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Cable. Nathan
Christopher Charles Summers Dayspring Askani'son. Un bel nome,
non c'è che dire, ed un'eredità decisamente pesante. Per
chi non lo conoscesse, si tratta del personaggio nato con il destino di
salvare la razza mutante in questo secolo, così da sventare l'ascesa
dell'Highlord Apocalisse che portò nel suo mondo ad una tragica
dittatura. Figlio dei pupilli di Xavier, ovvero Scott Summers e Jean Grey
(di un suo clone, veramente, ma lui stesso riconosce in Jeanny la madre
spirituale ed affettiva), allevato in un futuro remoto e costretto a convivere
con un virus tecnogarnico che minaccia di stroncarlo e iniziato alle discipline
Askani, versione new age del culto di Fenice a metà strada tra religione,
filosofia e strategia di combattimento. Cable è nato e cresciuto
per eliminare Apocalisse. La sua serie personale, nata dai crescenti consensi
che il personaggio riscuoteva (tanto per la sua caratterizzazione grafica
by Rob Liefeld quanto per la sua crescente evoluzione indotta dal
buon Fabian Nicieza), restò a lungo una serie simil Image:
disegni accattivanti, trame serrate, scontri in sequenza e qualche tocco
di continuity giusto per ricordare che si trattava di una serie mutante... |
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Nel corso
degli anni però si comprese che il personaggio poteva aspirare a
qualcosa di diverso: ecco quindi l'interessante ciclo di Casey,
con la creazione di un azzeccato cast di comprimari ed una maggiore contestualizzazione
delle tematiche, sempre più lontane dallo scontro standard tra eroe
e criminale. Proprio allora avvenne il fattaccio: un certo Alan Davis
che al tempo scriveva le principali testate mutanti ebbe la brillante idea
di risolvere il conflitto Apocalisse/Cable una volta per tutte, spingendo
il padre di Nathan (Ciclope degli X-Men) a sacrificarsi per debellare definitivamente
la minaccia rappresentata dal cattivone. Cosa restò, quindi, di
Cable? Un eroe senza missione, un mezzo uomo diviso tra i sensi di colpa
e la sensazione di avere vissuto solo a metà. Come venire a patti
con il sacrificio paterno, con il furto subito? Il ciclo di Weinberg/Ryan
evitò attentamente l'argomento, ricorrendo a nuove tematiche e nuove
strade pur non sfuggendo all'ambientazione supereroistica, cercando cioè
di sostituire semplicemente il precedente ruolo con un nuovo destino di
salvatore. Ma, ahimè, la questione è ancora aperta. La ditta
Tischman/Kordey, attuale detentrice del potere decisionale |
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sulla testata
(per poco, veramente, siamo già alla metà del loro ciclo
durato appena quattro numeri), decide di proporci oggi un nuovo Cable.
Un soldato, un combattente nato. Non un filosofo mutante, non un novello
inno alla non violenza. Ma un uomo che vuole cambiare le cose, e che sa
come farlo. Stanco degli scontri al vertice, dei confronti di filosofie
mutanti, dei contrasti Xavier/Magneto. Stanco delle tutine colorate, stanco
dei clichè del supereroe. I nuovi scenari sono le giungle sudamericane,
i veri conflitti, quelli che i supereroi evitano deliberatamente di affrontare,
troppo politicamente corretti per questionare le parti in causa.
Ma Cable, svanita la sua missione, torna a fare quel che sa fare meglio.
Combattere. Non prova a reinventarsi una vita, non cerca quell'ideale di
pace per il quale paradossalmente ha sempre combattuto, ma che comprende
essere incapace di vivere. Non si riduce però al mercenario fine
a se stesso: la sua educazione glielo impedisce. Il suo retaggio lo obbliga
a schierarsi in difesa dei deboli. In un modo nuovo: la filosofia Askani
che lo ha sempre sostenuto viene riciclata come arma, strumento di educazione
delle masse con la quale conta di dare nuova speranza alle future generazioni,
umani o mutanti |
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che siano.
Di per sè la connotazione mutante diventa solo l'accessorio: l'uomo,
nel suo complesso, assume nuovo e vitale spessore. I disegni di Kordey
sono oscuri e inquietanti, evidentemente influenzati dal suo retaggio di
soldato, e si sposano perfettamente con le atmosfere evocate dalla prosa
di Tischman. Non so ancora a cosa porterà questo ciclo, o
quale eredità lascerà al nuovo team di autori. E' doveroso
però citare le parole rilasciate dallo scrittore a proposito del
suo ciclo: "Cable legge i quotidiani. Guarda i telegiornali. E sa che
la vera minaccia per il futuro non è rappresentata dai supercriminali:
se ci sarà un'apocalisse, è più probabile che si accenderà
in qualche oscuro e remoto angolo del pianeta dove questioni razziali,
sociali o religiose spingono le persone l'una contro l'altra. Perciò
Cable vuole fare dei cambiamenti. Perù. Macedonia. Cina. Irlanda.
