Oggi a scuola abbiamo letto un articolo su Nicolò Ammaniti che si dichiara schiavo dei videogiochi. Lo scrittore afferma che la sua passione risale ai primi giochi tecnici come "Pong" che consisteva nel colpire le palline con delle sbarre, anche se lo annoiava molto. Con l'uscita della Playstation lo scrittore si è appassionato ad un gioco d'azione: "Tomb Raider". Ciò che lo colpiva nei giochi non era solo l'azione, ma l'atmosfera, riscontrabile anche in "Resident Evil" caratterizzato da un'atmosfera di paura. In "Grand Thief Auto" la cosa che gli piacque maggiormente è stata giocare in un mondo dove lo scopo non era solo accumulare punti, ma rubare macchine, compiere missioni in tempi reali. Gli ultimi che hanno segnato una vera e propria rivoluzione sono quelli "on line" come "World of Craft" dove impiegava ore ed ore che sottraeva alla sua vita privata e che stava diventando un'ossessione tanto che la notte sognava di giocare alla Playstation.
Io penso che non bisogna trascurare la propria vita giocando tutto il giorno ai videogiochi perché si rischia di diventare dipendenti e di trasformare questa passione in un'ossessione.
Alessio G.5^A