La figura 1 illustra la tipica struttura circuitale di un convertitore V/F e la figura 2 la relativa temporizzazione. Nella figura 1 è indicato anche lo stadio di uscita Open Collector schematizzato mediante un transistor e la resistenza di pull-up generalmente presente nelle varie soluzioni integrate di questi convertitori.
Fig. 1 Struttura circuitale del V/F
Questi dispositivi accettano al proprio ingresso una tensione analogica e producono in uscita un segnale impulsivo la cui Frequenza è direttamente proporzionale all'ampiezza del segnale applicato in ingresso.
Fig. 2 Temporizzazione del V/F
Come si nota, il convertitore in esame richiede l'applicazione di tre tensioni (oltre a quella di alimentazione):
VREF:
VR
Il funzionamento del convertitore è il seguente.
Il deviatore S è pilotato dal segnale di uscita del monostabile, cioè da Vout in modo tale che quando Vout è BASSA il deviatore S è collegato a massa e quando Vout è ALTA il deviatore viene collegato al generatore di corrente. Poiché lo stato stabile del monostabile è il livello BASSO, il deviatore S risulta inizialmente collegato a massa. In queste condizioni, applicando in ingresso la tensione Vin1 l'integratore invertente produce come uscita VC il segnale:
VC = - (Vin1/RC)t
Tale segnale è una rampa decrescente.
Mediante il comparatore, il segnale vC viene confrontato continuamente con VREF. L'uscita VM del comparatore rimane BASSA fino a quando |vC| <| VREF| cioè fino a quando la rampa decrescente non raggiunge - VREF.
Nell'istante in cui vC raggiunge - VREF l'uscita VM del comparatore commuta a livello ALTO. Poiché VM costituisce il segnale di trigger del monostabile, sensibile al fronte di salita, quest'ultimo, nello stesso istante, commuta e la sua uscita si porta nello stato instabile a livello ALTO. La durata dello stato instabile è tw, e viene fissata dalla rete di temporizzazione del monostabile. Ne deriva che tw, è sempre costante.
Il livello ALTO di vOUT pilota la commutazione di S che, di conseguenza, sempre nello stesso istante, viene collegato al generatore di corrente IS. Questo generatore è pilotato dalla tensione -VS in modo tale che il valore di IS risulti sempre maggiore della corrente di ingresso Iin = Vin/R (ciò si ottiene definendo il valore massimo ammissibile per Vin e dimensionando -VS, cioè IS in relazione al suddetto valore massimo).
A partire dall'istante di commutazione di S la corrente nel condensatore diventa Ic = Iin1-IS=(Vin1 / R)- IS
Tale corrente è costante e di verso opposto a quello di Iin1 Il condensatore, quindi, si scarica con corrente costante.
La scarica a corrente costante del condensatore produce all'uscita dell'integratore una tensione vC il cui andamento è ora quello di una rampa crescente. In tal modo viene ripristinata la condizione |vC| <| VREF| e, di conseguenza, l'impulso di trigger VM finisce (VM ritorna a livello BASSO). Questo impulso, quindi, ha una durata brevissima ma sufficiente per innescare il monostabile.
La rampa crescente si protrae per tutto l'intervallo tw (costante) del monostabile innescato.
In questo istante vengono ripristinate le condizioni iniziali e, quindi, il ciclo descritto si ripete.
