appendice
 

una nota sull'alta valle dell'Orba:

aspetti geografici e linguistici

 

 
 
 

precisando che la zona principalmente indagata e di maggior interesse per le nostre ricerche è la testa della valle, grosso modo coincidente con il territorio del Comune di Urbe, vediamo alcuni aspetti geografici, amministrativi e linguistici generali che ci permetteranno di meglio inquadrare l'alta valle dell'Orba e conseguentemente il nostro lavoro.
 

geografia e limiti amministrativi

L'alta valle dell'Olba o Orba (in dialetto Urba) nasce con il fiume dal Massiccio del Beigua (che fa parte geologicamente della formazione ofiolitica del "Gruppo di Voltri") in prossimità del passo del Faiallo, la sorgente principale é situata sulla displuviale padana del monte Reixa (m 1183 s.l.m.).
L'Orba nel suo alto corso é compreso nel territorio provinciale di Savona, nel Comune di Urbe del quale lambisce, più o meno prossimamente, i centri di Vara, Superiore e Inferiore, di San Pietro e di Martina; l'Orba passa poi in provincia di Genova, nel Comune di Tiglieto toccando alcune frazioni; in prossimità di Badia di Tiglieto passa dalla Regione Liguria alla Regione Piemonte lambendo i territori di Olbicella e Molare, entrambi in provincia di Alessandria.
Il corso montano dell'Olba generalmente si considera qui terminato, e conseguentemente l'Alta Valle; come limite possiamo fissare il lago di Ortiglieto presso Olbicella o il punto d'affluenza del Rio Granozza presso Molare; da qui in poi l'Olba nel suo basso corso incontra importanti affluenti, come lo Stura, bagna la città di Ovada, ed infine dopo 72 chilometri di corso (con un bacino idrografico di 792 chilometri quadrati) sbocca, presso Casalcermelli, nel Bormida.
Come visto l'alto corso dell'Orba interessa due regioni, tre provincie e diversi comuni.
I limiti amministrativi regionali, provinciali ma anche semplicemente municipali influiscono anche sull'insieme della cultura e delle tradizioni popolari della valle, già accennavamo alle koinè regionali, e le vie stesse di comunicazione (ed esemplificativo è il tratto stradale Tiglieto-Olbicella) sono svantaggiate all'interno della valle geografica a vantaggio di quelle interne ad un territorio amministrativo; creando frammentarietà.
Principale riferimento bibliografico per questa nota il lavoro di Germana Siri L'Orba e la qualità delle sue acque (Parco del Beigua, Savona 1997).
 

aspetti linguistici

Nella nostra ricerca ci siamo occupati più dei due comuni liguri, Urbe e Tiglieto, e principalmente della testa della valle dove il dialetto usato è l'urbasco (parlé dr'Urba), ma vediamo ora alcune questioni linguistiche generali sull'area.
In una nota del testo ci chiedevamo se l'urbasco e le altre parlate della valle fossero liguri, piemontesi o liguro-piemontesi.
Facciamo un passo indietro e senza entrare nel merito prettamente linguistico utilizziamo una divisione idronomica chiamando Olbaschi i dialetti che troviamo lungo il corso dell'Orba, senza volerli classificare tout court come liguri o piemontesi.
Dividiamoli, ancora geograficamente,
in Basso Olbaschi (ovadese e parlate limitrofe)
e in Alto Olbaschi (molarese, olbicellese, tiglietese e urbasco).

