Classi di pericolo, simboli e definizioni (DLgs 3-2-1997,
n. 52)
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ESPLOSIVO |
le sostanze ed i preparati solidi,
liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l'azione dell'ossigeno
atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida
formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano,
deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in
condizione di parziale contenimento |
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E |
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COMBURENTE |
le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, sopratutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica [NOTA UO: nella L. 256/1974 la definizione era la stessa. A noi pare di dover rilevare una inesattezza nella definizione in quanto molte sostanze, a contatto con altre, provocano forti reazioni esotermiche (es. sodio con acqua, acido solforico concentrato con acqua, ecc.) pur non essendo definibili come "comburenti" cioè sostanze che apportano ossigeno alla reazione di combustione.] |
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O |
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ESTREMAMENTE |
le sostanze ed i preparati liquidi con
punto di infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione
basso e le sostanze ed i preparati gassosi che a temperatura e pressione
ambiente sono infiammabili a contatto con l'aria |
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F+ |
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FACILMENTE |
1) le sostanze ed i preparati che, a
contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia,
possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi; |
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F |
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INFIAMMABILE |
le sostanze ed i preparati liquidi con
un basso punto di infiammabilità |
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non è |
[NOTA UO: il colore di sfondo dei simboli di pericolo deve essere giallo-arancione. La rappresentazione a video sui vari monitor, può risultare non corretta]
Frasi di rischio associabili alle sostanze che presentano
pericolo di esplosione ed incendio
R 1 - Esplosivo allo stato secco. R 2 - Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione. R 3 - Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione. R 4 - Forma composti metallici esplosivi molto sensibili. R 5 - Pericolo di esplosione per riscaldamento. R 6 - Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria. R 7 - Può provocare incendio. R 8 - Può provocare l'accensione di materie combustibili. R 9 - Esplosivo in miscela con materie combustibili. R 10 - Infiammabile. R 11 - Facilmente infiammabile. R 12 - Altamente infiammabile. R 13 - Gas liquefatto altamente infiammabile. R 14 - Reagisce violentemente con l'acqua. R 15 - A contatto con l'acqua libera gas facilmente infiammabili. R 16 - Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti. R 17 - Spontaneamente infiammabile all'aria. R 18 - Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili. R 19 - Può formare perossidi esplosivi. (...) R 30 - Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso. (...) R 44 - Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato. (...) COMBINAZIONI DI FRASI R 14/15 - Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas facilmente infiammabili. R 15/29 - A contatto con acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili.
dal Decreto Ministeriale del 3 dicembre 1985
e successive modificazioni
ALLEGATO V
METODI SPERIMENTALI PER LA DETERMINAZIONE DELLE PROPRIETA' FISICO-CHIMICHE,
TOSSICOLOGICHE ED ECOTOSSICOLOGICHE
Il presente allegato espone alcuni metodi sperimentali per la determinazione
delle proprietà chimico-fisiche, tossicologiche ed ecotossicologiche elencate
nell'allegato I e nell'allegato II del decreto del Presidente della Repubblica
24 novembre 1981, n. 927.
Tali metodi si basano su quelli accettati e raccomandati da organismi
internazionali competenti in materia (in particolare dall'OCSE). Laddove tali
metodi non erano disponibili ne sono stati adottati altri rispondenti alle norme
dello Stato membro della Comunità Europea od all'accettazione del mondo
scientifico.
Le prove devono in generale essere eseguite sulla sostanza così come essa viene
commercializzata. E' opportuno considerare l'eventuale influenza delle impurezze
sui risultati delle prove stesse.
Qualora i metodi del presente allegato non risultino adeguati per lo studio di
una determinata proprietà, il notificatore deve giustificare il metodo usato in
alternativa.
(...)
