Articolo ricevuto il 10/04/2000
Un
trapianto d’organo è la sostituzione di un organo ammalato con un organo
sano. Il prelievo di uno o più organi può essere eseguito su soggetti che, in
seguito ad un grave trauma cranico o ad una grave malattia cerebrale, si trovano
in condizioni di accertata morte cerebrale. L’accertamento della morte
cerebrale e la volontà di donare sono le condizioni indispensabili per
effettuare prelievo di organo.
Il
trapianto d'organo può guarire
Ogni
anno in Italia migliaia di persone sono colpite da gravi malattie ad organi
vitali. Per molte di loro il trapianto d’organo rappresenta l’unica vera
cura disponibile:
-
per i pazienti con gravi malattie di cuore, fegato, polmone e pancreas, quando
la terapia farmacologica non assicura più neppure la sopravvivenza;
-
per i pazienti con grave insufficienza renale, per interrompere il trattamento
di dialisi che deve essere effettuato per tutta la vita.
Grazie
all’esperienza acquisita negli ultimi anni, il trapianto consente una qualità
di vita che nessun altro trattamento può garantire.
Quali
organi si possono trapiantare?
Gli
organi prelevati al donatore, vengono assegnati a pazienti in lista d’attesa
in base a criteri clinici e compatibilità biologiche. Possono essere
trapiantati organi vitali come il rene, il cuore, il fegato, il polmone, il
pancreas, e tessuti quali le cornee, e segmenti di osso e segmenti vascolari.
Il
trapianto di rene
da oltre venti anni è il migliore trattamento possibile per il paziente affetto
da insufficienza renale cronica: consente di interrompere l’emodialisi e di
far regredire completamente i disturbi clinici legati alla malattia renale. In
oltre la metà dei pazienti il rene trapiantato mantiene la sua funzionalità a
distanza di quindici anni dall’intervento. Se il trapianto non riesce, il
paziente ritorna in dialisi e in molti casi può essere nuovamente trapiantato.
Il
trapianto di cuore
è indicato nei pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca che non
rispondono più al trattamento medico. Senza trapianto questi pazienti hanno
un’aspettativa di vita che va dai sei ai dodici mesi. Il trapianto ha successo
nella grande maggioranza dei casi.
Il
trapianto di fegato
viene effettuato nei casi di insufficienza epatica giunta allo stadio terminale,
di malformazioni congenite e di alcuni tipi di tumore epatico. I risultati
clinici sono buoni: in circa il 68% dei pazienti l’organo trapiantato funziona
a cinque anni di distanza dall’intervento.
Il
trapianto di polmone,
singolo e bilaterale, è effettuato in Italia dal 1990. In prospettiva costituirà
il trattamento giù indicato per i pazienti affetti da gravi patologie
polmonari.
Il
trapianto di pancreas
e di isole pancreatiche è praticato dagli anni ’80. Questo trattamento è
indicato in associazione al trapianto renale per un selezionato gruppo di
pazienti diabetici con particolari complicanze.
L’innesto
di tessuti
La
cornea è un tessuto privo di vasi sanguigni, che può essere prelevato anche a
distanza di alcune ore dal decesso del donatore. Le cornee prelevate possono
essere conservate per diversi giorni, permettendo la programmazione degli
innesti. L’innesto della cornea è un intervento chirurgico che non presenta
difficoltà particolari con risultati ottimali nella maggioranza dei casi. Anche
altri tessuti, come segmenti di osso e segmenti vascolari possono essere
prelevati a distanza di alcune ore dalla morte del donatore, conservati per
l’innesto e trapiantati.
