IL COTTAGE
1
Sara
guidava tranquillamente sulla tortuosa strada che l'avrebbe portata in un
piccolo cottage, dove avrebbe trascorso un periodo di relax dopo le disastrose
vicende della sua vita.
Mentalmente
ringraziava ancora Anna di tutto questo, in effetti, dopo che gli aveva
raccontato le ultime disastrose vicende della sua vita, lei gli propose di
trascorrere una settimana nel cottage, sperduto tra le montagne, di suo marito
Mark.
Inizialmente
doveva partire anche Anna, per farle un po’ di compagnia poiché lì non c'era
molto da fare, se non passare il tempo ad ammirare la natura circostante, ma un
imprevisto aveva impedito che l'amica l'accompagnasse, infatti, il marito era
dovuto partire per un viaggio d'affari di qualche giorno e Anna doveva rimanere
a casa con i figli.
Sara
stava pensando che si sarebbe sentita un po’ sola lì sperduta tra le
montagne, ma non le importava voleva rimanere tranquilla per un po’ non ne
poteva più del caos della città, della sua vita frenetica. Aveva proprio
bisogno di una vacanza pensò.
Il
cielo era limpido, ma il freddo era pungente avrebbe scommesso che sarebbe
venuto a nevicare di lì a poco, ma non le importava fra poco sarebbe arrivata
al cottage, avrebbe acceso il fuoco e si sarebbe rilassata.
Intanto
la sua auto scivolava veloce sul manto della strada.
Anna
era stata molto precisa nel descrivergli la strada che avrebbe dovuto
intraprendere, e fino ad ora non aveva avuto grossi problemi.
La
vacanza prometteva bene, un panorama da favola, una casetta sperduta tra le
montagne, tranquillità che cosa avrebbe potuto desiderare di più? Una cosa
c'era, però, che la tormentava ogni istante, aveva bisogno di una famiglia, di
qualcuno ad attenderla sulla porta di casa la sera, qualcuno che gli buttasse le
braccia al collo e gli assicurasse che gli vuole bene, sì, Anna era un'amica
eccezionale non era quasi mai sola quando lei era in città. Tutte le sere
saliva nell'appartamento di Sara e si faceva raccontare come fosse andata la
giornata, a volte portava anche qualche dolce fatto in casa e quando saliva da
lei con i gemelli il cuore gli traboccava di gioia. Ma appena se ne andava era
nuovamente sola.
Con
questa vacanza avrebbe messo alla prova se stessa, non poteva sempre contare su
Anna, lei aveva la sua vita, la sua famiglia e lei invece che cosa aveva?
Niente, un appartamento e una macchina con continuo bisogno di riparazioni, non
aveva fratelli né sorelle, un gatto, un cane, nessuno. I suoi genitori erano
morti un anno prima, e lei ora era sola aveva, alcuni parenti ma erano molto
lontani dalla sua città e quasi non si conoscevano.
Era
sola insomma.
Basta!
Si disse non posso continuare a vedere i lati negativi della mia vita, ci sarà
pure qualcosa di bello no? In effetti, c'era, poteva contare su dei buoni amici,
affidabili e sinceri e poi… e poi…
Non
le veniva in mente altro. Distolse la sua mente dai suoi problemi, e si dedicò
ad osservare il paesaggio, che si meritava la sua analisi, lì intorno c'erano
alberi secolari che avevano assorbiti anche gli agenti atmosferici più feroci
ma erano ancora lì e per di più non si lamentavano, anzi sembravano vigorosi e
pieni di vita, in quella settimana avrebbe dovuto imparare a vivere da quegli
alberi, li avrebbe osservati e ne avrebbe trotto vantaggio, almeno sperava!
Ecco
un altro indizio che le confermava che era sulla strada giusta, una piccola
chiesetta, ancora qualche chilometro e sarebbe arrivata. La strada che doveva
imboccare per arrivare al cottage era immersa nella vegetazione e non era facile
vederla ma con l'aiuto delle indicazioni di Anna ce l'avrebbe fatta, doveva solo
cercare, sulla destra, un cartello stradale che indicava attenzione pericolo
attraversamento animali selvatici, subito dietro al cartello ci sarebbe stata
una piccola strada sterrata appena riconoscibile, visto che Anna e Mark non
venivano spesso a trascorrere le vacanze lì.
Infatti,
la strada era seminascosta dalla vegetazione e il cartello stradale manomesso,
così vide troppo tardi lo sterrato che l'avrebbe portata alla sua "casa
delle vacanze" come si divertiva a definirla lei.
