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HULK
"THE
END"
di PETER
DAVID
e DALE
KEOWN
48 pagg.,
cartonato, colori, 9,00 euro
PANINI
COMICS
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L’umanità ha perso il suo
controllo sulla tecnologia e ciò che l’uomo voleva piegare al suo
servizio si è ribellato con conseguenze catastrofiche, travolgendo
sogni di dominio sulla natura vani, egocentrici e malati. Il fuoco di Prometeo,
già rivelatore di instabilità, si è trasformato in
follia post atomica, in un incubo in cui la Terra, devastata dagli ordigni
nucleari, è diventata una landa semidesertica illuminata da un sole
che, filtrato dalle polveri alzate nell’atmosfera, emana una luce pallida
e verdognola. In questo ambiente apocalittico si muovono gli unici sopravvissuti
cioè due uomini che condividono lo stesso corpo, Bruce Banner
e Hulk, sciami di scarafaggi mutati e un uccellino consumato dalle
radiazioni. Banner è uno scienziato ormai prossimo alla fine mentre
Hulk è un mostro verde e muscoloso. In apparenza i due sono completamente
diversi: un dottore razionale e intelligente che vive con il peso di trasformarsi
in un energumeno impulsivo, stupido e violento. Bastano però poche
pagine (anzi, solo tre vignette della primissima pagina) per accorgersi
che fra i due la diversità è solo apparente; entrambi infatti
compiono un |
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gesto che mostra affinità
d’animo. Entrambi schiacciano uno scarafaggio. In modo diverso certo: Banner
è debole, cammina a malapena e per uccidere si serve del bastone
mentre Hulk non risparmia un briciolo della sua forza nonostante l’avversario
sia piccolo e insignificante. Quello che conta è che lo uccidono.
'Padrone
di tutto ciò che mi circonda. Ecco cosa sono.’ Sono le parole
che usa Banner per commentare l’uccisione. L’uomo è stato capace
di devastazioni immense su scala planetaria e Banner nutre ancora la sua
sete di dominio prendendosela con l’unica specie vivente risparmiata dalla
furia dell’uomo. Banner è arrogante. Banner è anche presuntuoso.
La razza umana è conosciuta nel cosmo per la sua spietatezza e crudeltà
e così le razze aliene vedono la sua estinzione come la liberazione
da un male, da un cancro. Per assicurarsi che gli uomini siano totalmente
estinti gli alieni inviano sulla Terra un Registratore, un robot incaricato
di assicurarsi che gli uomini muoiano proprio tutti, fino all’ultimo. Banner,
l’ultimo uomo, chiede al Registratore se gli alieni vogliono imparare dagli
errori dell’uomo… Dopo che la razza umana ha dimostrato tutta la |
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sua stoltezza devastando la Terra
Banner si illude che gli uomini abbiano qualcosa da insegnare… Non è
affatto così e il Registratore stesso ne è la dimostrazione:
questo robot (come afferma lui stesso) è programmato solo per registrare,
uccidere invece non rientra tra le sue funzioni. E’ un esempio di tecnologia
innocua davanti al quale lo scienziato della bomba non può che annichilire.
Banner è infine cinico. Banner/Hulk è perennemente seguito
da una videocamera del Registratore che riprende ogni secondo della vita
dei due fino all’ultimo respiro e che, su richiesta di Banner, può
proiettare immagini |
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passate. Fra queste immagini
ci sono i continui attacchi di migliaia di scarafaggi a Hulk; ogni volta
gli divorano le carni, lo spolpano, ma Hulk riesce sempre a sopravvivere
grazie ad un potere di guarigione che gli rigenera il corpo. Sono le sequenze
che Banner ama rivedere, provando gusto (un gusto tutto ‘scientifico’)
nell’osservare le immagini di Hulk che viene mangiato lentamente, poco
per volta e che infine si ricostituisce; il picco più estremo e
(dis)umano della vivisezione. Non c’è quindi differenza fra Banner
e Hulk, due mostri violenti e sanguinari, tipici rappresentanti della razza
umana. L’ultima pagina di Hulk: the end è forse un lume in mezzo
all’imperante e inevitabile pessimismo |
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dell’opera. Banner muore e finalmente
si realizza uno dei grandi desideri di Hulk: avere il proprio corpo solo
per sé, non doverlo condividere con l’odiato, debole, insignificante
scienziato. Dovrebbe trattarsi di una vittoria per Hulk ma non è
così, il gigante è triste; ora è l’ultimo uomo sulla
Terra e prova la vera solitudine, lui che più di ogni altro vole-
va essere lasciato in pace dagli altri |
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uomini. Forse questa naturale
socievolezza degli uomini può essere un nuovo punto di partenza.
I dubbi sono forti, forse è troppo tardi per ricominciare.
LUIGI SIVIERO
luglio 2003 |
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