PARTE A
METODI DI DETERMINAZIONE DELLE PROPRIETA' FISICO-CHIMICHE
A. 9. PUNTO D'INFIAMMABILITA'
1. METODO
1.1. Introduzione
Prima di procedere all'esecuzione della prova sarà utile disporre di
informazioni preliminari sulla infiammabilità della sostanza. Il metodo è
applicabile alle sostanze liquide, nella forma in cui vengono commercializzate,
i cui vapori possono infiammarsi mediante fonti di accensione. I metodi
sperimentali descritti nel presente documento sono utilizzabili soltanto per gli
intervalli di punto di infiammabilità specificati nei seguenti metodi.
1.2. Definizioni e unità
Il punto di infiammabilità è la più bassa temperatura, corretta alla
pressione di 101,325 kPa, alla quale il liquido in esame, contenuto in un
recipiente chiuso, sviluppa vapori, nelle condizioni definite nel metodo
sperimentale, in quantità tali da formare nel recipiente una miscela
infiammabile vapore/aria.
Unità: °C
t = T - 273,15
dove t è espresso in °C e T in °K.
1.3. Sostanze di riferimento
Non è necessario usare sostanze di riferimento ogni volta che si esamina una
nuova sostanza. Esse devono essere impiegate essenzialmente per la calibrazione
periodica del metodo e per permettere il confronto dei risultati quando si
ricorre ad un altro metodo.
1.4. Principi del metodo
La sostanza viene posta in un recipiente di prova che viene riscaldato
progressivamente sino a quando il vapore raggiunge una concentrazione
sufficientemente elevata nell'aria da produrre una miscela infiammabile capace
di infiammarsi.
A. 10. INFIAMMABILITA' (SOLIDI)
1. METODO
1.1. Introduzione
Prima di effettuare la prova sarà utile disporre di informazioni preliminari
sulle eventuali proprietà esplosive della materia. La presente prova può
essere applicata esclusivamente a sostanze in polvere, granulari o pastose.
Evitando di considerare tutte le sostanze capaci di infiammarsi e limitandosi
soltanto a quelle che bruciano rapidamente o il cui comportamento alla
combustione presenta particolari pericoli di qualsiasi genere, si considerano
come facilmente infiammabili soltanto le sostanze la cui velocità di
combustione supera un certo livello limite. Sono inoltre considerate facilmente
infiammabili le polveri metalliche capaci di incandescenza, qualora essa si
propaghi attraverso il campione. Qualora si infiammino, le polveri metalliche
sono infatti particolarmente pericolose a causa della difficoltà di estinguere
l'incendio; i normali agenti di estinzione, come l'anidride carbonica o l'acqua,
possono infatti aumentare notevolmente il pericolo.
1.2. Definizione ed unità
La velocità di combustione è espressa in secondi.
1.3. Composti di riferimento
Non specificati.
1.4. Principio del metodo
Al prodotto, nella forma in cui viene commercializzato, viene fatta assumere,
mediante uno stampo, una forma opportuna della lunghezza di 250 mm. Si effettua
poi un tentativo di accensione alle condizioni definite al punto 1.6.3, e si
misura il tempo di combustione.
A. 11. INFIAMMABILITA' (GAS)
1. METODO
1.1. Introduzione
Questo metodo consente di determinare se un gas miscelato con l'aria, a
temperatura ambiente e a pressione atmosferica, presenta un intervallo di
infiammabilità. Miscele a concentrazioni crescenti del gas in esame con l'aria
vengono esposte a una scintilla elettrica e si osserva se ha luogo l'accensione.
1.2. Definizione e unità
L'intervallo d'infiammabilità è l'intervallo di concentrazione compreso fra il
limite minimo e il limite massimo di esplosione. I limiti minimo e massimo di
esplosione sono quei limiti di concentrazione del gas infiammabile in miscela
con l'aria ai quali non si verifica la propagazione della fiamma.
1.3. Sostanza di riferimento
Non specificata.
1.4. Principio del metodo
La concentrazione del gas nell'aria viene aumentata gradualmente e ad ogni
livello di concentrazione la miscela viene esposta ad una scintilla elettrica.
