Mi rendo conto che i fumetti
non si scrivono per gli appassionati che li seguono da lustri, si scrivono
per il mercato, per venderli e venderli possibilmente bene. Così
come capisco la difficoltà - spesso enorme - per gli eventuali nuovi
lettori che si accostino per la prima volta a personaggi che già
da decenni si muovono e agiscono in un universo ben strutturato: ogni tanto
provo ancora a comprare qualche albo supereroistico Marvel e la
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difficoltà di comprensione
è davvero notevole: meno male che c'è la Rete a tenermi aggiornato!
Proprio su questa difficoltà, a mio parere, dovrebbe esplicarsi
la bravura degli scrittori: scrivere belle storie, con riferimenti godibili
dai fan più accaniti e comprensibili (almeno un po') anche dai neofiti.
Se poi scatta l'interesse e l'amore, sarà inevitabile il
procurarsi un po' di arretrati, cercarli, sudare e godere del risultato:
questo vuol dire appassionarsi a una serie, no? Chi dice che per godere
di buone storie sia necessario per forza cominciare a leggere sempre e
tutto dal Numero Uno? Molto spesso il bello di certi personaggi e storie
è proprio questo labirinto di sottotrame, enigmi, passioni, sentimenti
e tempo-che-scorre. |
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Oppure si producano solo albi one-shot,
rinunciando così allo splendore della serialità, che però
incanta ancora moltissimi lettori. Con tutto ciò non voglio dire
che Bendis , che trasmuta in oro tutto ciò che tocca, sia un cattivo
scrittore, tutt'altro! I dialoghi di questo Ultimate Spiderman numero uno,
per esempio, sono ottimi, e Bendis ha già dimostrato di essere uno
scrittore di fumetti valido e appassionato. Non dubito quindi che abbia
chissà quali sorprese nel cappello e si può essere certi
che farà un buon lavoro per questo nuovo Uomo Ragno. |
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Nonostante queste garanzie
continuo a pensare che l'idea di azzerare e ricreare dal nulla un'icona,
un vero e proprio Mito della cultura popolare come Spiderman, sia un'operazione
esclusivamente commerciale e, fumettisticamente parlando, poco condivisibile.
Mi viene in mente il lavoro fatto dal grande Peter David per Hulk,
nei tempi d'oro: il
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geniale scrittore ri-creò
un Bruce Banner/Hulk/Mr Fixit modernissimo, appassionante e divertente
e fece tutto questo senza reinventarsi le origini del personaggio né
collocarle nel "presente". Quando leggevo, godendomelo molto, l'Hulk di
Peter David non ho mai provato il disagio che mi ha invaso nel leggere
questo Ultimate Spiderman, la sensazione cioè di leggere nient'altro
che la Next Big Thing senza troppa anima unita alla preoccupazione di vedere
personaggi a me cari (anche se non troppo frequentati ultimamente...) trasformati
in quelle che mi sono parse quasi macchiette ricreate ad hoc per deliziare
occhi |
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sicuramente più giovani dei
miei. Ultimo appunto per i disegni di Mark Bagley. Perfetti, modernissimi
(uff...), dinamici, belli. Lo conosciamo tutti, Bagley. Ma quel ragazzino
col ciuffo sugli occhi non è comunque il Peter Parker che conosco
io. Uno dei motivi per cui leggo sempre meno fumetti supereroistici è
che, parere ovviamente supersoggettivo, non sopporto quel tipo di colorazione
da mal d'occhi, da alcuni definita "iperrealistica"; so di essere in minoranza
e non me ne lamento affatto. Molto simpatico comunque l'omaggio all'autista
capellone dello scuolabus di Springfield! |
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Orlando Furioso
maggio 2001 |