ESCURSIONE ALLA VETTA DEL MONTE CLAPIER, PASSANDO PER IL RIFUGIO PAGARI'

Da Casterino (Valle Roja (Francia), dal centro dell'abitato di s. Dalmas Tende, si prende in direzione di Casterino), si continua a salire su una stretta strada asfaltata fino al bivio per la Bassa di Peirafica (1720), dove si lascia la macchina, e si inizia la strada militare (chiusa da una sbarra) a destra.

Dopo poco alla Balise 393 si prende in direzione destra, passando il torrente grazie a un ponticello. Si sale attraverso un sentiero erboso, che poi man mano che si aumenta l'altitudine cambia in roccioso e poi detritico, si supera l'ultima sella che porta al Lac de l'Agnel (2415). Il sentiero costeggia la sponda nord del lago, superando due passaggi un po esposti, a strapiombo sulle acque del lago.Infine si sale fuori sentiero su rocce detritiche al Colle dell'Agnello (2565mt) (3h30m)

Dal Passo dell'Agnello, si scende e si prosegue seguendo i segnavia rossi, camminado su grossi massi, arrivando a ricongiungersi al sentiero principale che porta al Rifugio di Pagarì (2650mt) (6 h)

Dal Rifugio Pagarì si sale in direzione del Passo di Pagarì, risalendo a monte del Rifugio il nevaio segnato da ometti che sbucano dalla neve,l'ultimo tratto e molto in pendenza. Una volta in cima, si prosegue in piano (cercando di non perdere quota) verso il Passo di Pagarì (2819m) (45 m) Si prende a destra seguendo un sentiero in discesa e molto in pendenza (trovato senza neve) che porta al centro de vallone del Pagarì. Dal centro del Vallone di Pagarì, con picozza e ramponi, abbiamo scelto la via più a destra, quindi meno inclinata, e siamo risaliti fino alla fine a congiungersi poco sotto la cima, alla fine del nevaio, al sentiero segnato che risale abbastanza facilmente la vetta del monte Calpier.

Dalle vetta siamo scesi in direzione S-O verso delle rocce gialloniole, non c'e un sentiero preciso, si punta verso quelle rocce su un ripido pendio detritico. Si supera un primo intaglio che scende sulla nostra sinistra, e si continua sulla cresta costeggiando il precipizio sulla nostra destra. Si arriva alle rocce con licheni giallognoli. Da quà si apre l'intaglio per il canalino (Breche du Couloir S du Mont Clapier). Si scende prima su roccia e poi su neve a una pendenza del 45%. Fino ad arrivare nel Vallone de la Fous (2850mt). Da quà il brutto tempo ci ha costretto alla discesa sul Rifugio Nizza, visibile già dall'uscita del canalino. Dal rifugio abbiamo proseguito verso Pont du Countet, e da quì sull'abitato di Lantosque.

Dislivello da Casterino al Rifugio Pagarì 1195 mt, grado di difficoltà EE, impegnativo il tratto dopo il Passo dell'Agnello Dislivello dal Rifugio Pagarì alla vetta del monte Clapier 555 mt, grado di difficoltà E, che diventa EE se si fa la Brèche du Couloir du Mont Clapier, canalino estremamente ripidoe impegnativo, sia con neve che senza.

RACCONTO ESCURSIONE

La Scas sta facendo sue tutte le vette sopra i 3000 metri delle Alpi Marittime, e dopo le vette dell'Argentera, Malinvern, Gelas, Maledia, il 2010 segna la conquista del Monte Clapier, 3045.

L'escursione organizzata nei minimi dettagli dal regista Andrea Bianco prevedeva la partenza da Casterino, per far tappa al rifugio Pagarì, e poi il giorno seguente dare la conquista alla vetta del Clapier e poi scendere nuovamente a Casterino passando dal colle de la Fous e da quì scendere in Valmasque.

Il 10 luglio partivamo alla volta del rifugio Pagarì, i partecipanti, io (Massimo Bestagno) Andrea Bianco e Claudio Cecchi, accompagnati dall'immmancabile Paolo Serri, che ci ha tenuto compagnia fino al Passo dell'Agnello.

Si Imbocca la strada carrozzabile militare che porta in Valmasque (1936 mt) e dopo una ventina di minuti si cambia versante passando un piccolo ponte di legno e si inizia un sentiero che si snoda sul versante orientale della valle.

Il sentiero, da prima erboso e con pendenze severe dopo qualche ora di cammino diventa pietroso e spiana leggermente nei pressi del Lago dell'Agnello (2431), uno stupendo lago artificiale costruito nel periodo fascista per essere collegato all'altra diga delle Mesche, ma mai ultimato.

