SEVERANCE
PACKAGE
("Trattamento
di fine rapporto")
di
Greg Rucka - Eduardo Risso
L'UOMO
RAGNO # 71 nuova serie (343)
MARVEL
ITALIA
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Indubbiamente
la testata italiana L'Uomo Ragno sta divenendo uno dei prodotti
più interessanti del mercato fumettistico. Dopo anni di stagnazione
narrativa, la recente direzione Quesada e l'hype legato all'uscita dell'omonimo
film sembrano aver donato nuova linfa al nostro arrampicamuri di quartiere.
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Così
mentre Straczynski riscrive il mito dell'Uomo Ragno, Jenkins
esplora la vita di Peter Parker e la sua ritrovata seconda adolescenza,
trasformando la serie in una sit-com alla Friends, infarcita di situazioni
comiche e di riflessioni autocritiche sulla vita di un supereroe separato
a New York senza un soldo in tasca e con una dannatissima zia petulante
da accudire. Tangled Web invece si inserisce tra le varie ragno-testate
come elemento di contorno, dedicata all'approfondimento di temi marginali
ed indipendenti, quasi una serie accessoria si potreb- |
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be
dire. Ma come spesso accade, proprio qui dove il clima dovrebbe essere
più rilassato si respira l'atmosfera elettrica della creazione,
quel particolare sapore salino che scende dritto nei polmoni e causa nel
lettore impreparato un sussulto di inatteso compiacimento. La storia in
questione, Severance Package (Trattamento di fine rapporto),
è un piccolo gioiellino narrativo impreziosito dai testi di Greg
Rucka e rifinito dalle matite di Eduardo Risso (artista del
quale ammetto -ahimè- di aver ignorato l'esistenza fino a questa
storia). |
Premetto che se siete fan del Ragno attirati dal film o memori delle sue
più tradizionali avventure, questa storia vi lascerà con
l'amaro in bocca. In essa l'Uomo Ragno non compare affatto. Rappresenta
solo un elemento marginale, un pretesto per introdurre la Storia con la
S maiuscola, il piccolo grande spettacolo che per questo mese strappa il
palcoscenico al supereroe. Chi è Kingpin? E' uno dei grandi cattivoni
della Marvel, avversario storico dell'Uomo Ragno e di Devil, signore della
malavita di New York.
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Personaggio
piuttosto banale nella silver age, ha assunto via via valore tanto nella
vita del diavolo rosso (fino a divenirne l'arcinemico) quanto in quella
del tessiragnatele, di cui è stato un cospicuo avversario per buona
parte degli anni '80. Pur non rivestendo un ruolo così determinante,
la sua presenza e quella della sua organizzazione alleggia tuttora sulle
avventure del Ragno. Wilson Fisk (questo il suo vero nome) è conosciuto
oltre che per le sue doti fisiche notevoli che gli hanno permesso di tener
testa a diversi superesseri, per le sua indubbia forza psicologica, capace
di piegare i suoi avversari e di sottometterli solo con uno sguardo. La
sua stessa organizzazione è gestita in modo assolutamente efficiente,
perchè ogni suo dipendente |
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sa
che con Kingpin nessun errore è ammesso. Ed è da questo presupposto
che prende il via la nostra storia. Tom Cochrane è un uomo medio
americano. Una casa in periferia, un bel lavoro, una moglie e due figli.
Un uomo sui quaranta, come tanti altri. Tranne che per un piccolo particolare.
Tom non lavora per un uomo qualunque. Lavora per Wilson Fisk. E quando
dal notiziario delle undici viene a sapere dell'ultima eroica azione dell'Uomo
Ragno, di come abbia sventato un traffico illegale di armi, Tom non è
felice. Non è fiero di essere americano, non applaude alla nobiltà
del supereroe. Perchè Tom sa in quel momento che la sua vita è
finita. Questo significa |
lavorare
per Wilson Fisk: non sbagliare. Un'organizzazione efficiente non ammette
sbagli, o stai al passo o sei fuori. Solo che la liquidazione non consiste
in una rendita vitalizia o in un pacchetto azionario. L'intera storia è
sostenuta dal lento avvicinarsi dell'inevitabile conclusione, che grava
come una spada di Damocle sulla testa di Tom Cochrane. Si potrebbe vedere
in tutta la vicenda una dissacrante critica al sistema americano, alla
sua sete di successo che persegue l'efficienza sopra l'efficacia, sacrificando
l'individualità e
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l'umanità
in favore di una logica scientifica dell'organizzazione del lavoro. Quanti
manager vedono finire le loro brillanti carriere solo perchè miopi
azionisti non sanno interpretare gli esogeni flussi e riflussi della borsa?
