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Superato il piccolo comune di Pontebernardo, all'uscita del tunnel sono presenti due opere difensive che facevano parte dello sbarramento delle Barricate, nome del luogo dove sorgono le opere, una gola stretta tra le pareti delle montagne solcata dal fiume Stura. Passaggio obbligato per accedere alla Valle Stura passando per il Colle della Maddalena.
L'opera nr. 6 sorge in alto a destra, scavata nella parete di roccia, salendo verso il Colle della Maddalena, mentre la nr. 8 si trova a sinistra subito dopo l'uscita del tunnel. Presentano entrabe due grosse ferritoie e due postazioni per la difesa dell'ingresso dotate di mitragliatrici.
Per entrare nell'Opera nr. 8 si passa davanti alla grossa ferritoia munita di cannone anticarro, si procede per alcuni metri, fino a trovare sulla sinistra una entrata parzialmente murata, solo un piccolo foro consente l'accesso al bunker. L'opera è più estesa di quella di Pianche, ed è bene dotarsi di una buona torcia e di pile di ricarica. Internamente il bunker è totalmente buio, solo due piccole ferritoie fanno entrare un po di luce. Entrando il tunnel fa subito una stretta "S" e subito dopo a destra un cunicolo porta alle due ferritoie che proteggevano l'ingresso con il deposito munizioni e maschere antigas. Ritornando nel corridoio centrale, si procede in leggera salita, si incontrano due stanze, di cui non conosco l'utilizzo, e subito dopo un'altra deviazione porta alla grossa ferritoia che doveva contenere il cannone anticarro.
Più avanti si incontano ancora la stanza per la ventilazione dell'aria, e subito dopo il grosso ricovero truppa. Quà il pavimento torna in piano, ma per poco, dopo l'ultima deviazione per la ferritoia che punta verso la sede stradale, il corridoio inizia a scendere per parecchie decine di metri. Si supera il deposito delle vasche dell'acqua e si curva a sinistra. Quà il tunnel termina, chiuso da detriti che devono essere entrati nell'opera durante la costruzione della strada e della galleria. Per uscire bisogna chiaramante fare il percorso a ritroso. L'opera e in buono stato, abbastanza pulita, Nel pavimento non ci sono buchi, c'e solo molta umidità, che ha scrostato e annerito i muri. Sono ancora visibili le scritte che indicano l'uso dei vari alloggi e vani. Sono presenti le scanalature dell'impianto elettricomai fatto, e tutte le ferritoie sono state completate con le piastre di ferro. E'un opera mai finita e mai utilizzata.
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Per visitare l'opera 6 bisogna attarversare la strada, scendere nel letto dello Stura, che in quel punto è molto facile da attravesare, e risalire lungo la scarpata verso le ferritoie che si vedono un po più in alto. Guardando bene è isibile anche l'ingresso perfettamente mimetizzato con l'ambiente circostante. La difesa dell'ingresso era assicurata da due piccole ferritoie per mitragliatrici presenti subito dopo l'entrata. Nel locale è presente una vecchia scritta inneggiante l'Italia e l'imperatore molto rara da trovare. Si entra passando dai montanti di ferro che dovevano reggere la porta blindata e stagna arrivando subito davanti alla stanza che conteneva il gruppo elettrogeno, si prende a sinistra il corridoio fino a incontrare sulla destra una latrina e sulla sinistra un corto tunnel porta alla prima ferritoia fatta esplodere al termine della guerra. Continuando ad avanzare nel corridoio si incontrano le stanze adibite a cucina e deposito acqua, il grande ricovero per le truppe e subito dopo la sala comando e l'alloggio del comandante. Tutti i locali portano sopra l'ingresso la scritta che ne indica l'utilizzo. Si salgono pochi scalini e si gira a sinistra arrivando alla seconda ferritoia anche questa saltata.
L'opera sembra terminata quà, ma dal locale del gruppo elettrogeno parte una lunga scalinata, che porta a un piano intermezzo dove è presente un foro nella roccia che non e stato terminato ne armato, doveva forse essere una ferritoia mai ultimata, oppure una seconda uscita dell'opera. Si continua a scendere fino adarrivare a un locale che dovrebbe essere quasi a livello del fiume. Anche per questo locale non conosco l'utilizzo. Per uscire dall'opera si può usare il foro nella roccia che c'e a metà scalinata in modo da non dover ripercorrere i numerosi scalini. Una volta fuori un sentiero riporta sulla sede stradale. Quest'opera, a differenza dell'altra non si e conservata molto bene. Bisogna prestare attrenzione al pavimento del corridoio, in quanto manca la parte che copre la canaletta di scolo dell'acqua. Le ferritoie essendo fatte saltare non presentano alcun riparo verso la parete della montagna, quindi e pericoloso sporgersi. La lunga scalinata, oltre ad essere il punto più buio, è la parte dove prestare più attenzione, gli scalini sono in buona parte rotti o coperti da detriti e molto umidi.