Il
Filocolo è un romanzo in cinque libri scritto tra il 1336 e
il 1339, negli ultimi anni del soggiorno napoletano del Boccaccio. Il titolo del
romanzo, Filocolo, che doveva significare "fatica
d'amore", avrebbe dovuto forse essere Filopono, come si trova in una
edizione veneziana del 1527. Il romanzo narra le vicende di Florio e Biancifiore.
Probabilmente Boccaccio prese spunto dall'anonimo cantare di Florio e
Biancifiore e da un poemetto franco-veneto, dipendenti da due redazioni
francesi del ‘200.
La
storia inizia nei primi lontani tempi dell'età cristiana quando un nobile
romano discendente dagli Scipioni, Quinto Lelio Africano, va in pellegrinaggio
con la moglie e il seguito al santuario di San Giacomo di Compostella per
ottenere la grazia di avere un figlio. Al loro arrivo in Spagna vengono assaliti
dai soldati del re Felice. Lelio e i componenti del seguito sono uccisi, mentre
la moglie, Giulia Topazia, è accolta onorevolmente alla Corte del re, che si
rende conto dell'errore compiuto.
Giulia
Topazia partorisce una bambina, Biancifiore, e poi muore. Nello stesso giorno
nasce alla regina un fanciullo, Florio. Florio e Biancifiore crescono insieme a
corte e s'innamorano l'uno dell'altra, leggendo l’Ars
amandi di Ovidio. Il re, informato della relazione tra i due giovinetti,
dopo aver tentato invano di ingannare il figlio raccontandogli di una falsa
storia d’amore tra Biancifiore e Fileno, manda Florio a studiare nella vicina
città di Montorio, mentre Biancifiore viene portata in Oriente.
Florio,
venuto a conoscenza dalla madre del fatto, s'imbarca sotto il falso nome di
Filocolo alla ricerca di Biancifiore. Navigando verso la Sicilia una tempesta lo
spinge a Napoli, dove viene accolto
a corte. Qui conosce Fiammetta e Galeone suo amante, e prende parte, in un locus
amoenus, alla seduta di una Corte d'Amore, davanti alla quale vengono
dibattute tredici questioni amorose, due delle quali (la 4ª e la 13ª) si
troveranno rielaborate nel Decameron (Giornata X, 4 e X, 5). Dopo cinque mesi
Florio riprende il viaggio e sbarca ad Alessandria d'Egitto, dove Biancifiore è
custodita nella torre dell’Ammiraglio, prigioniera del vecchio castellano
Sadoc. Il giovane corrompe il custode e, nascosto in una cesta di rose, riesce a
penetrare nella stanza dell'amata. Qui si uniscono in matrimonio e consumano la
prima notte di nozze. Scoperti dall'Ammiraglio i due giovani sono condannati a
morte, ma li salva Venere che rende invulnerabile i loro corpi. Dopo una
battaglia tra Florio e le proprie truppe, l'Ammiraglio commosso, scopre che
Florio è suo nipote. I due protagonisti iniziano il lungo e festoso viaggio di
ritorno, fermandosi a Pozzuoli, Napoli, Cerreto e a Roma; si convertono al
Cristianesimo e, ritornati in Spagna, iniziano a propagandare la nuova
religione.
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