Fece
marcia indietro e imboccò la stretta via, era quasi impraticabile, la sua auto
ne avrebbe risentito se l'avrebbe percorsa tutti i giorni. Dopo qualche minuto
di quella tortura, perché di tortura si trattava poiché la sua auto aveva agli
ammortizzatori ormai vecchi, viaggiando in città non l'aveva mai notato, arrivò
in vista del cottage e notò che era abbastanza trascurato.
Depositò
la macchina sul retro così da sentirsi completamente immersa nella natura e non
rovinare la bellezza del panorama.
Era
tutto fantastico lì intorno, la tranquillità l'assalì all'istante sarebbe
potuta rimanere ad ammirare il panorama per tutta la settimana, ma doveva
entrare, faceva freddo. Prima però si concesse un po’ di tempo per ammirare
tutto ciò che la circondava, si sarebbe sentita più a suo agio se avesse
conosciuto i dintorni. Dal retro della casa, come anche dal davanti, si vedeva
solo una fitta vegetazione, ma non dava la sensazione di oppressione, anzi,
proprio il contrario, si sentiva libera.
Prese
un piccolo sentiero in mezzo, alla vegetazione e dopo pochi minuti sbucò in una
radura che la lasciò senza fiato. Lì dietro alla sua "casa delle
vacanze" c'era un immenso prato, bellissimo di un verde brillante, che
scendeva di qualche metro dove poi ricominciava la vegetazione, le sarebbe
venuta voglia di rotolarsi in mezzo all'erba come faceva da bambina, ma non ne
aveva il tempo e poi iniziava a fare troppo freddo e il sole stava calando. Si
sedette un po’ e vide un'aquila che volava sopra la sua testa e poi si
allontanava incurante sella sua presenza. Davanti a lei c'era una lunga distesa
di montagne con le punte innevate e una sottile nebbiolina che le avvolgeva.
Si
sentì finalmente libera da tutti i suoi problemi, una settimana lì gli avrebbe
messo a posto i nervi, che ultimamente erano sempre troppo tesi.
Sì,
confermò si sarebbe divertita. Si alzò felice e riprese la via del ritorno,
ora avrebbe acceso il cammino, fatto una bella doccia calda e mangiato qualcosa
poi subito a letto, la giornata era stata faticosa e lunga.
Aprì
la porta con la chiave che le aveva dato Anna, il cottage era piccolo ma per una
persona sola poteva bastare. La prima cosa che vide fu la cucina con il minimo
indispensabile per cucinare. Anna gli aveva assicurato che avrebbe trovato la
dispensa e il frigo pieni, e così fu, c'era un po’ di tutto, forse anche
troppo per una persona sola, si disse, in fondo non era venuta lì per mangiare,
ma per riposarsi e rilassarsi.
Oltrepassando
la cucina c'era un piccolissimo soggiorno con un televisore, un po’ antiquato
e sperava che almeno funzionasse.
Si
guardò un po’ in giro e notò la mancanza del camino, come avrebbe fatto a
riscaldare quelle stanze, poiché i normali sistemi di riscaldamento in quei
luoghi era difficile averli?
Forse
avrebbe trovato una stufa, lo sperava almeno, faceva molto freddo lì. Al piano
superiore c'era la camera matrimoniale con un bel letto, un armadio due comodini
e finalmente il camino!
Nel
muro era ricavato un ripostiglio per la legna e si affrettò subito ad
accenderlo, non essendo esperta ci impiegò diversi minuti per riuscire ad
accenderlo. Ma poi ce la fece. Vicino al caminetto c'era una porta che conduceva
al bagno, il che era riscaldato dal fuoco della stanza affianco. Andò ad aprire
l'acqua del lavandino per assicurarsi che almeno quella fosse calda e dopo
qualche minuto tirò un sospiro di sollievo poiché almeno il riscaldamento
dell'acqua era funzionante.
Dopo
aver fatto ancore un giro della casa uscì per riprendere le sue valige che
ancora si trovavano in auto. Fece più volte il tragitto tra la casa e la
macchina, non si ricordava di aver portato così tante cose. Cominciava anche a
nevicare.
Quella
sera come cena avrebbe mangiato un panino, non aveva voglia di cucinare.
Quindi
mangiò e poi con calma sistemò le sue cose, le piaceva l'ordine e non avrebbe
mai lasciato le sue cose in giro, e poi non era nemmeno casa sua, anche se ora
era lei ad abitarci.
Sistemò
tutto e poi si disse verso il bagno per fare una bella doccia rigenerante. Uscì
con la camicia da notte di flanella che si era portata e che le aveva regalato
Anna per il suo compleanno, guardò l'orologio erano appena le nove, ma non
importava, si sarebbe svegliata presto l'indomani. Si sdraiò a letto e notò
che era molto confortevole, caldo e morbido.
Si
addormentò all'istante.