In
un bosco grande grande, un coniglio piccolo piccolo, che si era
allontanato dalla tana per giocare a nascondino, si perse, senza
riuscire a ritrovare la strada di casa. |
![coniglio.gif (92322 byte)](images/crevacco/coniglio_small.gif)
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"Scusi,
signora Talpa , potrebbe dirmi dov’è la mia tana?"
Ma la Talpa
non rispose.
Il
coniglietto ripeté la domanda, ma la Talpa, sorda e miope com’era, si
ritirò nella sua buca senza rispondere.
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![talpa.gif (101337 byte)](images/crevacco/talpa_small.gif)
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"E
adesso? A chi posso chiedere aiuto? Scusi, signora Riccio , sa dov’è
la mia tana, per favore?"
"Cosa
fai in giro da solo nel bosco? Non sai che ci sono tanti pericoli? Tua
mamma dovrebbe averti insegnato a non allontanarti! Guarda i miei figli
come mi seguono!"
Il
povero coniglietto rimase mortificato ad ascoltare il rimprovero di
mamma Riccio e sentì gli occhi inumidirsi, mentre la fila dei ricci
scompariva sotto i cespugli. Sì, certo, sua madre gli aveva parlato dei
pericoli del bosco e gli aveva detto di non allontanarsi mai troppo
dalla loro tana, ma lui non aveva fatto apposta a perdersi.
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![riccio.gif (70617 byte)](images/crevacco/riccio_small.gif)
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Un
rumore improvviso lo mise in allarme e il coniglietto si raggomitolò
tutto, cercando di farsi più piccolo che poteva.
"E
se fosse il lupo?"
Si chiedeva rabbrividendo. Ma un musetto umido si affacciò su di lui: "Cosa
fai qui tutto solo?"
"Mamma
mia, che paura mi hai fatto! Tu sei il figlio del Cervo ?"
"Sì,
mio padre è qui vicino"
"Io
mi chiamo Meo, ma ho perso la strada di casa e non riesco a ritrovare la
mia tana. Non potrei venire con voi?"
"No,
perché mio padre non vuole estranei in famiglia. E poi lui mi ha
insegnato a correre molto veloce quando c’è pericolo e tu non
potresti correre come noi! Ah, ecco mio padre…devo andare! Ciao!"
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Meo
rimase di nuovo solo e cominciò a saltellare da un cespuglio all’altro,
dietro gli alberi e le macchie del bosco, guardandosi intorno senza
farsi vedere. Fu così che tutto a un tratto vide una mamma con i suoi
quattro figli avanzare verso di lui. Non aveva mai incontrato degli
abitanti del bosco così, neppure a casa sua aveva mai sentito parlare
di qualcuno vestito di nero e di bianco come i nuovi venuti. |
"Non
hanno l’aria cattiva!"
Pensò fra sé. "Quasi
quasi mi faccio vedere!"
Uscì
fuori dal nascondiglio alzandosi sulle zampette posteriori pronto a
salutare. Ma appena lo videro la mamma e i suoi figli si avvicinarono a
lui alzando la coda e lo spruzzarono…
Povero
Meo: aveva incontrato la Puzzola e i suoi figli. Meo scappò via da
quella famiglia maleodorante, ma nonostante provasse a sfregarsi contro
le piante, l’odore nauseante non lo lasciava. Provò a rotolarsi nell’erba
alta e umida, ma l’unico risultato fu di accorgersi che anche l’erba
prendeva quel cattivo odore.
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L’impazienza
di togliersi di dosso la puzza gli fece perdere ogni precauzione;
correva e saltava in ogni direzione senza prudenza, e ad un tratto si
trovò davanti alla Volpe . |
![volpe.gif (99737 byte)](images/crevacco/volpe_small.gif)
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Da
principio tutti e due, sorpresi di vedersi all’improvviso, rimasero
immobili a guardarsi per un attimo. Meo, coi battiti del cuore che si
erano improvvisamente fermati dalla paura, la Volpe stupefatta di
vedersi arrivare davanti senza fatica un boccone così prelibato.
"Papà,
che puzza!"
Dissero ad un tratto i due volpacchiotti girando il naso dall’altra
parte. "Che
puzza, che puzza!"
La
Volpe ricacciò in gola l’acquolina che le era venuta e starnutì. L’istinto
la portava ad azzannare il coniglio per non lasciarlo scappare: fece per
avvicinarsi, ma l’odore era così forte che retrocesse e, giratasi
verso i figli disse: "Lasciamo
perdere"
Meo
era salvo!
"Perché
nessuno vuole più starmi vicino?"
Povero coniglietto senza casa! Dopo l’incontro con la Volpe, ripresosi
dalla paura, Meo vagò qua e là nel bosco, finché si trovò davanti
all’ingresso di una tana. "Che
siano conigli come me? Potrei entrare e chiedere se conoscono qualcuno
della mia famiglia!"
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S’inoltrò
nell’apertura buia, che più avanti si allargava in un’ampia tana
circolare: il tempo di annusarlo e mamma Tasso urlò ai figli: "Fuori!
Fuori tutti! La Puzzola ha fatto un’altra vittima! E tu: vattene da
dove sei venuto!" |
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Cammina,
cammina il coniglietto arrivò alla fine del bosco e si trovò davanti a
un campo pieno di spighe d’oro curvate dolcemente da un vento leggero.
