero creatore
della tematica mutante ("Dio ama l'uomo uccide"), ha lasciato decadere
l'aspetto più intimistico della questione per favorire le tematiche
più principalmente legate al mondo dei supereroi. In particolare,
se analizziamo quegli eroi che sarebbero dovuti essere più direttamente
esposti all'odio razziale, nel corso del tempo l'appiattimento divenne
pesante... tanto che decadeva qualsiasi sostanziale caratterizzazione del
mutante al di là della classica battuta "Loro ci odiano, noi li
salviamo". Penso in particolare a Bestia: scienziato di fama internazionale,
fidanzato di una nota giornalista televisiva, membro di riserva del supergruppo
politically correct dei Vendicatori. Ed anche ricoperto da una folta pelliccia
blu. Stranamente, l'odio razziale che si sarebbe dovuto far più
pressante su di lui, che avrebbe dovuto prepotentemente dominare la sua
vita, è sempre stato accenna- |
|
to
ed a malapena ritagliato in timide introspezioni. Tanto che ormai, soprattutto
nei lettori più vecchi, il suo essere una bestia blu non aveva alcuna
connotazione mostruosa, aveva perso la originale valenza stigmatica. Penso
che si spieghi in tale logica la decisione dell'autore Grant Morrison
di far evolvere l'aspetto del personaggio, portandolo indietro nella scala
evolutiva al livello di un pesante felino. Il parallelo con la Bestia di
Walt Disney non mi sembra difficile: e in effetti le problematiche dei
due personaggi rischiano di divenire sempre più simili. Hank McCoy
(vero nome di Bestia, per chi non lo sapesse) affronta in questa storia
le conseguenze della sua involuzione, ora che improvvisamente tutti sembrano
finalmente accorgersi che è una bestia di nome e di fatto. Per quanto
paradossale, mentre prima veniva visto come un simpatico pelouche blu,
ora il suo aspetto è rivoltante, il suo alito insostenibile, la
sua stessa umanità |
|
|
fortemente
provata. Trovo geniale l'abilità espressa dallo scrittore nella
decisione di attuare un simile cambiamento: ha sostanzialmente utilizzato
un espediente narrativo tanto in voga (l'evoluzione dei poteri) per rendere
evidente ciò che per lui era già lampante, ovvero la mostruosità
del personaggio. Così tanto i nuovi lettori che i vecchi aficionados
devono confrontarsi con ciò che in realtà McCoy avrebbe sempre
dovuto rappresentare: il mostro, il freak. Non voglio anticipare le umiliazioni
alle quali il personaggio viene sottoposto, vi basti sapere che affronta
un lento declino attraverso il quale tutto ciò che lo aveva caratterizzato
finora viene messo in discussione. Spogliato degli appigli alla sua umanità,
deve scoprire nel profondo del suo animo se |
|
quello
che è diventato, se quello che in sostanza appare agli altri, basti
a definirlo un essere umano. Il conflitto sociale, tanto caro allo stigma
nelle sue implicazioni nelle dinamiche sociali, lo pone di fronte alla
scelta di rifiutare l'etichetta di animale che gli viene affibiata (cercate
di ricordare mentre leggete che qui il cattivo non è mai di per
sè rilevante, ma è solo espressione della società
che lo ha generato) o di affermare la propria umanità laddove la
società stessa non sembra disposta a riconoscerla. Il personaggio
di Becco, nuovo ospite di villa Xavier, continua il processo di stigmatizzazione
del mutante, abbandonando i bei poteri alla Superman in favore di mutazioni
da circo, più in linea con la dimensione socialintrospettiva che
questa serie sembra aver |
definitivamente
intrapreso. Il confronto tra il vecchio Bestia e il giovane Becco è
interessante, mette in luce la sensibilità dell'insegnante mostruoso,
ricordandoci che sotto la nuova pelliccia batte pur sempre il buon cuore
dell'affezionato Hank. Affascinanti anche le conseguenze dirette della
dichiarazione di Xavier della
sua
mutazione, che ha portato la villa dimora degli X-Men ad essere assediata
da picchettatori e giornalisti, pronti per scopi egoistici o per cieca
presunzione morale ad esprimere la propria opinione sulla controversa scuola
per giovani dotati. Gli altri personaggi vengono ovviamente addombrati
dalla presenza prepotente sul palco delle vicende di Bestia, ma nei piccoli
ritagli vengono approfondite alcune questioni annose come la rinnovata
passione tra Fenice e Wolve- |
|
rine
o l'intrigante rapporto "glaciale" tra Emma Frost e Ciclope. Certamente
altrettanto rilevante, ma su un piano più strettamente narrativo,
l'aggiunta di dettagli chiarificatori sull'identità di Cassandra
Nova e sui suoi piani a venire. Per quanto riguarda il lato artistico è
da segnalare l'arrivo alle matite di Ethan Van Schiver, al quale
la serie viene affidata in pianta stabile. Infatti lui e Quitely
si alterneranno ai disegni proponendo archi narrativi completi, eventualmente
affiancati |
|
da disegnatori
ospiti. Il suo lavoro in questa storia mi sembra di alto livello, in linea
con quanto svolto nei mesi scorsi dal suo collega ma allo stesso tempo
personalizzato. Ho solo un appunto sullo storytelling, che non mi è
sembrato particolarmente efficace nella sequenza tra Wolverine e Fenice.
|
Essendo
però il suo primo lavoro in tandem con Morrison, è probabile
si tratti solo di una momentanea difficoltà. Un plauso invece per
la sua rappresentazione di Bestia, sempre espressiva ed energica, senza
mai scadere nel tentativo di "umanizzarne" le fattezze tanto in voga nei
tempi che furono (perchè una scimmia pelosa avrebbe dovuto avere
espressioni e capelli tipicamente umani?). Un buon lavoro di squadra
quindi, capace di non deludere i nuovi lettori attirati dallo sconvolgente
"E come Extinzione". Se il primo |
|
ciclo
infatti segnava la rottura dalle vecchie tematiche narrative, questo nuovo
episodio dà il via alla nuova dimensione del fenomeno X-Men, fortemente
riflessiva ed incentrata su tematiche di largo respiro. La scelta di riaprire
la scuola agli studenti, seppure in linea con il film X-Men, rappresenta
un interessante passo in avanti: non |
più
X-Men allevati per combattere minacce mutanti, ma per sostituire il loro
insegnante nel ruolo di guide delle nuove generazioni X. In conclusione
una storia interessante, ricca di spunti e particolarmente attenta alla
psicologia dei personaggi che coinvolge, ennesima riprova dello spessore
di questi supereroi che nelle mani giuste sembrano avere ancora molto da
dire. Assolutamente sconsigliata ai fan dell'azione a tout court ed a chi
pensa che fare introspezione significhi narrare le origini di un personaggio.
giugno
02 |