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Lei era sconvolta, Matt la stava baciando ed era talmente incredibile che non aveva nemmeno le forze di respingerlo, “Ma a chi voleva darla a bere” pensò lei “io non voglio respingerlo, almeno non ora!”. Gli si avvicinò ancora di più posizionandogli le mani sul petto, era caldo e sodo. Lo guardò negli occhi e vide desiderio, sicuramente non si sarebbe fermato, quindi toccava a lei farlo, ma non ne aveva le forze, le sue mani invece di respingerlo lo accarezzavano e la sua bocca poi, invece di urlargli di stare lontano ricambiava i suoi baci con altrettanto ardore. “Sara sei una stupida! Una stupida!” continuava a ripetersi, ma non serviva, lo sapeva!
«
Ascoltami, dolcezza, voglio fare l’amore con te, ma non sono sicuro che tu sia
d’accordo, hai qualche secondo di tempo per decidere, ma fai in fretta, non
rispondo più delle mie azioni! » pronunciò Matt staccandosi leggermente da
lei.
Sara
iniziò a tremare, gli si presentarono davanti agli occhi scene terribili della
sua vita, successe appena qualche mese prima… svenne…
Riprese
conoscenza dopo qualche minuto.
La
testa le ronzava, ma sentiva che le forze stavano tornando. Sentì Matt che la
chiamava, e appena le forze glie lo consentirono, lo guardò era ancora
difficile parlare, non sapeva perché era svenuta, o forse sì? Probabilmente
era stata la paura mista all’emozione del momento.
Si
sentì sollevare da braccia forti, era Matt che la portava di sopra, finalmente
al sicuro, riuscì a pronunciare solo un debole « Grazie ».
«
Non preoccuparti ora sei al sicuro, quando avrai riposato mi spiegherai… perché
vedi… io non capisco… Bhe parleremo più tardi, ora riposa. »
La
depositò sul letto la coprì con una coperta di lana, aggiunse la legna al
camino e uscì.
Sara
si sentiva stupida, com’era potuta svenire così per un bacio? Ok, aveva avuto
paura, ma non era una buona scusa soprattutto non era una giustificazione, cosa
significava? Non avrebbe più potuto avere una relazione con un uomo? Decise di
riposare un po’ e dare appuntamento ai suoi pensieri a più tardi, forse una
bella dormita avrebbe chiarito molte cose. Così pensando si addormentò.
Un
brontolio al suo stomaco la fece svegliare dopo un’ora. Decise di alzarsi,
scendere e affrontare Matt, aveva un po’ paura, o meglio non sapeva come
comportarsi cosa dirgli, bhe poteva solo dirgli della violenza subita, e cercare
di capire insieme a Matt cosa fosse successo.
Scese
piano le scale, dalla cucina proveniva un delizioso profumino, entrò e trovò
Matt ai fornelli. Doveva ammettere che era proprio un bell’uomo, come faceva
ad averne paura ed essere così attratta da lui? « Ciao, che prepari di buono?
» disse Sara per fargli sapere che era lì, si sentiva a disagio quando lo
guardava con quegli strani pensieri che le occupavano la mente.
«
Ah sei qui, ti ho preparando un po’ di brodo di verdure, ti farà bene, di
secondo, non so, vuoi carne o pesce? Non sapevo cosa preferivi quindi li ho
preparati entrambi. » rispose Matt, con un sorriso dolce sulle labbra.
«
Non dovevi disturbarti tanto, ti ringrazio, per me vanno bene entrambi, come
preferisci tu. »
«
Ok, facciamo così, meta carne e metà pesce, così non litighiamo… come stai?
Ti senti un po’ meglio? »
«
Sì, grazie… ora sto bene… e…. scusami, non so come sia potuto succedere o
meglio lo so, ma non ne sono sicura, c’è ancora qualcosa che non capisco. »
cercò di spiegare Sara, anche se sapeva che Matt non aveva capito molto, ma non
sapeva da dove iniziare.
