COME CI SI COMPORTA IN UN PARCO NAZIONALE "La civiltà di un paese si misura dal rispetto parchi nazionali". A pronunciare queste parole fu Theodore Roosevelt, il naturalista – esploratore che quando divenne presidente degli Stati Uniti istituì quasi tutti i più grandi parchi nazionali di quel paese. A cento anni di distanza quelle parole non hanno perso nulla del loro valore e dovrebbero essere sempre tenute a mente quando si va a visitare una di queste grandi aree protette. I parchi nazionali infatti non appartengono né alla gente che vive, né ai guardia parco: i parchi sono di tutti i cittadini e tutti hanno il diritto di goderne le bellezze come hanno potuto fare quelli che li hanno preceduti. La natura protetta, inoltre, è spesso molto fragile, più di quanto possa sembrare a prima vista. Questo vuol dire che i parchi vanno visitati, se non proprio "in punta di piedi", per lo meno osservando scrupolosamente alcune regole. Eccole:
Nulla è più brutto da vedere in un parco che cartacce, lattine bottiglie e altri rifiuti gettati per terra. Tutto quello abbiamo portato da casa e non serve più, deve essere gettato negli appositi contenitori in genere presenti nelle aree di sosta, oppure deve essere riportato a casa. Chi verrà dopo di noi non dovrà trovare nessuna traccia del nostro passaggio.
Ogni parco è previsto di una rete di sentieri, spesso segnati. E’ buona regola non abbandonarli mai. Camminando fuori sentieri si può innanzitutto rovinare la copertura vegetale e in montagna (cioè praticamente in tutti i nostri parchi nazionali), dove manca l’erba,l’erosione può aprire delle vere e proprie ferite nel terreno .Senza contare che in molte zone ci si può anche perdere facilmente.
In un parco nazionale i fiore ci stanno essere guardati, fotografati, mai per essere colti. Ogni fiore è un pezzetto importante dell’ambiente in cui si trova e non va toccato. Alcuni poi sono molti rari, qualcuno è addirittura in pericolo di estinzione e la legge ne punisce severamente la raccolta. Lo stesso discorso vale anche per i funghi.
Un parco non è uno zoo, ma un luogo dove gli animali non solo sono liberi ma possono condurre la loro vita come se l’uomo ci fosse. Se lasciamo loro del cibo, gli animali selvatici possono imparare alcune cattive abitudini, come quella di non sapersi cercare più del cibo da soli, oppure acquisire troppa familiarità con l’uomo, a danno della sicurezza di entrambi ,e possono anche contrarre malattie e parassiti.
Il silenzio è una parte importante della bellezza di un parco nazionale. Sui sentieri evitiamo di gridare, di lanciare richiami inutili, magari soltanto per sentire l’eco,di portare con noi radio ,registratori e strumenti musicali. Senza contare poi che i rumori, anche lievi, spaventano gli animali e che gli animali impauriti non si fanno certo vedere.
Ogni estate il fuoco distrugge in Italia migliaia di ettari di bosco. Accendiamo allora il barbecue solo nei luoghi appositamente attrezzati e spegniamo accuratamente le sigarette prima di gettarle (negli appositi cestini, naturalmente).
Loro devono restare a casa. Gli animali domestici infatti possono infastidire la fauna selvatica e trasmettere numerose malattie e parassitosi. Queste sono le regole di base, valide sempre e dovunque. A queste si aggiungono poi tutte quelle regole che vengono stabilite dalla direzione di ogni singolo parco nazionale in base alle esigenze di tutela locali. Vengono in genere pubblicizzate all’ingresso dell’area protetta con appositi cartelli, oppure presso i centri di visita.
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