Ma lasciamo ad altra sede la critica al sistema, in fondo stiamo pur sempre
parlando di una storia a fumetti (ma siamo poi così sicuri che il
media prescelto debba per forza predeterminare la portata del messaggio?).
Fedele alla più recente tendenza dei comics (che a mio avviso sta
però diventando una lenta involuzione stilistica, |
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almeno
dove se ne abusa), il racconto risulta scevro di didascalie, preferendo
un approccio alla vicenda chiaramente cinematografico. I dialoghi divengono
quindi il cardine della narrazione, sostenuti dall'espressività
e dall'implicita verosimiglianza dei disegni. Proprio dal lato più
strettamente artistico, l'uso abbondante e generoso di ombre e chiaroscuri
si sposa perfettamente con l'atmosfera drammatica della vicenda, suggerendo
e sottolineando la tensione drammatica che si annida nelle dure e silenti
espressioni di dolore dei personaggi. |
L'atteggiamento
sereno e pacato del protagonista fa da contraltare a quello isterico ed
emotivo della moglie, incapace di accettare il destino incombente come
lato oscuro della medaglia, contraltare della vita di cui ha goduto fino
a quel momento. E' infatti questo che rende Tom un professionista: la capacità
di anteporre le esigenze dell'impresa a quelle personali. Un impiegato
modello, con l'unico neo di aver sbagliato una sola volta. E Kingpin, si
sa, non ammette sbagli. L'unico personaggio comprimario della
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vicenda,
un collega di Tom, risulta un po' monocromatico nella sua giovanile caratterizzazione,
ma funziona nel complesso come mero elemento di approfondimento del profilo
del protagonista. Il punto caldo della vicenda è ovviamente l'incontro
con Kingpin, momento cruciale in cui l'uomo incontra il metaforico ragno
pronto a divorarlo, incarnazione stessa di quella ragnatela-organizzazione
sociale (animale anch'esso ma di ben più vaste dimensioni) che lo
aveva già catturato. La responsabilità, la fedeltà
al proprio ruolo, diviene l'argomento di discussione. Fino all'ultimo ci
si attende la ribellione, l'ultimo atto di disperata umanità che
rivendichi il diritto dell'essere umano alla sopravvivenza, diritto che
non può essere oppresso dalla responsabilità, dal desiderio
di abnegazione. Ma nel confronto si scontrano i due animali sociali, si
contaminano gli intenti. Vinti e vincitori non hanno le chiare connotazioni
della storia supereroistica, individuare un buono in senso assoluto è
pura presunzione. Le connotazioni morali non appartengono al mondo della
criminalità, forse neppure appartengono al mondo del lavoro. Ma
anche all'apice dell'organizzazione, al centro della ragnatela, quello
che batte è sempre il cuore dell'uomo. E se l'efficienza diviene
un dovere imprescindibile, la responsabilità di contravvenire alle
regole dell'organizzazione è la primaria riaffermazione di un'umanità
che non può essere sepolta. Perchè in fondo, fatte le opportune
distinzioni, |
anche
i criminali sono uomini come tutti. Un'infinità di sfumature di
grigio il cui reale colore sfugge alle nostre percezioni inevitabilmente
distorte. Una storia riflessiva, intimistica, lontana dai standard supereroistici.
Forse stupisce la sua collocazione nella testata più tradizionale
del parco Marvel, vera bandiera della casa editrice nel mondo. Sicuramente
è il sintomo più evidente che qualcosa sta cambiando, che
stiamo prendendo parte ad una profonda crisi del genere che si interroga
sul suo senso più profondo, sulla sua capacità di raccontare
storie accattivanti e di attrarre nuove generazioni. Ma allo stesso tempo
capace di inseguire un pubblico più adulto e sofisticato, cresciuto
con questi eroi ed affezionato ad essi, e probabilmente pronto ad interrogarsi
su tematiche di più ampio respiro del banale confronto eroe/criminale.
Una storia da leggere, da rileggere, da ricordare. Da fare leggere a chi
odia i comics, da regalare a chi vive di soli manga. Una storia che nel
suo piccolo insegna che oltre al costume c'è di più.
giugno
02 |