A. 12. INFIAMMABILITA' (SOSTANZE E PREPARATI CHE, A CONTATTO CON ACQUA O ARIA
UMIDA, SVILUPPANO GAS FACILMENTE INFIAMMABILI IN QUANTITA' PERICOLOSE)
1. METODO
1.1. Introduzione
Questo metodo può essere utilizzato per determinare se la reazione di una
sostanza con l'acqua dà luogo alla formazione di quantità pericolose di uno o
più gas potenzialmente tossici o facilmente infiammabili. Il metodo è
applicabile sia alle sostanze solide che a quelle liquide. Esso non è
applicabile alle sostanze che si infiammano spontaneamente a contatto con
l'aria.
1.2. Definizioni e unità
"Facilmente infiammabili" si definiscono le sostanze e i preparati che
a contatto con l'acqua o con l'aria umida sviluppano gas facilmente infiammabili
in quantità pericolose, alla velocità minima di 1 l/kg¨h. Questo limite non
tiene conto della tossicità dei gas.
1.3. Principio del metodo
La sostanza viene sottoposta a prova secondo il procedimento a più livelli
descritto più avanti; se l'accensione si verifica ad uno qualsiasi dei livelli
non sono necessari ulteriori prove.
1.4. Sostanza di riferimento
Non specificata.
A. 13. INFIAMMABILITA' (SOLIDI - LIQUIDI)
1. METODO
1.1. Introduzione
Sarà utile disporre di informazioni preliminari sull'autoinfiammabilità delle
sostanze in esame. Il procedimento indicato è applicabile alle sostanze solide
e liquide, nella forma in cui vengono commercializzate che si accendono
spontaneamente in piccoli quantitativi poco dopo un'esposizione all'aria a
temperatura ambiente. Il presente metodo di prova non è applicabile alle
sostanze che, per il verificarsi dell'autoaccensione, richiedano un'esposizione
all'aria di ore o giorni a temperatura ambiente, oppure un'esposizione a
temperature molto più elevate.
1.2. Definizione e unità
I liquidi e i solidi sono considerati facilmente infiammabili se l'accensione si
verifica almeno una volta sulle 6 prove eseguite alle condizioni descritte al
punto 1.6. Per i liquidi può anche essere necessario controllare l'autoinfiammabilità
secondo il metodo A.15 (Autoinfiammabilità: determinazione della temperatura di
autoaccensione di liquidi volatile e di gas).
1.3. Sostanze di riferimento
Non specificata.
1.4. Principio del metodo
La sostanza viene portata a contatto con l'aria ad una temperatura di 25 ± 10
°C per 5 minuti. Se si verifica l'autoaccensione, la sostanza è considerata
facilmente infiammabile.
A. 14. PROPRIETA' ESPLOSIVE
1. METODO
1.1. Introduzione
Il metodo fornisce uno schema di prove per determinare se una sostanza od un
preparato solido, liquido o di consistenza pastosa presenta o meno un pericolo
d'esplosione qualora venga sottoposto all'azione di una fiamma (sensibilità
termica), oppure ad urti o sfregamenti (sensibilità a sollecitazioni
meccaniche).
Il metodo è composto da tre parti:
a) una prova di sensibilità termica;
b) una prova di sensibilità meccanica agli urti;
c) una prova di sensibilità meccanica all'attrito.
Dal metodo si ricavano dati per valutare la probabilità che talune semplici
sollecitazioni possano provocare un'esplosione. Il metodo non può essere
impiegato per stabilire se una sostanza o un preparato siano capaci o meno di
esplodere in qualsiasi condizione o per determinare in che misura una
decomposizione iniziale possa assumere andamento esplosivo, provocando la
deflagrazione dell'intero campione. Il metodo è idoneo a determinare se una
sostanza od un preparato presentano o meno un rischio di esplosione (sensibilità
termica e meccanica) nelle particolari condizioni specificate dalle direttive.
