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Matt svegliandosi si trovò coperto da una calda coperta “Questa deve essere stata lei” pensò “non può essere proprio così male”.
Si
alzò e notò il caminetto acceso. “Che cara ragazza” pensò.
Scese
le scale ed entrò in cucina.
La
trovò intenta ai fornelli, la tavola era apparecchiata per due. E lei era
splendida aveva i capelli ramati raccolti da una coda di cavallo, non aveva mai
visto niente di simile.
Dopo
quello che era successo non sapeva come affrontare la situazione, era
imbarazzato, decise di andare a sedersi al tavolo senza dire una parola. Lei si
voltò, lo vide, e per la prima volta gli sorrise. Oh Dio com’era bella!
«
Che c’è di buono per cena? » pronunciò.
«
Pollo con patatine, ti piace? » chiese gentilmente lei. Notò che lei era
imbarazzata e sembrava anche molto più docile di qualche ora prima.
«
Molto, grazie » fece una pausa e poi riprese « E… grazie anche per il camino
e la coperta, questa casa deve essere molto fredda di notte »
«
Ho acceso anche la stufa in soggiorno, si gela di là » pronunciò lei.
Il
resto della cena fu consumato in silenzio, c’era elettricità nell’aria una
piccola scintilla avrebbe potuto rovinare quella serenità che si era creata a
fatica.
Alla
fine della cena lei si alzò e si diresse verso il salotto, lui intanto la
osservava non capiva cosa volesse fare e non osava chiederglielo per paura da
farla arrabbiare di nuovo
Quando
la vide tornare con la giacca a vento osò chiedergli « Dove vai Sara? »
«
Solo a prendere dell’altra legna per il camino »
Lui
nel frattempo l’aveva raggiunta alla porta e la fermò tenendola per un
braccio. A quel tocco il sangue gli si rimescolò nelle vene, oh no! Un’altra
volta non posso continuare ad essere eccitato ogni volta che ci tocchiamo, finirò
per impazzire! Pensò lui, ma pronunciò in tono un po’ arrogante « Faccio io
donna, tu prenderai freddo! » E uscì così, senza giacca a vento, era talmente
infuocato e arrabbiato con se stesso che non se ne accorse nemmeno. Per
raggiungere la legnaia dovette inzupparsi fino alle ginocchia, fortunatamente la
legna era coperta da un telo di nylon, almeno era asciutta. Ora però iniziava a
fare veramente freddo quindi tornò in casa di corsa, per quanto possibile.
Lei
era ancora lì in piedi davanti alla porta con la giacca a vento, ma che faceva
lì?
«
Cos’è stai aspettando Babbo Natale? » chiese lui nuovamente in tono
arrogante.
Lei
si voltò e se ne andò non disse niente, in fondo era meglio così, non aveva
voglia di discutere di nuovo, avrebbe finito per sentirsi ancora in colpa.
Portò
la legna di sopra e riattizzò il camino, si sedette sul bordo del letto a
pensare: “Ma perché non riusciamo ad essere persone civili? Perché dobbiamo
sempre litigare? Forse perché io odio le donne e lei odia gli uomini, “h
andiamo bene, chissà se ne usciamo vivi da qui!” poi si alzò e scese per
aiutarla a riordinare la cucina.
Quando
ebbe finito si diresse in salotto e lei si rifugiò in camera.
In
salotto Matt si accorse che la stufa non funzionava più, aveva finito il
cherosene, ma non voleva dirlo a lei, avrebbe fatto senza stufa, in fondo era un
uomo e un po’ di freddo non gli avrebbe fatto male.
La
sentì scendere le scale ed andare in cucina, nel ritornare di sopra, lei gli
urlò: « Buona notte! » continuando a salire le scale, poi si fermò, si voltò
verso di lui dicendo: « Se ti serve il bagno vai ora, io sto andando a letto…
Brr… che freddo! Ti porto un’altra coperta! » e sparì di sopra. Matt non
ebbe nemmeno il tempo di ringraziarla. Salì in bagno e trovò lei in camera
seduta sul letto e gli disse « Buona notte! » e scese. Lei nel frattempo gli
aveva già fatto il letto con due calde coperte di lana e le lenzuola di
flanella “Era un amore quando si prendeva cura di lui” pensò e subito si
rimproverò doveva finirla di comportarsi così, lei era una donna, e le donne
mentono.
Si
stese nel suo scomodo giaciglio maledicendo Mark per tutto questo. Lo svegliò
la voce di lei, aveva freddo, tanto freddo, sentì che lei diceva: « Matt, Matt
svegliati, ma sei impazzito? Svegliati ti prenderai una polmonite »
Aveva
mal di testa aveva freddo, ma riuscì ad aprire gli occhi anche se gli costava
molta fatica. Si guardò attorno, non capiva dov’era, sentiva solo il freddo
che si impossessava di lui « Dove sono? » balbettò
«
Sul pavimento, mezzo nudo, con la neve fuori dalla porta e la stufa spenta,
cos’è volevi morire? Così forse mi sarei sentita in colpa? » urlò lei.
«
Parla piano per favore ho un mal di testa terribile! » biascicò lui
«
Ci credo in queste condizioni, fammi sentire… » lei gli si avvicinò, e Matt
si ritrasse e pensò “Ma che fa? Vuole approfittarsi di me in queste
condizioni?” ma alla fine si pentì dei suoi pensieri, non la conosceva molto
bene, ma sapeva in cuor suo che non l’avrebbe mai fatto.