Non aveva mai visto un campo di grano e, addentati due o tre gambi alla
base, si mise a rosicchiare le spighe.
"Che
buono!"
Disse subito rimpinzandosi coi chicchi maturi. Avanti e indietro, avanti
e indietro, le sue mascelle continuavano a masticare, finché, ormai
sazio, si accorsi che qualcuno molto più piccolo di lui faceva la
stessa cosa in alto appeso alle spighe.
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"Chi
siete?"
Chiese stupito, e questi, fra un boccone e l’altro.
"Siamo
topini granaioli!" Risposero.
Meo non raccontò ai nuovi amici le sue avventure passate, sperando che
non si accorgessero del suo cattivo odore. La conversazione continuava,
ma i topini non scappavano e il coniglio, rinfrancato, cominciò a
chiedere informazioni: "Questo
grano è buono, ma io preferisco l’erba verde e fresca. Dove posso
trovarla?"
"Vai
sempre avanti e in fondo ai campi troverai delle stoppie bruciate,
allora sarai vicino al campo dei cavoli, il paradiso dei conigli".
"Grazie"
Rispose Meo "Siete
stati proprio gentili!"
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Stava
già allontanandosi quando uno dei due topini gli gridò dietro: "Prima
di arrivare al campo dei cavoli c’è un fosso pieno d’acqua. Ti
consiglio di farci un bel bagno, perché non hai proprio un buon
odore!"
Il
bagno nel fosso eliminò l’odore della Puzzola e gli dette più
energia. Saltando veloce, percorse tutto il campo di grano e, arrivato
in fondo, si trovò stupefatto davanti a uno spettacolo meraviglioso: un
mare di erba alta, piena di fiori di campo, dove farfalle svolazzavano,
mentre pigre lumache si trascinavano sulle foglie e grosse cavallette
balzavano in ogni direzione.
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Un
mondo nuovo che il coniglietto non aveva mai visto. Ma il sasso su cui
credeva di essere posato si mosse e Meo fece la conoscenza della
Tartaruga .
"Stai
cercando il campo dei cavoli? Ti ci porto io se hai la pazienza di
seguirmi, ma guarda che di pazienza dovrai averne tanta, perché io sono
molto lenta!"
Gli disse questa.
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![tarta.gif (92675 byte)](images/crevacco/tarta_small.gif)
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Ci
vollero ore per percorrere un tratto che il coniglietto da solo avrebbe
fatto in pochi minuti, ma finalmente arrivarono. E ne valeva proprio la
pena!
"Questa
è lattuga, l’insalata più buona che esista!"
Indicò la Tartaruga all’ospite stupito da tante ghiottonerie…Ma la
carota fu il massimo della felicità.
Valeva
la pena di essersi allontanato da casa e di aver corso tante avventure e
tanti rischi per arrivare in questo posto meraviglioso.
"Ma
come mai i conigli non vengono qui più spesso?"
Chiese Meo disteso e sazio, battendosi con le zampette la pancia
piena.
"Perché
c’è l’uomo!"
Rispose la Tartaruga. E gli spiegò chi era l’uomo.
Ma
Meo non sentiva più: si era appisolato! Si svegliò di scatto al
fragore di un tuono, mentre grosse gocce d’acqua, prima rade, poi
sempre più fitte cadevano su di lui.
"Al
riparo, al riparo!"
Gli suggerì la Tartaruga e finalmente, tutto quanto bagnato, Meo
arrivò ad assaggiare i cavoli. Ma l’acqua e il freddo gli facevano
dimenticare quanto potevano essere buone le nuove piante.
"Ah,
com’era asciutta e calda la mia tana!"
Pensava con nostalgia il coniglietto intirizzito: "Oh,
come vorrei essere a casa! Meglio l’erba secca del bosco piuttosto che
soffrire così!"
Smise
di piovere e, rabbrividendo, Meo cominciò a correre e a saltare per
scrollarsi l’acqua di dosso. Stava già pensando che, dopo tutto, gli
sarebbe piaciuto continuare a vivere in un posto così, quando…
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"Scappa,
scappa!"
Gli urlò la Tartaruga rannicchiandosi dentro il suo guscio. "Perché,
cosa c’è?"
Stava chiedendo Meo, quando vide con terrore la Faina avvicinarsi.
Neanche quando gareggiava con i fratelli aveva corso così veloce e
senza mai voltarsi indietro continuò la fuga, dimenticando il paradiso
che stava abbandonando.
L’idea
di sentirsi i denti aguzzi della Faina affondati nella schiena, lo fece
correre così velocemente che in poco tempo si ritrovò sul ciglio del
bosco.
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![faina.gif (72515 byte)](images/crevacco/faina_small.gif) |
Rimase
nascosto in un grosso cespuglio. Sembrava che il cuore gli scoppiasse
dalla paura e ci volle un bel po’ di tempo prima che tornasse a
battere normalmente. "Uffa!…
Che paura!"
Uscito
dal cespuglio, si guardò intorno e vide un codino bianco, che gli
sembrava familiare, agitarsi lì vicino, mentre una testa conosciuta si
girava verso di lui: "Dove
sei stato fino adesso? Ti abbiamo cercato tanto!"
"Sapeste
cosa mi è successo!"
Esclamò Meo. E cominciò a raccontare… |
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