La prima ora è molto facile, si cammina nella larga valle, su un stradone sterrato che da San Giacomo di Entraque sale leggermente riparato dai faggi, e poi prosegue in piano fino ad arrivare al primo cartello segnavia, che indica l'orario per il rifugio (4 ore 15min). Da lì, dopo poco si attraversa il torrente grazie a un ponticello in legno e si inizia il sentiero vero e proprio. Sempre in piano, si giunge al successivo cartello, che indica 3h e 20 min. Da qui l sentiero inizia a salire. Circondati da innumerevoli ruscelli, si inizia a superare il dislivello che ci separa dal rifugio, ma molto lentamente, perché la pendenza non e mai troppo severa. Alla quota di 1725 mt, complice un faggeto che faceva un pò di ombra facevamo la prima sosta. Avevamo percorso già 475mt di dislivello, ma ne mancavano ancora 1000mt. Proseguendo sempre a buon passo, superavamo l'indicazione del Passo Sottano del Muraion, a quota 2030mt, e successivamente il cartello della "fonte dell'ultimo ontano verde" a quota 2235mt. Da quà in poi il paesaggio cambia radicalmente, sempre più pietraie e sempre più nevai a far da cornice al nostro cammino. A tenerci compagnia però ci pensavano dei gruppi di stambecchi, che si aggiravano, per nulla intimoriti dalla nostra presenza, vicino al sentiero, bellissimi esemplari adulti che si facevano ammirare e fotografare senza alcun timore. Dopo l'ultima indicazione, che segnalava ancora un ora di cammino, il sentiero diventava più difficile e duro, aumentava la pendenza e anche il fondo non era più bello come quello appena percorso, anche un vento freddo rendeva questa ultima parte ancora più dura. Una bandiera italiana che appariva in cima al sentiero, segnalava finalmente la fine delle nostre fatiche, il rifugio distava ormai solo un centinaio di metri di distanza.
Il rifugio Pagarì è una piccola costruzione fatta in legno e pietra su due piani, che si armonizza perfettamente con ambiente circostante. E’ composta da una sala da pranzo con cucina, più un altra stanza con 24 posti letto. Ottima la cena che ci è stata servita, e altrettanto ottima la birra prodotta in proprio dal gestore.
L'indomani sveglia alle ore 6.30 e dopo una abbondante colazione partivamo alla conquista della vetta della Maledia. La prima difficoltà da affrontare era il canalino ghiacciato, di una lunghezza di circa 200-300 mt, con un inclinazione di circa il 45 gradi. Ma non difficile grazie alle ottime condizioni della neve che era molto compatta, e faceva in modo che ramponi e picozza facessero una buona presa. Arrivati in cima al canalino ci aspettavano gli ultimi 150mt di dislivello per giungere in vetta, che venivano affrontati con molta attenzione per via di molti tratti di sfasciume molto franosi. Una volta in vetta le perfette condizioni meteo ci permettevano di avere una visuale perfetta. Si riusciva a vedere il Cervino e il Monte Bianco. Dopo un attimo di riposo iniziavamo la discesa. Una volta giunti nuovamente in cima al canalino, ci rimettevamo i ramponi e ci dirigevamo, camminando sul ghiacciaio, verso le rovine del vecchio bivacco Moncalieri. Bellissima la discesa su nevaio, circondati da stambecchi, e da magnifici laghetti di un blù intenso. Arrivati al vecchio bivacco Moncalieri, tolti i ramponi, iniziavamo il sentiero che ci avrebbe riportato a valle. Tre ore di camminata faticosissima per via della stanchezza, ma anche per la notevole pendenza del sentiero, e anche le pessime condizioni del fondo, tutto sconnesso e pietroso. Molto belle due grandi cascate d'acqua che sono nella parte centrale del sentiero. Verso le 15.00 arrivavamo finalmente a valle. Da qui ancora un ora in piano ci separava dalle vetture, e dal pranzo che Doriana (scesa da sola ripercorrendo il sentiero del giorno prima) ci aveva preparato sul camper. Una avventura fantastica vissuta davvero al massimo, che ci aveva regalato sensazioni uniche a contatto con un favoloso ambiente naturale, che con due giornate perfette aveva fatto da cornice alla nostra conquista della vetta della Maledia.
Foto dell'escursione alla vetta della Maledia (3061mt), e al rifugio Pagarì, Valle Gesso (CN)