Le prove in questione non hanno alcun rilievo quando i dati termodinamici
disponibili (calore di formazione, calore di decomposizione, assenza di taluni
gruppi reattivi (1) nella formula di struttura) mostrano, al di là di ogni
ragionevole dubbio, che la sostanza o il preparato in esame è incapace di
decomporsi, sviluppare gas e produrre calore con grande rapidità (che cioè il
materiale non presenta alcun rischio di esplosione). Il metodo non è da
considerarsi definitivo. Nell'ambito delle prove si sono scelti numerosi tipi di
apparecchiature specifiche, ampiamente utilizzate a livello internazionale, che
normalmente forniscono risultati significativi. Lo sperimentatore può decidere
di impiegare apparecchiature differenti per i tre metodi di prova previsti,
purché tale scelta sia giustificata sotto il profilo scientifico e le
apparecchiature siano internazionalmente riconosciute. In tal caso, egli deve
determinare la correlazione esistente tra i risultati da lui ottenuti e quelli
determinati con le apparecchiature prescritte.
1.2. Definizioni ed unità di misura
Sono esplosive le sostanze e i preparati capaci di esplodere per l'azione di una
fiamma, oppure la cui sensibilità all'urto o all'attrito sia maggiore di quella
del dinitrobenzene.
1.3. Sostanza di riferimento
m-Dinitrobenzene (prodotto tecnico cristallino) per le prove di attrito e di
urto.
1.4. Principio del metodo
Al fine di stabilire quali siano le condizioni di sicurezza per eseguire le tre
prove di sensibilità è necessaria una prova orientativa preliminare.
1.4.1. Prova orientativa preliminare
Quantità molto ridotte del campione della sostanza o del preparato (circa 10
mg) sono sottoposte, senza costrizioni fisiche, a riscaldamento mediante
bruciatore Bunsen, ad urti in un qualunque tipo di apparecchiatura adatta allo
scopo e, infine, a sfregamento con l'impiego di un mazzuolo e di un incudine o
di qualunque altra apparecchiatura capace di produrre attriti. Tali prove
servono a stabilire se la sostanza sia talmente sensibile ed esplosiva da
rendere consigliabili speciali precauzioni durante lo svolgimento delle prove
descritte, al fine di evitare danni all'operatore.
1.4.2. Sensibilità termica
Il metodo prevede il riscaldamento della sostanza o del preparato in un tubo
d'acciaio che permetterà di ottenere gradi variabili di costrizione mediante
l'impiego di piastre forate con fori di diverso diametro, al fine di determinare
se la sostanza od il preparato in esame tenda ad esplodere per effetto di
sollecitazioni termiche.
1.4.3. Sensibilità meccanica (agli urti)
Il metodo prevede che la sostanza od il preparato in esame sia sottoposto
all'urto di un martello che cada su un'incudine di acciaio.
1.4.4. Sensibilità meccanica (all'attrito)
Il metodo prevede che la sostanza od il preparato venga sottoposto all'attrito
generato da superfici normalizzate, in determinate condizioni di carico e moto
relativo.
A. 15. AUTOINFIAMMABILITA'
DETERMINAZIONE DELLA TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE DI LIQUIDI VOLATILI E DI GAS
1. METODO
1.1. Introduzione
Prima di effettuare la prova sarà utile disporre di informazioni preliminari
sull'autoinfiammabilità della sostanza. Il metodo è applicabile alle sostanze
gassose e ai liquidi volatili nella forma in cui vengono commercializzati, i
quali, o i vapori dei quali, in presenza di aria possono infiammarsi al contatto
con una superficie calda. La temperatura di autoaccensione può essere
considerevolmente ridotta dalla presenza di impurezze catalitiche.
1.2. Definizioni e unità
Il grado di autoinfiammabilità viene espresso in termini di temperatura di
autoaccensione. La temperatura di autoaccensione è la più bassa temperatura
alla quale la sostanza in esame, miscelata con l'aria, si infiamma alle
condizioni definite nel metodo di prova.
1.3. Sostanze di riferimento
Non specificate.
1.4. Principio del metodo
L'autoinfiammabilità dei gas e dei vapori è determinata utilizzando
l'apparecchiatura descritta in IEC-79-4.
A. 16. AUTOINFIAMMABILITA' - SOLIDI
DETERMINAZIONE DELLA TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE RELATIVA
1. METODO
1.1. Introduzione
Non devono essere sottoposte a questa prova le sostanze esplosive e le sostanze
che si infiammano spontaneamente a contatto con l'aria a temperatura ambiente.
