COMMEDIA DELLE NINFE FIORENTINE

(NINFALE D’AMETO)

 (1341-42)

Prima delle opera scritte nel periodo fiorentino (1341-42), la Commedia è un prosimetro, cioè ha una parte in prosa e un’altra in terzine dantesche. Il poema vuole essere un omaggio alle donne fiorentine, ed è dedicato all’amico Nicolò di Bartolo del Buono.

 TRAMA: L’opera narra la storia del rozzo pastore Ameto, che un giorno incontra alcune ninfe (Lia, Mopsa, Emilia, Adiona, Acrimonia, Agapes e Fiammetta) devote a Venere e si innamora di una di loro, Lia. Nel giorno della festa di Venere le ninfe si raccolgono intorno al pastore e gli raccontano le loro storie d’amore (questo offre un pretesto per descrivere la superba bellezza delle ninfe). Alla fine dei racconti Ameto è immerso in un bagno purificatore e comprende così il significato allegorico della sua esperienza: il pastore Ameto simboleggia l’umanità, le sette ninfe (tra cui l’amata Lia), le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) e teologiche (fede, speranza e carità) attraverso le quali l’uomo si trasforma da essere rozzo e animalesco in vero uomo degno di elevarsi alla conoscenza di Dio e dell’amore divino.

 Molti hanno definito quest’opera un’anticipazione del Decameron poiché dentro a una cornice di versi e di prose sono contenuti sette racconti (benché essi occupino soltanto sette capitoli su cinquanta).

 

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