Che
cos’è la morte cerebrale
Se
un soggetto viene colpito da gravi e irreversibili lesioni cerebrali, si
verifica una condizione definita come morte cerebrale. La morte cerebrale è uno
stato irreversibile provocato dalla totale e definitiva perdita delle funzioni
cerebrali, inequivocabilmente evidenziato con accertamenti clinici e
strumentali. Secondo la legge 593 del 28 dicembre 1993 questa condizione si
identifica con la morte. In questo caso si rilevano:
-
Stato di incoscienza - Assenza di riflessi e di reazioni a stimoli dolorifici -
Assenza di respiro spontaneo - Assenza di attività elettrica cerebrale
(silenzio elettrico)
Il
contemporaneo riscontro clinico e strumentale dell’insieme di queste
condizioni permette di identificare con sicurezza la morte cerebrale e di
distinguerla dal coma, perdita di coscienza dovuta ad una sofferenza cerebrale
potenzialmente reversibile, con mantenimento di alcune funzioni cerebrali e
presenza di attività elettrica cerebrale.
L’accertamento
di morte cerebrale
Lo
stato di morte cerebrale viene identificato da un medico rianimatore ed
accertato da un collegio di tre medici (medico legale, anestesista-rianimatore,
neurologo).
Il
collegio verifica e certifica il perdurare delle condizioni che hanno
determinato la morte per un periodo di osservazione non inferiore a 6 ore per
gli adulti e di durata più lunga per i bambini (12-24 ore). Un magistrato
verifica l’operato della commissione ed autorizza l’effettuazione del
prelievo.
La
richiesta di donazione
La
richiesta di donazione è fatta per rispondere alle necessità di migliaia di
persone che attendono un organo che salvi loro la vita.
E’
il personale medico del reparto di rianimazione che, attualmente, formula ai
familiari del potenziale donatore la richiesta di donazione. Questa è stata
definita ‘la domanda più difficile, da porre nel momento peggiore, alla più
infelice delle famiglie".
La
capacità dei sanitari di formulare in modo appropriato la richiesta di
donazione e l’accresciuta consapevolezza degli scopi per cui essa viene
presentata, possono consentire una decisione più serena e trasformare un
momento veramente difficile in un atto di grande solidarietà.
L’assenso
alla richiesta di donazione
Soltanto
l’assenso dei familiari alla richiesta di donazione d’organo permette la
realizzazione del trapianto. Questa disponibilità consente ai medici di poter
effettuare il prelievo di un organo da una persona cerebralmente morta e di
poterlo successivamente trapiantare in paziente in lista d’attesa. L’art. 6
della legge 644 del 1975 prevede che il prelievo da cadavere sia vietato quando
il soggetto abbia esplicitamente negato in vita il proprio assenso, o quando vi
sia opposizione scritta da parte del coniuge non separato o dei parenti di primo
grado.
L’aspetto
religioso
E
importante sapere che la religione cattolica considera la donazione di organi
non solo conforme, ma estensione di principi teologici della creazione, della
giustizia e dell’amore.
"Il
dono gratuito di organi dopo la morte è legittimo e può essere
meritorio." (Catechismo della Chiesa Cattolica)
"Il
trapianto può davvero favorire una più vera cultura della vita, perché
richiede solidarietà... Non mancano moralisti che parlano del consenso al
prelievo dei propri organi come di vero e proprio obbligo morale di solidarietà
umana e, per il cristiano, di carità...." (Carlo Maria Martini, Cardinale
Arcivescovo di Milano)
Anche
altre religioni permettono la donazione degli organi.
"La
vita è un dono di Dio e in quanto tale ognuno di noi ha il dovere di
preservarla e di conservarla nel migliore dei modi e il più a lungo possibile.
Ne consegue che ognuno di noi non è padrone assoluto del proprio corpo. Di
fronte alla necessità di salvare una vita umana, qualsiasi si vita umana, tutti
i divieti religiosi diventano secondari. " ( Luciano Caro - Rabbino di
Ferrara, Mantova).
"Se
è vero che i vivi possono donare un organo del proprio corpo, anche i morti, a
maggior ragione, lo potranno fare; e non ci sarà nessun pericolo per il
cadavere se gli vengono asportati i reni, il cuore, che saranno utilizzati da
una persona viva. Questo è in realtà un grande gesto di carità e risponde
perfettamente alla volontà di Dio". (Codice Islamico di Etica Medica)