Un discorso a parte merita il sistema di fissaggio che ho utilizzato tra i vari spicchi, in particolare tra quello superiore e quello inferiore che è fonte di incidenti ( per la vela ...) infatti spesso i due bordi delle gabbia non sono perfettamente combacianti o, se lo sono, possono comunque creare una piccola fessura ( basta anche un millimetro ) a causa delle sollecitazioni dovute al gonfiaggio; in passato questa soluzione mi ha riservato una brutta sorpresa ho infatti sguainato un centimetro di cordino della vela ;-(.

Qualcuno potrebbe obbiettare che un giro di nastro adesivo risolve il problema, ed è vero se uno ha la fortuna di poter mantenere il paramotore sempre montato, ma non è il mio caso e per evitare il continuo togli e metti, metti e togli ...ho cercato così una soluzione efficace e facilmente manutenibile ( si potrà dire ? ... beh, comunque avete capito no ?! ) che mi desse garanzia di un assemblaggio corretto e sopratutto ripetitivo.

 

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foto 43

Il manicotto di serraggio

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foto 44

Lo spaccato del manicotto con tutti i pezzi che lo compongono

 

Il meccanismo consiste in un tondino di teflon di 12 mm di diametro filettato ( particolare rosso ) che ruota solidale con il manicotto ( in verde ) tramite una spina o vite passante ( magenta ).Questa soluzione si è resa necessaria per poter assemblare il tutto, infatti per primo verrà infilato nel tubo il particolare filettato che verrà bloccato dal collarino in alluminio, poi si avvita il manicotto zigrinato ( per una presa migliore ...) che va coprire il sistema di ritenuta e successivamente (tramite una spina o vite ) si blocca quest'ultimo sul particolare filettato in modo che la rotazione di uno agisca anche sull'altro così da poter essere avvitato nella madrevite dell'altro tubo. 

Il tutto ruota "in folle" all'interno di uno dei due tubi che dovranno essere serrati insieme. Per evitare che si sfili, un collarino (azzurro) di alluminio filettato si avvita nel tubo della gabbia; mentre nella parte inferiore del tubo si avvita in un collare ( giallo ) di carbonio filettato incollato al tubo stesso. In questo modo accostando i due tubi e girando il manicotto questi vengono serrati insieme formando quasi un corpo unico, inoltre la parte esterna del manicotto, scanalata e tornita conica, permette una buona presa garantendo comunque lo scorrimento dei cordini senza intoppi essendo le scanalature realizzate sotto il piano di scorrimento.

Questa soluzione si è resa necessaria per poter assemblare il tutto, infatti per primo verrà infilato nel tubo il particolare filettato che verrà bloccato dal collarino in alluminio, poi si avvita il manicotto  che copre il sistema di ritenuta e successivamente si blocca quest'ultimo sul particolare filettato in modo che la rotazione di uno agisca anche sull'altro così da poter essere avvitato nella madrevite dell'altro tubo

 

Per il collare in carbonio, la madrevite è ottenuta avvolgendo un filo di roving di carbonio intorno ad un pezzo precedentemente filettato, ( foto 44,45, 46 ) che viene poi incollato all'interno del tubo. questo procedimento è essenziale,  perchè 
  1. filettando con una normale filiera dopo due passaggi questa è da buttare (il carbonio è duro ...) 
  2. secondo perchè il metodo della filiera ( o più precisamente maschio) asporta un trucciolo creando indebolimento della fibra. ;

Nota: il sistema è stato utilizzato anche per la realizzazione del filetto dove si avvita il collarino di alluminio ( passo 0.75 !!!). Con il sistema descritto la cresta del dente del filetto è composto da tutte le fibre di carbonio e quindi molto resistente. Di seguito alcune foto dei particolari in questione

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Particolare del tubo dove si avvita il collarino

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Particolare del tubo dove si avvita il manicotto realizzato con la tecnica evidenziata dalle foto 45-46-47

 

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foto 45

 

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foto 46

 

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foto 47

 

 

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... i singoli pezzi ...

 

 

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... e l'assemblaggio !

 

 

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ecco qua ! il paramotore montato con l'elica da 130 cm

 

Per finire manca il fissaggio della rete di protezione.

Per non indebolire la struttura ho realizzato degli anelli larghi 10 mm, di fettuccia di nylon sottilissima e chiusi con occhielli metallici nei quali ho fatto passare del filo di nylon di 1,2 mm di diametro ( la foto sotto mostra un dettaglio )

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Prova bilancia...

alcuni pesi a confronto, ( non posso pesare tutto il pacchetto completo perchè la mia bilancia arriva solo fino a due chili)  il risparmio direi che è notevole, per gli spicchi più piccoli abbiamo 250 x 2 = 500 g contro 812 x 2 = 1624 g ; per gli spicchi più grandi  272 x 2 = 544 g contro 894 x 2 = 1788 g quindi ricapitolando, la gabbia in acciaio pesa   3412 g quella in carbonio 1044 g ( grammo più grammo meno ... visto l'ordine di grandezza 10 grammi di differenza non sono nulla )  con un risparmio di peso pari al  69,4 % !!!

 

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Per finire una " lista della spesa" dei materiali impiegati:

 
25 metri di calza di carbonio da 100g/mq                       140 €
1 confezione di resina 285 + catalizzatore                        28 €
tondini in legno                                                                      15 €
termoretraibile                                                                       25 €
materiali di consumo vari (alcuni li avevo altri no)             50 €
60 ore circa di lavoro (inclusa la progettazione)                0 €
 
                                                                 TOTALE              258 €

Tutti i materiali compositi si possono acquistare  qui   http://www.schaller-compositi.com/

 

Dopo il collaudo in volo ed averne saggiato la robustezza posso affermare che :

 
il tutto si sarebbe potuto costruire con circa 1/3 in meno del materiale e conseguente ulteriore risparmio di peso ( però lo posso dire solo adesso ... a realizzazione avvenuta ...)
il peso limitato della gabbia si traduce in  una minor inerzia quando si prendono delle "scoppole" dovute a turbolenza ( io volo con un telaio ad attacchi bassi basculanti che forse è un po' più sensibile)
Il tutto mi sembra più silenzioso, probabilmente il carbonio e il fattore di smorzamento dei tondini di legno contenuti all'interno dei tubi ne elevano la frequenza di risonanza portandola al di fuori del range d'azione del gruppo motore - elica. ( questa è solo un'impressione mia non è stata avvallata da nessun tipo di misura ! )

 

Beh ! io meglio di così non sono riuscito a fare ... 

 

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Questa pagina è stata aggiornata il 22/10/07

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