Lo scenario che abbiamo davanti agli occhi è stupendo, uno specchio d'acqua immobile su cui si specchiano le cime che lo circondano e tante piccole chiazze di neve che galleggiano sulla superfice , somiglianti a piccoli iceberg. Una meraviglia. E sullo sfondo la piccola sella innevata del passo dell'Agnello (2565 mt), dove seguendo il sentiero, dopo ancora un oretta di cammino e di arrampicata molto facile giungevamo.

Dal passo dell'Agnello ci si affaccia sulla Valle del Muraion, seguendo i rari segnavia e i pochi ometti si attraversa i nevai (ancora molti estesi in questo periodo e dopo le abbondanti nevicate del 2010) e brevi tratti su pietraia fino a rialacciarsi al sentiero che porta al Rifugio Pagarì (2650 mt), che sale con pendenze impegnative da San Giacomo di Entraque. Dopo 8 ore e mezza di cammino due piccoli stambecchi ci davano il benvenuto al Rifugio.

Il pomeriggio passava riposandoci e sorseggiando la famosa birra del Pagarì. Alla sera dopo una buona e abbondante cena preparata sapientemente dal gestore del rifugio Aladar, si ci metteva a letto. Il giorno dopo sarebbe stata una giornata dura e piena di sorprese!

Alle 6.30 avevamo messo la sveglia, e dopo la colazione alle 7.30 iniziavamo la salita al Passo del Pagari (2819 mt), subito sopra il rifugio. La salita fatta con l'aiuto di ramponi e picozza ci faceva capire subito che la giornata sarebbe stata molto faticosa.

Una volta al Passo del Pagarì, dopo una ricognizione alle vecchie trincee fatte a tempo di guerra, iniziavamo la discesa su sentiero detritico che ci avrebbe portato alla base del ghiacciaio del Clapier. Da lì una risalita su neve con una pendenza massima di 38 gradi ci portava poco sotto la sommità della vetta. Una volta terminato il tratto innevato proseguivamo a piedi senza grosse difficoltà fino alla vetta.

Una volta giunti sulla cima, purtroppo per noi, la splendida vista che si può godere da lassù ci veniva negata dalla scarsa visibilità dovuta da una spessa nebbia che stava salendo dal fondo valle.

Viste le condizioni meteorologiche in rapido peggioramento, dopo le foto di rito, iniziavamo la discesa verso il piccolo canalino chiamato Brèche du Couloir du Mont Clapier uno stretto canalino con pendenze fino 45 gradi e lungo un centinaio di metri. Il superamento di questo punto avveniva con qualche difficoltà, dovuto sia per la pendenza da affrontare in discesa, e per lo stato della neve che era molla e che non permetteva ai ramponi una buona presa.

Terminato il canalino eravamo nel Vallon de la Fous. Dovevamo ancora salire al passo della Fous e poi scendere in Valmasque. Purtroppo il tempo era peggiorato molto, arrivati in mezzo al Vallone sulle vette tutto intorno sentivamo forti tuoni, e qualche goccia iniziava già a scendere anche alla nostra quota. Dopo un primo tentativo di raggiungere il Passo de la Fous, dovevamo desistere, il tempo si era decisamente girato al brutto, non potevamo rischiare di fare 4 ore di cammino in quelle condizioni per arrivare alle macchine, l'alternativa era di andare al Rifugio Nizza a meno di un ora di cammino da noi. Sapientemente guidati fin li da Andrea Bianco, entravamo nel rifugio poco prima che il brutto tempo si scatenasse.

Terminato il temporale dopo poco più di un oretta, una grossa sorpresa mista a sollievo ci coglieva uscendo dal rifugio, le cime e la valle da cui arrivavamo erano completamente bianca, avevamo davvero evitato una situazione molto pericolosa.

Dal Rifugio Nizza, dopo esserci consigliati con il gestore, iniziavamo la discesa che ci avrebbe portato in località Pont du Countet sopra al paese di Belvedere, nella valle de la Gordolasque, nella Vèsubie.

Poco meno di due ore ed eravamo nel parcheggio della piccola località, e da qui, grazie alla generosità di una persona che ci ha dato un passaggio in macchina, arrivavamo a Lantosque.

Birra veloce, e brindisi alla bella avventura che avevamo passato, e via sul pulman che ci avrebbe portato a Nizza Saint Isidore, dove il Presidente della Scas Davide Bagnaschino ci veniva a recuperare.

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