Palma il Giovane (Negretti Jacopo) Italiano
(1544-1628)
Appartenente alla scuola veneziana, il suo vero nome è Jacopo di Antonio Negretti.
Palma il Vecchio
(Negretti Jacopo)
Italiano (Serina, Bergamo, 1480 - Venezia, 1528)
Prozio di Palma il Giovane, fin da giovane a Venezia, fu probabilmente allievo di
Giambellino, pur mantenendo i contatti con l'arte bergamasca. Seguì in modo particolare
Giorgione, specie nelle opere giovanili, nelle Madonne e nelle Sacre conversazioni.
Nell'età più matura, rivela invece il contatto con la nuova pittura di Tiziano, pur
senza mai lasciarsi attirare dal contenuto drammatico di quest'arte, ma dedicandosi ad una
tecnica pastosa che anticipa il barocco. Tra i suoi dipinti maggiori ci sono diversi
ritratti, per lo più femminili, le Tre sorelle di Dresda e la stupenda S. Barnaba di S.
Maria Formosa a Venezia.
Papéty Dominique Louis
Francese (1815 - 1849)
Parmigianino,
Girolamo Francesco Maria Mazzola
Italiano (Parma, 1503 - Casalmaggiore, 1540)
Figlio del pittore Filippo M., subì profondamente l'influsso del
Correggio, come appare negli affreschi parmensi si S. Giovanni Evangelista. Si
trasferitosi a Roma dove eseguì la Sacra Famiglia degli Uffizi ed altre opere. Fu
successivamente a Bologna dove nelle sue opere portò quelle profonde influenze
raffaellesche assorbite nella permanenza romana, ne sono un esempio la Madonna con Bambino
di S. Petronio, la pala di S. Margherita. Le numerose altre opere del tempo affermano
quella particolarità pittorica che si manifesta nell'allungamento sottile e delicato
delle forme, sino a culminare nella nota Madonna col collo lungo degli Uffizi. Artificioso
e perfetto manierista, raffinatissimo ritrattista, trasferì nell'arte pittorica, ed anche
nell'incisione, la delicatezza signorile nella sua esistenza privata, evidente
nellabilità con la quale modella e snellisce le forme. Oltre alle opere già
ricordate sono da segnalare gli affreschi nella rocca di Fontanellato e di S. Maria della
Steccata, il ritratto di Carlo V e la Madonna del museo di Dresda.
Pearlstein Philip
Americano (1924 -vivente)
Divenne famoso per le sue rappresentazioni incisive e particolareggiate di corpi nudi.
Fu tra le figure di spicco del movimento detto nuovo realismo che, negli anni '60,
auspicava il ritorno a una precisa rappresentazione del corpo umano, in contrasto con
l'astrattismo imperante.
Picasso Pablo Ruiz
Spagnolo (Malaga, 1881 - 1973)
Figlio di un insegnante di disegno, Josè Ruiz Blasco, segue il padre alla Coruna, a
Barcellona e più tardi a Madrid, frequentando le locali scuole d'arte. Nel 1900, dopo
essersi già affermato tra le correnti moderne della pittura spagnola, va a Parigi dove si
stabilisce definitivamente nel 1904. Già diverse esposizioni hanno in questo periodo
affermato il valore del giovane artista che, dopo i dipinti ancora legati a forme
naturalistiche, validi per il loro senso cromatico, dei periodi "bleu" e
"rose", rompe ogni contatto con i mondi pittorici tradizionali aprendo la strada
alle esperienze più moderne, dando vita nel 1907 a uno dei più importanti dipinti
dell'arte contemporanea, Les demoiselles d'Avignon. Da questo periodo inizia una
forsennata ricerca di forme sempre più nuove, in un continuo tentativo di espressione che
si manifesta soprattutto, fino al 1921, nelle varie correnti cubiste. Un viaggio in Italia
fatto nel 1919 per curare a Roma la scenografia e i costumi dei Balletti russi del
Diaghilev, lo mette a contatto con l'arte classica che, contemporaneamente alle forme
cubiste, influenza le sue opere "neoclassiche", e soprattutto i disegni dal
tratto terso e lineare legati all'ammirazione per i dipinti di Ingres. Nel 1928 l'estate
trascorsa sulla spiaggia di Dinard porta a una nuova svolta la sua pittura tormentata,
tesa ora ad una forma rappresentativa del movimento che si risolve dapprima in pacate poi
sempre più tumultuose figure delle quali snatura i tratti. Quest'arte aggressiva,
talvolta dolorosa, si manifesta ancor più evidente non tanto nelle scene di corrida da
lui dipinte durante i viaggi compiuti in Spagna, quanto nel periodo della guerra civile
spagnola (quando viene nominato dal governo repubblicano direttore del museo di Prado) in
cui l'artista dipinge tra l'altro Guernica, il più fascinoso grido di rivolta e di
commozione contro gli orrori della guerra. La violenza degli uomini e delle cose si
ripercuote per tutto il periodo della seconda guerra mondiale nelle opere dell'artista,
sempre tormentate, sempre cattive nella crudele rappresentazione dell'umanità. Quando
Parigi sta per essere liberata, Picasso, che già precedentemente si era dedicato anche
alla scultura, modella L'homme à l'agneau, il simbolo della pace che sta per ritornare
tra gli uomini, e a questa visione serena si rifanno poi tutte le sue opere successive,
dalle visioni georgiche e mitologiche di Antibes, alle scene pacate nel colore e nelle
stesse movenze formali degli affetti familiari. Ad Antibes, come più tardi a Vallaris, si
dedica specialmente alla ceramica, un altro fecondo campo di attività del maestro, del
quale vanno pure ricordate le numerose incisioni, in modo particolare le splendide
illustrazioni delle Metamorfosi di Ovidio.