Nel
frattempo lei lo aiutò ad alzarsi e a stendersi sul divano, sotto le coperte.
Tremava ma non per il freddo, anche se forse quello poteva contribuire, ma per
la vicinanza di lei, lei che gli toccava le spalle, le braccia che gli
rimboccava le coperte “No, no non posso continuare in questo modo, finirò per
impazzire!” si trattenne a stento di dirgli qualcosa di sgradevole per farla
allontanare, in fondo lei era gentile, non poteva trattarla sempre male.
«
Ti preparo una tazza di the bollente e cerco delle aspirine, credo che tu ne
abbia febbre »
«
Ok » rispose, non aveva nemmeno le forze di discutere, o forse semplicemente
non ne aveva voglia. Anche se il the non gli era mai piaciuto molto per questa
volta avrebbe fatto un’eccezione. Sara tornò, poco dopo, con il the, le
aspirine e un termometro. « Ora proviamo la febbre, poi via di sopra e dormi al
caldo, ok? » sentenziò lei.
«
Ok » e prese il termometro.
Dopo
cinque minuti constarono che aveva un po’ febbre, lei lo aiutò a salire le
scale.
Arrivato
di sopra si stese a letto “Oh, com’è caldo questo letto e il profumo di lei
poi è quasi una droga, no non posso continuare così o lei rimane con me, o è
meglio che me ne vado è pazzesco, non posso continuare a sentirmi in questo
modo!”
Lei
tornò di sopra « Ho preso una tua camicia e un paio di pantaloni comodi, così
potrai usarli come pigiama, non mi va di vederti girare mezzo nudo per casa! »
«
Ok, ma tu rimani qui con me, non mi va di rimanere solo » “Ma cosa stava
dicendo? Ma era impazzito del tutto?”
Lei
interruppe i suoi pensieri « Ehi non metterti in testa strane idee, ok che sei
malato ma io sono sempre una donna ricordi? » si difese Sara
«
È vero sei una donna… ma che donna! » basta ora doveva dormire e stare
zitto, non poteva dire cose simili « scusami… vai pure… »
Lei
scese e lui rimase lì, solo, e con il desiderio di lei al suo fianco. Trovò la
camicia da notte di lei sotto il cuscino e la annusò “Mmh, che buon profumo,
uff, non posso continuare così, basta, ho detto basta!” e poi si addormentò
con il viso nella camicia da notte di Sara.
Il
mattino successivo si svegliò al profumo del caffè, si sentiva un po’
meglio, e scese.
«
Buon giorno » gli disse Sara appena lo vide in cucina.
«
Buon giorno anche a te, hai dormito bene? » rispose lui.
«
Sì, grazie, avevo un po’ freddo, ma non funziona la stufa? » chiese Sara.
«
No, mi dispiace è per quello che ti avevo chiesto di rimanere » cercò di
spiegare Matt, più che altro per giustificare la proposta della sera prima.
«
Comunque ho dormito vestita poiché quando sono tornata a prendermi la mia
camicia da notte, tu non hai voluto darmela! » ridacchiò Sara
«
Io non ho voluto dartela? E perché mai? » chiese Matt facendo finta di non
sapere nulla.
«
Mah, non so forse la credevi il lenzuolo, quando ho cercato di strappartela
dalle mani hai brontolato qualcosa e ti sei girato, quindi ho rinunciato! »
Lui
rise divertito e Sara lo imitò.
«
Ora siediti e mangia, ho fatto alcuni biscotti, è la prima volta che ci provo,
quindi non garantisco la riuscita »
«
Non importa, sono affamato e non me ne accorgerò nemmeno » pronunciò Matt
«
Grazie tante, non è molto delicato quello che mi hai appena detto! » sembrava
un po’ offesa ma stava ridendo.
«
Scusa, non volevo offenderti! » Matt la guardò bene in viso e ridacchiò.
«
Che c’è adesso? » chiese Sara.
«
Aspetta un attimo… »Matt si alzò, fece il giro del tavolo e si accovacciò
ai piedi di Sara.
«
Che c’è? » chiese nuovamente lei irrigidita.
«
Nulla, hai solo un baffo di farina proprio qui » e le sfiorò la pelle proprio
sopra il labbro. “Oh no, rieccoci di nuovo” pensò Matt “gli sono ancora
troppo vicino, ma non posso andarmene ora, non ce la faccio” Matt rimase
incantato dalla bocca di Sara, iniziò a sfiorargliela leggermente con le dita.
Sentì Sara tremare, ma non sapeva se per paura o per qualcosa d’altro, ma era
dolce e così bella, e pensò “ O adesso o mai più, anche perché se non la
bacio subito potrei morire!”
Avvicinò
la bocca alla sua, sfiorò le sue labbra, che erano calde e conturbanti, e né
disegnò il contorno con la punta della lingua, era finito, era completamente in
suo potere, ma non gli importava non sapeva come fermarsi.
Sentì
che lei tremava ma non lo respingeva, si spinse un po’ oltre e si impossessò
completamente della sua bocca, profumava di caffè e biscotti, “Oh quanto è
incantevole, penso che se non mi fermo ora non mi fermerò mai più!” non
voleva approfittarsi di lei, voleva solo… conoscerla un po’ meglio.