Esaurito il transitorio iniziale, si osserva che la durata della rampa decrescente, cioè l'intervallo tD di integrazione dell'ingresso Vin1 è costante per la durata di applicazione dell'ingresso da convertire (cioè Vin1) Il metodo più veloce per determinare l'espressione che lega l'ampiezza dell'ingresso alla frequenza di vOUT cioè l'espressione che definisce il funzionamento del convertitore, è il bilanciamento della carica nel condensatore. Ciò significa che la quantità di carica D QC accumulata nel condensatore durante la sua fase di carica, cioè durante tW, è uguale alla quantità di carica AQS resa durante la fase di scarica, cioè durante tD. Poiché:
D QC = (Vin1/ R) tD e D QS = [(Vin1/ R)-IS] tW
il bilanciamento della carica impone che:
D QC + D QS = 0
Pertanto:
(Vin1/ R)(tW+ tD) =IStW
Poiché il periodo T di VOUT è T = tW+ tD dalla precedente relazione si ottiene:
T= IS tW R/Vin1
e quindi:
f = 1/T = Vin1 /IS tW R
Poiché IS, tW e R sono costanti, la frequenza dell'uscita VOUT è proporzionale all'ampiezza di Vin1 Quando l'ingresso assume il nuovo valore Vin2> Vin1 il funzionamento sopra descritto si ripete.
Poiché Vin2> Vin1 occorre osservare che:
La corrente di scarica del condensatore IC = Iin2> IS = (Vin2/ R)-IS assume ora un valore inferiore a quello assunto quando l'ingresso è Vin1. Ne segue che la pendenza della rampa crescente è minore di quella relativa a Vin1. Poiché questa rampa ha durata fissa pari a tW, il valore massimo raggiunto da tale rampa è inferiore a quello corrispondente a Vin1.
La rampa decrescente ha una pendenza proporzionale a Vin2 e, di conseguenza, superiore a quella di Vin1. La durata tD della rampa di Vin2, quindi, è inferiore a quella relativa a Vin1.
Da quanto esposto si comprende che la frequenza di vOUT con ingresso Vin2 è maggiore di quella corrispondente a Vin1. Con procedimento identico a quello sopra descritto, infatti, si ricava che:
f = 1/T = Vin2 /IS tW R
Si osservino le forme d'onda di figura 2 . Si può quindi concludere che la frequenza f di VOUT è proporzionale all'ampiezza dell'ingresso Vin Pertanto:
f = 1/T = Vin /IS tW R
(1)
Da ultimo si osservi che il segnale vOUT1 costituisce l'uscita dello stadio Open Collector normalmente presente nei convertitori V/F integrati. L'andamento di vOUT1 è il "negato" di vOUT in quanto prelevato sul collettore del transistor di uscita del suddetto stadio. Ricordiamo che lo stadio Open Collector consente di fissare l'ampiezza della propria uscita al valore dell'alimentazione a cui viene connessa la resistenza RP di pull-up (nel caso di figura tale valore è VCC).
Il convertitore V/F come ADC
Implementando la struttura di figura 3 è possibile realizzare un ADC sfruttando le caratteristiche funzionali di un convertitore V/F. A un ingresso della porta AND viene collegata l'uscita del convertitore V/F (cioè il treno di impulsi di frequenza proporzionale al valore dell'ingresso Vin) mentre all'altro ingresso della stessa porta logica viene applicato un segnale impulsivo di temporizzazione VT. La durata tW del livello ALTO di questo segnale è fissa. Così facendo il contatore numera gli impulsi all'uscita della porta AND per un intervallo di tempo sempre uguale. Ne segue che il conteggio raggiunto dal contatore al termine di tW è proporzionale al numero degli impulsi durante tW. Pertanto, al variare di Vin gli impulsi rilevati dal contatore, cioè il conteggio raggiunto, risultano proporzionali al suddetto valore di Vin in quanto tW è costante.
Fig. 3 Struttura di un ADC realizzato mediante V/F
Il problema fondamentale connesso a questa soluzione circuitale è la lentezza della conversione. Tale lentezza è connessa alle caratteristiche intrinseche del convertitore V/F, alle specifiche del segnale di temporizzazione e, in particolare, al numero n dei bit del contatore. I parametri indicati, inoltre, devono essere reciprocamente calibrati al fine di ottenere le prestazioni complessive desiderate.
Tale struttura, quindi, viene preferibilmente impiegata per la conversione di segnali a bassa frequenza.