Non abbiamo ancora chiarito però la liguricità o piemontesità di questi dialetti, vediamo allora alcune autorevoli opinioni.
La Consulta Ligure nel suo Vocabolario delle parlate liguri (Genova 1985-1992) include Tiglieto nei punti indagati cosa che definirebbe, conseguentemente, anche l'urbasco, che è interamente compreso tra punti indagati (oltre Tiglieto anche Rossiglione, Sassello e i centri litoranei), come dialetto ligure.
Egualmente lascerebbero intendere Devoto e Giacomelli (I dialetti delle regioni d'Italia; Sansoni, Firenze 1972) quando parlando del confine dialettale ligure-piemontese dicono:
verso settentrione scavalca (il ligure, n.d.r.) il crinale appennico,
ma gli stessi autori dicono poi, giustificando la nostra cautelativa definizione olbaschi,
verso la Liguria, ..., i passaggi (dal piemontese al ligure, n.d.r.) sono graduali.
D'altro canto Besio in un suo studio (Il dialetto savonese in A.A.V.V.- Dialetti liguri; Sagep, Genova 1974) dice:
tuttavia l'area dialettale sabazia non coincide con i limiti amministrativi, ma cede ampi spazi a Sud dell'"oltregiogo" ai dialetti di tipo piemontese;
non sappiamo se lo studioso si riferisse anche all'urbasco e al vicino sassellese, ma la loro collocazione addirittura a nord dell'"oltregiogo" così lascerebbe supporre.

Sulla questione dell'oltregiogo e sulla liguricità di ampie zone basso piemontesi ha scritto anche l'illustre ed attendibile storico genovese Teofilo Ossian De Negri (La Liguria e il problema regionale in Bollettino Ligustico per la Storia e la Cultura Regionale, n.3 e 4, 1949) secondo il quale, almeno nel dibattito dell'epoca (ma le motivazioni erano più storico-amministrative che linguistiche), tutta la zona dell'Olba, Ovadese compreso, sarebbe stata ligure.

Noi preferiamo chiamare i dialetti indagati, insieme ad alcuni limitrofi, olbaschi, considerandoli un insieme di parlate d'incontro e contaminazione tra l'area ligure e l'area piemontese; questa nostra supposizione ci pare trovare conforto nella carta redatta da Lorenzo Coveri e Renzo Olivieri per il libro La mia terra (Secolo XIX, Genova 1982) dove l'area di nostro interesse è segnata come ligure-piemontese.
Detto questo e rintroducendo la nostra divisione dei dialetti olbaschi, pur ribadendo che non siamo linguisti e quindi questi sono criteri nostri e discutibilissimi ma ci sembra ragionevoli, vediamo da vicino la parlata alto olbasca che più c'interessa: l'urbasco.

L'urbasco è una parlata d'incontro tra la tipologia ligure e quella piemontese, ed è usato lungo l'alto corso dell'Olba quasi coincidentemente con il territorio del comune di Urbe, ma che comprende anche il centro di Piampaludo, amministrativamente sasselese.
La maggior parte del vocabolario si costruisce similmente ad altri dialetti liguri ma i verbi ed alcuni tipi richiamano il piemontese (ad es.: prima coniugazione all'infinito termina ine non in , mangé per mangiare contro il ligure mangiâ; esito della seconda persona plurale in -umma contro -emmo; il tipo eva per acqua contro il ligure èigua o ègua).
Nell'urbasco, lo abbiamo riscontrato soprattutto nei centri alla testa della valle, sono presenti echi transalpini francesizzanti retaggio della migrazione maschile (ad es.:derangé per disturbare contro il piemontese disturbé e il ligure disturbâ).

Genova, ottobre 1998
Anselmo Roveda
 

NOTA BIBLIOGRAFICA
Nel corso delle annotazioni ai testi e in questa nota abbiamo introdotto alcune considerazioni di tipo linguistico; per quanto concerne le nostre riflessioni e i riferimenti bibliografici, oltre quelli già citati nel testo e nostri appunti raccolti tra il 1992 e il 1995 a Vara, ci siamo rifatti principalmente a:
Dizionario Piemontese di Camillo Brero
Conoscere il piemontese, autori vari, casa editrice Viglongo di Torino
Studi di etnografia e dialettologia ligure in memoria di Hugo Plomteaux (a cura di L. Coveri e D. Moreno)
Grammatica del genovese di Fiorenzo Toso
e al Dizionario della cultura brigasca di Pierleone Massajoli
 


 
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a cura di Anselmo Roveda