L’ULTIMA TENTAZIONE
di Neil Gaiman
e Michael Zulli
cartonato, 102 pagg
Lire 26000
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“…la mia intenzione
era creare qualcosa che fosse, essenzialmente,
l’equivalente fumettistico
di una serie di singoli pop:
niente di troppo profondo, né
di troppo ambiguo”
Neil Gaiman – dall’Introduzione
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L’ULTIMA TENTAZIONE è
un volume a fumetti scritto da Neil Gaiman con l’aiuto di Alice
Cooper, rugginosa rock’n’roll star autore di alcuni ottimi album nei
gloriosi Seventies (se ami il genere, s’intende). Per il racconto Alice
ha fornito alcune idee e soprattutto lo spunto del suo stesso personaggio,
la sua immagine; Neil Gaiman in compenso ha fornito ad Alice il “concept”
per il suo album di ennesimo ritorno alle scene, intitolato ovviamente
“The
Last Temptation”, datato 1994, con cover –ricodiamo- di Dave McKean.
Il racconto a fumetti nato dalla collaborazione tra Gaiman e Cooper, datato
anch’esso 1994, è un’operina horror dal gusto un po’ retrò,
una fiaba forse un po’ scontata, ma assolutamente deliziosa da leggere. |
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Il ricordo è corso subito
a quel meraviglioso libro che è
“Il Popolo dell’Autunno”
di Ray Bradbury, rimando che –voglio credere- è stato fortemente
voluto da Gaiman stesso. Sì, perché le attinenze col sottovalutato
capolavoro di Bradbury sono davvero molte; ma in fondo, da scrittore a
scrittore, quale omaggio è più sentito dell’affettuosa
citazione al Maestro? Come riporta la frase in apertura di questo scritto,
Gaiman è conscio di non aver scritto la sua migliore opera e personalmente
posso ben immaginare e comprendere quanto ossigeno possa dare ad un Autore,
l’uscire dai suoi abituali (e faticosamente mantenuti) standard, per lasciarsi |
andare a una scrittura più
canonica, più “leggera” non per tematiche, ma per stile. Insisto,
però, sull’intrinseca bellezza de L’ULTIMA TENTAZIONE: un racconto
sulla crescita, sui demoni tentatori, sui fantasmi e le paure del proprio
futuro, su teatri invisibili, purché scritto da Gaiman è
deliziosamente leggibile di per sé. Steven, il protagonista del
racconto, si trova davanti a un non invidiabile bivio: crescere e affrontare
dunque l’orrore di un mondo che non ha nulla da offrire a chi non nasce
già fornito di privilegi e conforts, oppure rinunciare ad affrontare
i propri fantasmi e le proprie paure per diventare egli stesso un fantasma
che incute paura, rimanendo eternamente nel Teatro Del Reale. Il
risultato, "scontato" finchè si vuole, non diminuisce comunque il
piacere |
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della lettura, che fa bene al cuore
e forse fornisce anche una piccola rassicurazione sulle scelte fatte da
ognuno di noi. Un Peter Pan capovolto, perfettamente comprensibile e nel
quale è forte il senso d’identificazione, perché sia Gaiman
che ogni lettore sanno bene che “Steven” è ognuno di noi. Steven
è davvero il tipico, ordinario ragazzo; mano a mano che la storia
si snoda le reazioni e i comportamenti di Steven divengono, però,
un po’ meno ordinari. L’Imbonitore del Teatro Del Reale, appunto modellato
sulle esatte fattezze di un giovane Alice Cooper, dice cose acute come
lame e altrettanto taglienti. Certo: cose già viste, lette e sentite,
ma non si può pretendere sempre l’originalità da un Imbonitore
del Teatro Del Reale! Molte delle cose che succedono (o non succedono…)
ne L’ULTIMA TENTAZIONE le abbiamo già viste in romanzi e film horror,
eppure ogni volta il nostro cuore fa un battito in più, perché
certe paure non passano mai completamente. |
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Forse anche per questo continuiamo
a leggere romanzi e fumetti dell’orrore.
Capitolo a parte per il divino MICHAEL
ZULLI, che illustra la storia con rara magnificenza (e opulenza)! Basterebbe
questo per consigliare l’acquisto del volume. Zulli lavora in un’atmosfera
gotica che gli è evidentemente congeniale; riesce a delineare inquietantissime
atmosfere, la caratterizzazione dei personaggi è perfetta (l’Imbonitore,
ad esempio, è Alice Cooper, da qualsiasi lato lo si guardi, con
la pelle del viso o… senza), la tecnica –come sempre- sopraffina.
Gli interni e i particolari del Teatro Del Reale possono lasciare senza
fiato, e anche gli interventi horror non mancano di emozionare. |
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Tutti i personaggi della storia,
anche i più “normali”, hanno nei loro visi e nelle posture qualcosa
di leggermente malato, di vagamente insano, proprio come spesso accade
nella realtà… ecco, Michael Zulli descrive minuziosamente e senza
pietà ogni ruga, tutte le imperfezioni che affliggono i volti degli
umani. I “mostri”, invece, sono tratteggiati senza particolari eccessi
splatter, ma con una perizia che li rende davvero spaventosi. Mercy, una
dei ben strani protagonisti del racconto alla quale va tutta la nostra
compassione e simpatia, è tratteggiata con una delicatezza e una
sensibilità che non si potrebbe immaginare se non disegnata proprio
dallo stesso Zulli. |
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Non ci troviamo davanti ad un classico
“bianco-e-nero”, ma a un’infinità di toni di grigio dipinti su uno
sfondo giallino/bianco sporco, che dà alle tavole un’effetto artistico
notevole e prezioso, e alla storia un atmosfera come di antico e di irreale.
Tavole, disegni, vignette stupendi, da ammirare incondizionatamente, beandosene
anche quando la lettura è terminata: inevitabile ripercorrere il
libro per andare a riguardarne i passaggi grafici salienti, scoprire nuovi
dettagli sfuggiti alla prima scorsa, perdersi nelle splash page (dosatissime);
disegni crudeli e splendidi, ai quali grazie al cielo non ci si
abitua e nei quali non manca mai l’emozione… |
In conclusione, non si è
qui parlato del capolavoro assoluto di Neil Gaiman e di Michael Zulli,
ma di un bel volume a fumetti, editato impeccabilmente, da leggere con
gusto e piacere, che regala emozioni. Esattamente ciò che si vuole
da un bel volume a fumetti che non sia per forza il capolavoro assoluto.
Orlando Furioso
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