Palestina. Cable ci andrà. Ma porre fine alle minacce immediate
non risolverà i problemi più radicali, e Cable è abbastanza
esperto da saperlo. Perciò deve lasciarsi qualcosa dietro, qualcosa
come gli insegnamenti delle Askani, la filosofia che gli ha consentito
di sopravvivere nel futuro e nel presente, uno stile di vita che incrementa
il potenziale delle persone. Insegnerà agli altri questa filosofia, |
e quando essa
si diffonderà nel mondo, inizieremo a vedere il vero cambiamento,
e solo allora Cable sarà sicuro che il futuro è salvo. Il
suo nome è Nathan Summers, crede in se stesso e nella sua missione.
E' pronto a fare qualcosa. E tu?!" Un'impostazione netta, deci- sa,
che anche se nei fatti è ancora difficile riscontrare (troppo poco
il materiale a disposizio- ne), mi porta a vedere sotto una luce prospettica
queste storie. E' un periodo strano per i supereroi: abbandonano i costumi,
si dichiarano gay, rivedono le loro filosofie di vita e talvolta rinunciano
anche alle loro variopinte carriere, per dedicarsi a qualcosa di più
"serio".
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Notate niente
di familiare? Stanno crescendo. Letteralmente, gli eterni adolescenti in
calzamaglia, i vari ragni di quartiere e gioventù mutante iniziano
a mettere in discussione i loro ruoli acquisiti. Ma non con la cupa coscienza
da crepuscolo degli anni '80, piuttosto con una rinnovata aspirazione ad
un più stretto contatto con la realtà. Gli eroi cosmici stanno
pian piano svanendo, sostituiti da padri divorziati con problemi a pagare
l'affitto, o con giovani dalla vita complicata che a fatica trovano il
tempo per saltare tra i tetti (Nightwing e Uomo Ragno su tutti). E i personaggi
sotto la maschera, quelle nullità che un tempo venivano derise,
sono i veri eroi della vicenda. Se negli anni '60 l'identificazione con
Peter Parker derivava dai suoi problemi con le donne, ora la sua realtà
di quasi trentenne separato è ben altra storia. E rispecchia come,
nel corso degli anni, il pubblico dei fumetti sia cambiato di pari passo
con quello delle sit-com televisive, ormai alla ricerca di prodotti single-oriented
nei quali rispecchiarsi. Cable non è di certo assimilabile a Friends
o Ally McBeal, ma l'evoluzione del personaggio risponde ai
canoni del processo. E' difficile comprendere a cosa porterà
questa trasformazione, |
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quali esiti
produrrà nella carriera dell'Askani'son. Ma forse queste storie
hanno in sè un valore intrinseco, una sorta di sacralità
per come hanno violato il tabù del genere, per come hanno avuto
il coraggio di svestire il personaggio del suo approccio supereroistico.
Basta quindi ciò ad evitare un severo giudizio sulla qualità
delle stesse? No di certo. Per una volta però voglio tradire il
fine dichiarato dei miei scritti. Non voglio darvi una mia opinione su
questi racconti, svelarvi cosa penso di essi. Non vi parlerò dello
stile di Kordey, nè della presunta profondità dei dialoghi
di Tischman. Sarete voi a farlo, se mai vorrete. Nel mio piccolo
mi limito, come ho fatto finora, a fornirvi gli strumenti per capire a
cosa andrete incontro ovvero a cosa rinuncerete. Siete di fronte ad un
punto di rottura, ad uno stacco netto con il passato: aprendo gli albi
in questione non sarete più lettori di supereroi. Al di là
della qualità delle storie, avrete accettato la provocazione di
Tischman, vi sarete messi in posizione critica di fronte a realtà
che non riguardano la diatriba eroi/criminali. Il vostro giudizio sulle
storie, probabilmente, non sarà almeno a primo acchito dipendente
dalla qualità. Sarà un giudizio di forma, che esprimerà
la vostra attitudine ad un'evoluzione che non può lasciare indifferenti.
Esprimerà la vostra capacità di staccarvi |
dal genere che
vi ha cullati per anni (legittima aspirazione) o il vostro fermo desiderio
di ritrovare nei vostri fumetti tematiche a voi più consone (diritto
inviolabile). Quando avrete deciso da quale parte della barricata
stare, vi addentrerete forse nella lettura di questo ciclo, che potrà
entusiasmarvi o deludervi profondamente. Ma in entrambi i casi, l'idea
astratta che avevate del personaggio di Cable non sarà più
la stessa.
Settembre
‘02 |