Peter Hogan,
testi – Steve Parkhouse e Dick Giordano, disegni
(consulenza
di Neil Gaiman)
brossurato,
colori, un centinaio di pagine
Magic Press,
2001 - Lire 15000
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Conoscete
tutti Hettie La Matta, non è vero? L'abbiamo vista in giro, ne abbiamo
immaginato l'acre odore, abbiamo intuito qualcosa sui suoi strani poteri.
Ma è in questo bel volume che scopriremo quanto possa davvero essere
potente, Hettie La Matta. La sua parola pare sia ascoltata anche da Chi,
per gli umani, non ha che compassione e forse disprezzo. Beh, Hettie ci
sa davvero fare: conosce molti Regni, gioca col Tempo, custodisce Tesori...
Questo nuovo volume della collana Sandman Presenta edito dalla sempre-più-amata
Magic Press, oltre a essere molto bello e caldamente consigliato
(lo si divora bene, è altamente digeribile e dopo se ne vuole |
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ancora), ha
un'importante peculiarità: può essere letto e ben fruito
anche da chi poco bazzica per i sentieri di Sandman -o per quelli Vertigo
in generale. Certo solo gli habitué ne godranno appieno i riferimenti
e i rimandi; ma anche il lettore che -vivaddìo!- volesse occasionalmente
accostarsi al mondo di Dreaming per la prima volta, non resterà
spiazzato. Potrà godersi la storia, bellissima (anche se forse risolta
un po' in fretta), senza patemi di continuity. Tutto ciò, ogni tanto,
è una gran bella cosa, anche per noi fanatici della serialità.
Eppoi chi non sente il fascino dei viaggi nel Tempo?... “Salmon. Brian
Salmon. Come sono arrivato qui?” Già: come è arrivato fin
qui Brian Salmon? |
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C’entra per
forza Hettie La Matta, specialmente quando il “qui” non s’intende come
luogo fisico, ma temporale; certo, sempre di strade e percorsi si tratta,
anche se molto, molto pericolosi. Muriel Jenkins, dottoressa Jenkins, psicologa
docente all’università e –come tiene a precisare- “non junghiana”
(si sa, gli junghiani sono più, come dire, possibilisti?), dovrà
fare i conti con realtà e mondi sconosciuti, si troverà suo
malgrado a fare da guida a Brian, riconsidererà tutte le sue precedenti
concezioni, la pecezione della realtà. La vera protagonista del
racconto –oltre a Hettie, s’intende- è proprio lei, dottoressa Muriel
Jenkins, un personaggio al quale viene istintivo affezionarsi e che, una
volta finito di leggere la storia, non si potrà non desiderare di |
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reincontrarla.
Da qualche altra parte, in qualche altro tempo, in qualche altra storia.
Oltre a Muriel,
Hettie e Brian (Il Ragazzo Perso), incontreremo di sfuggita un paio
di Eterni, Fate, Magia, creature e locande incantate e, come consulente,
Neil Gaiman che guarda e osserva –non visto- da dietro lo specchio. Tutto
ciò dovrebbe essere garanzia di qualità e in questo specifico
caso, lo è. Difficilmente la Magic Press delude le aspettative e
se inavvertitamente prende qualche cantonata (ben poche, in verità),
credo sia sempre in buona fede. D'altronde l’affezione, la stima e il vero
e proprio amore che questa Casa Editrice è riuscita a suscitare
tra i lettori è prova sufficiente della bontà e qualità
delle sue proposte, anche se –purtroppo- non sempre elevata qualità
fa rima con vendite stratosferiche. |
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Tornando alla
storia: in realtà forse non è vero che “è risolta
un po’ in fretta”, è solo che cento pagine non bastano mai ad accontentare
la voglia di addentrarsi sempre più in quei mondi così
affascinanti e incantati… Peter Hogan, comunque, ha fatto davvero
un bel lavoro, tratteggiando con delicatezza e incredibile vitalità
i personaggi de Il Ragazzo Perso, così come ha fatto per i comprimari,
i luoghi e le emozioni. Sugli autori di questo volume ci vorrebbero pagine
e pagine per essere anche solo un minimo esaustivi… |
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Peter Hogan
(ma sarà lo stesso che scrive biografie musicali? Queen, R.E.M.
ecc.?) ha già scritto per The Dreaming e vanta collaborazioni sparse
per il mondo di Sandman. Ne Il Ragazzo Perso dimostra la sua ottima qualità
di scrittura, spero di leggerlo ancora. L’inglese Steve Parkhouse
può gloriarsi di lavori e collaborazioni molto eccellenti: scrittore
e disegnatore per la serie Doctor Who, per la rivista 2000 AD e per la
rivista Warrior; |
insieme ad
Alan Moore ha avuto la nomination al 1994 Eisner Award per "Complete Bojeffries
Saga", edito dalla Kitchen Sink. Amico personale del grande Barry Windsor
Smith, Steve Parkhouse deve proprio a lui la decisione di lavorare per
gli States e così la sua carriera si arricchisce di lavori per Hellblazer,
The Invisibles, Sandman, Star Wars ecc. Certo, c’è anche una macchia
nella carriera di Parkhouse: per la Marvel ha scritto alcuni numeri dei
Transformers! Ne Il Ragazzo Perso Peter Parkhouse riesce molto bene a rendere
le diverse epoche presentate nel racconto, sia a livello di architettura
di esterni che di design e le sue caratterizzazioni dei protagonisti risultano
credibili e umane (quando si tratta di umani, s’intende…). |
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Per Dick
Giordano, invece, ci vorrebbero come minimo dieci pagine solo per un
mero elenco dei suoi impeccabili lavori. Ha lavorato per le maggiori case
editrici, la sua carriera nel mondo dei comics inizia nei lontani anni
’40 ed è giustamente considerato uno dei dieci migliori inchiostratori
al mondo. Suo il motto: “Se non sai disegnare, non puoi inchiostrare”.
Impossibile per qualsiasi lettore di comics non aver mai incrociato le
sue magnifiche tavole inchiostrate e anche ne Il Ragazzo Perso è
ammirabile il suo lavoro, specialmente nelle scene notturne: nulla è
lasciato al caso e anche l’inchiostratura dei dettagli è mirabile.
Daniel Vozzo colora “a la Sandman”: colori essenziali, piatti, molto
efficaci. (d’altronde non tutti impazziscono per Alex Ross). Ottimi autori
per un bellissimo volume, caldamente consigliato.
Orlando
Furioso
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Giugno 2001 |