Opere minori di Giovanni Boccaccio

Trattatello in laude di Dante

 (1351-60)

 

 

L’opera ci è giunta in tre redazioni, tutte di mano del Boccaccio: una più ampia, la vulgata, e due che sono probabilmente riassunti.

La data di composizione è comunemente collocata tra il 1351 e il 1360. La prima edizione a stampa apparve nel 1477 col titolo Vita di Dante davanti all'edizione di Vendelin de Spiera della Divina commedia commentata da Benvenuto da Imola.

La moderna critica dantesca ha riconosciuto nel Trattatello varie notizie autentiche e probabilmente di prima mano, ma anche storie dal sapore leggendario. Boccaccio onora Dante come grande cultore di poesia e scienza. Così il Trattatello è tanto una lode di Dante quanto una lode della poesia.

Tra le notizie fornite nell’opera da Boccaccio vi è l’identificazione di Beatrice con Bice, figlia di Folco Portinari.

    Caratteristica, perché ripresa più tardi dagli umanisti, è la discussione del motivo dell'utilizzo, nella Commedia, del volgare invece del latino: discussione che Boccaccio risolve ricorrendo, in sostanza, alla giustificazione di Dante, già posta innanzi per il suo Convivio, sulla decadenza degli studi liberali: la conoscenza del latino è limitata ai soli letterati, un poema scritto in latino è poco utile, e per Dante è stato dunque necessario scrivere il suo poema "in stile atto a' moderni sensi".

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