«
Non ho capito molto, ne parliamo dopo mangiato, sempre se sei d’accordo. Io
non voglio obbligarti. »
«
Preferisco parlarne ora, vedi… due mesi fa… sono stata violentata… nel
parco davanti al mio appartamento… stavo facendo una corsa dopo cena per
digerire e… mi hanno rubato la collana di mia madre… che è morta un anno
fa… »
«
Non importa, non pensarci più ora, vieni qui » lui gli si avvicinò, e la
strinse tra le sue braccia, come si stava bene lì, si sentiva a casa, protetta
dal mondo esterno, chiuse gli occhi e iniziò a piangere.
«
Stt… Non piangere, è tutto finito, da oggi in poi ti prometto che non ti
succederà più nulla di spiacevole… » cercò di consolarla Matt.
«
Non promettere una cosa che non puoi mantenere, non devi preoccuparti per me, so
badare a me stessa »
«
È vero, non so cosa succederà in futuro, ma sono sicuro che non ti succederà
mai nulla di così spiacevole, e anche se dovesse succedere fammelo sapere e
sistemerò tutti quelli che ti faranno ancora del male! » cercò di scherzare
lui.
«
Ok, sarai il primo ad esserne informato! » rise lei, si sentiva bene ora era
piacevolmente rilassata.
Iniziarono
a pranzare tranquillamente, finalmente l’aria circostante non era più piena
di elettricità, come lo era stata fin dal primo giorno.
«
Che cosa facciamo oggi? » chiese Sara, dopo il pranzo, più per riaprire la
conversazione che per interesse.
«
Ma non so, che ne dici di una passeggiata all’aperto? È da un bel po’ che
siamo rinchiusi qui, c’è ancora un po’ di neve ma non dovrebbe essere
pericoloso, che ne dici? » propose Matt.
Per
la prima volta si sentiva in accordo con Matt, non aveva voglia di protestare.
« Ok, mi sembra una splendida idea »
«
Te la senti vero? Non è che sei stanca, non vorrei farti stancare troppo. »
disse premurosamente Matt, Sara si stupiva a questo suo comportamento, non
c’era abituata.
«
Sto benissimo grazie. Sistemo la cucina, e poi… si parte! » disse tutta
eccitata, si era felice di questa proposta sarebbe potuta finalmente uscire e
sapeva che con lui era al sicuro.
«
Sistemo io la cucina, tu vai a prepararti, metti qualcosa di molto caldo »
«
Allora vado, e vedrai che bel maglione metterò, l’ho fatto io! » si sentiva
una bambina che dice con orgoglio alla mamma di aver appena costruito una
bambola di pezza.
«
Sono proprio curioso! » disse Matt, stava ridendo a crepapelle quando Sara uscì
dalla cucina.
Salì
le scale ed entrò nella stanza, sapeva che il maglione che aveva confezionato,
non era bellissimo, ma era orgogliosa del suo operato.
Quando
ridiscese le scale dopo essersi cambiata, trovò Matt che si stava cambiando in
salotto, era a torso nudo, ed era fantastico, va bhe lo vedeva solo di spalle,
ma poteva ben immaginare tutto il resto. Quando lui si girò lei era lì intenta
a fissarlo, lui appena la vide fece un sorriso e disse « Ah sei già qui?
Scusami ma mi stavo cambiando, faccio in un attimo » si voltò e continuò a
cambiarsi, si mise una maglia di lana, e poi sopra un maglione, stava
armeggiando con qualcosa “Oh no, i pantaloni, ma che fai lì impalata fai
qualcosa torna di sopra, scendi in cucina, corri tra le sue braccia, ma non
restare lì a fissarlo!” era stupita non riusciva più a comandare il suo
corpo, quando c’era lui di mezzo non rispondeva come doveva, e il più delle
volte si trovava imbarazzata, come ora. Lui nel frattempo continuò a cambiarsi.