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Triestino di nascita subisce in modo evidente l’influenza della cultura mitteleuropea di una città che per secoli ha convissuto con numerose minoranze etniche e religiose. E l’inevitabile apertura verso apporti e fermenti diversi favorisce il cosmopolitismo di Del Rosso, offrendogli una vastità di orizzonti e riferimenti che segnano il suo linguaggio. Un linguaggio ricco di contenuti sociali e di teatrale testimonianza della realtà, una propensione ad esasperare il lato emotivo di quest’ultima, pur mantenendo una natura e quindi uno stile misurato, ordinato, preciso, quello del suo riquadro all’interno del foglio. L’intenzione sembra quella di riscoprire il dato comunicativo nell'arte. Un’arte talvolta ironica e costantemente provocatoria. Dall’espressionismo astratto al surrealismo, dal concettualismo all’informale, fino a diventare una forma sconosciuta che gradualmente si trasforma, trovando la direzione della cultura mondiale moderna: la cultura mediatica, in cui immaginario mediale e immaginario sociale tendono quasi a coincidere. |
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