Lo scopo della prova è di fornire informazioni preliminari sull'autoinfiammabilità
di sostanze solide a temperature elevate. Se il calore sviluppato dalla reazione
della sostanza con l'ossigeno o dalla sua decomposizione esotermica non viene
ceduto con sufficiente rapidità all'ambiente circostante, si ha un
autoriscaldamento che porta all'autoaccensione. L'autoaccensione si verifica
quindi quando la velocità di produzione di calore supera quella della sua
dispersione. Il procedimento è utile come saggio preliminare per le sostanze
solide. Data la complessità dei processi di accensione e di combustione dei
solidi, la temperatura di autoaccensione determinata con questo metodo deve
essere utilizzata soltanto a fini di confronto.
1.2. Definizioni e unità
La temperatura di autoaccensione ottenuta secondo il presente metodo è la
minima temperatura, espressa in °C, alla quale un dato volume di una sostanza
si infiamma in determinate condizioni.
1.3. Sostanze di riferimento
Nessuna.
1.4. Principio del metodo
In un forno a temperatura ambiente viene posto un certo volume della sostanza da
esaminare; la temperatura del forno viene portata a 400 °C ad una velocità di
0,5 °C/min e contemporaneamente si registra la variazione della temperatura in
funzione del tempo al centro del campione. Ai fini della presente prova, viene
detta temperatura di autoaccensione la temperatura del forno alla quale la
temperatura del campione raggiunge 400 °C per autoriscaldamento.
A. 17. PROPRIETA' OSSIDANTI
1. METODO
1.1. Introduzione
E' utile avere informazioni preliminari sulle potenziali proprietà esplosive e
tossiche della sostanza prima di effettuare la prova. Questa prova non si
applica ai liquidi e ai gas, alle sostanze esplosive o altamente infiammabili,
ai perossidi organici o ai combustibili solidi suscettibili di fondere nelle
condizioni della prova. Questa prova è irrilevante quando l'esame delle formule
di struttura stabilisce, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la sostanza o
il preparato non è suscettibile di reagire esotermicamente con materiale
combustibile. Per appurare se la prova debba essere condotta con precauzioni
particolari, è opportuno effettuare un test preliminare.
1.2. Definizioni ed unità
Tempo di combustione: tempo di reazione, in secondi, riferito allo spostamento
della zona di reazione lungo il cumulo, seguendo la procedura descritta nel
punto 1.6.
Velocità di combustione: espressa in mm/s.
Velocità di combustione massima: il valore più elevato della velocità di
combustione ottenuto con miscele contenenti dal 10% al 90%, in peso, di
ossidante.
1.3. Sostanza di riferimento
Per la prova e per la prova preliminare si usa il nitrato di bario (grado
analitico) come sostanza di riferimento. Può anche essere usato, nelle prove
preliminari, il dicromato di potassio. Nell'utilizzare il dicromato di potassio
vanno prese particolari precauzioni. La miscela di riferimento è costituita da
una miscela di nitrato di bario e di polvere di cellulosa, preparata secondo il
punto 1.6, che presenta la massima velocità di combustione (di solito una
miscela con il 60% di nitrato di bario).
1.4. Principio del metodo
Una prova preliminare viene effettuata nell'interesse della sicurezza. La prova
sarà sufficiente quando la prova preliminare indica chiaramente che la sostanza
o il preparato di prova ha proprietà ossidanti. Diversamente, la sostanza o il
preparato deve subire un'ulteriore prova. Nell'ulteriore prova la sostanza di
prova e la sostanza combustibile vengono miscelate in varie proporzioni. Si
formano altrettanti cumuli con le varie miscele e si procede all'accensione di
un'estremità di ognuno di essi. La velocità massima così determinata viene
poi confrontata con la velocità massima di combustione di una miscela di
riferimento.
N.B.: per tutte le norme fare sempre riferimento ai documenti originali. L'estensore della pagina non si assume alcuna responsabilità per eventuali inesattezze, comunque indipendenti dalla volontà.
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