Pollaiolo Antonio
Pittore, scultore e orafo (Firenze, 1426-1433 - Roma, 1498)
Dopo essersi affermato come orafo, si fece notare come incisore, sia fornendo disegni a
Maso Finiguerra, sia incidendo lui stesso opere come gli Ignudi combattenti. Egli non
abbandonò mai questa attività di orafo, anzi è sempre presente nelle sue opere sia di
scultura sia di pittura, è appunto tale forma artistica che gli permette di ottenere
dalle sue sculture un particolare senso di movimento, dato soprattutto dal rapido,
guizzante intersecarsi delle linee, attraverso un senso di purezza disegnativa che sarà
anche maggiormente evidente nei dipinti. Le sue prime opere furono le Fatiche d'Ercole,
eseguite col fratello Piero nel 1460 e ora del tutto perdute. Copie di queste, di mano
dello stesso Antonio, sono probabilmente due tavolette degli Uffizi. Dello stesso periodo
sono altre piccole tavole: un S. Michele, l'Apollo e Dafne di Londra, l'Ercole e Nesso di
New Haven, il David di Berlino e, probabilmente, anche l'Assunzione della Madonna di
staggia, l'Angiolo e Tobiolo di Torino, i Tre Santi degli Uffizi. Altre sue opere di
questo periodo fiorentino sono i disegni per gli arredi sacri ricamati da abili artigiani
fiorentini, mentre, verso il 1475, si manifestano anche le prime opere di scultura, tra
queste il piccolo bronzo di Ercole e Anteo, altorilievo argenteo con la Natività del
Battista, il David di Napoli, i due Ercole di Berlino e New York, i putti della Lupa
capitolina, forse il busto del cosiddetto Machiavelli e, tra i dipinti, gli affreschi
della Villa Gallina presso Arcetri, i ritratti muliebri di Berlino e del Poldi-Pezzoli.
Poussin Nicolas
Francese (Villers, Normandia, 1549 - Roma, 1665)
Dopo aver studiato a Parigi, fu attirato dalla pittura italiana, per questo nel 1620
venne a Firenze ma fu costretto, per mancanza di mezzi, a tornare a Parigi dove strinse
amicizia con il poeta Marino e dove illustrò a penna e acquerello le Metamorfosi di
Ovidio. Dipinse anche diversi quadri a soggetto mitologico, quali Bacco ed Erigone e
Narciso. Nel 1624 finalmente si recò a Roma dove rimase fino alla morte, salvo un breve
soggiorno a Parigi, dove eseguì alcuni affreschi nel palazzo del Louvre. Il ritorno a
Parigi (1640 - 1642) segna nella sua attività un distacco netto tra i soggetti che
ispirarono i suoi dipinti, nel primo periodo legati al ricordo della mitologia classica,
poi invece tesi alla rappresentazione di soggetti religiosi. Ma il suo animo è sempre
profondamente classico, e nei suoi stupendi paesaggi della campagna romana, nei quali i
ruderi testimoniano il ricordo dell'antica Roma, egli ambienta scene bibliche,
mitologiche, cristiane, costruendo saggiamente l'architettura della composizione che non
cade mai nella sovrabbondanza retorica del barocco dominante, ma resta legata a forme
armonicamente classiche. Oltre ai numerosissimi dipinti lasciò un gran numero di disegni,
i frontespizi di alcune opere e le illustrazioni per il Trattato della pittura di Leonardo
da Vinci. Tra le sue opere più note, oltre all'Autoritratto del Louvre, ricordiamo:
Baccanali, Floralie, Parnaso, I funerali di Focione, Polifemo, Diogene, Orfeo ed Euridice.
Prud'hon Pierre-Paul
Pittore e decoratore francese (Cluny, 1758 - Parigi, 1823)
Allievo di François Devosge a Digione, ottenne una borsa di studio che gli permise di
recarsi in Italia. Qui, studiò Pietro da Cortona, Raffaello, Leonardo, ma soprattutto il
Correggio. Tornato in patria, dedicò la propria attività per la massima parte al
ritratto. Ricordiamo appunto di lui i ritratti di Madame Copia, moglie del suo incisore,
di Madame Anthony e dei suoi figli, di Giuseppina della Malmaison, oltre a quello del
Saint-Just, eseguito durante la Rivoluzione. Altre sue opere furono: La famiglia Anthony,
La Saggezza e la Verità che discendono sulla terra, L'allegoria della Pace, ora a Lione,
opera poderosa che gli procurò l'amicizia di Primo Console, la Psiche, il Crocifisso, La
giustizia e la vendetta divine che perseguitano il Delitto, quest'ultima ora al Louvre.
Dotato di un vero senso del decorativo, si ispirò alla classicità raggiungendo poetici
risultati. Stimato da Napoleone, disegnò la culla del re di Roma e il sigillo
dell'Impero. |