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Il
pontile brulica di anime e corpi in cerca di qualcosa di speciale, perché
sono in vacanza e in vacanza DEVE accadere qualcosa di speciale.
Sonia è in vacanza; passeggia sul pontile con i suoi amici, tra anime e
corpi chiassosi; non si aspetta niente di speciale, da tanto tempo non
si aspetta più niente di speciale, in vacanza come a casa. Vive
la sua vacanza con tranquillità, una parentesi di riposo in un
anno che è stato frenetico, ricco di novità, e non sta ancora per
terminare.
Sonia è sola con i suoi pensieri; cammina tra tanta gente, in silenzio,
concentrata in un dialogo muto con se stessa. Si dice che è felice,
felice delle sue scelte, felice della sua solitudine, felice del suo
essere single per scelta: altrimenti non avrebbe “tutto questo”,
tutto ciò che ha riempito la sua vita negli ultimi mesi; non puoi
partire all’ultimo momento, con pochi soldi in tasca, mettendo in
valigia i pochi indumenti lavati e stirati, per accettare l’invito di
amici conosciuti tanto tempo fa e che abitano tanto lontano da te, che
conosci appena, ma che forse conosci meglio di molti altri con cui hai
condiviso sabati sera di follie e mai un sogno, mai una confidenza, mai
una lacrima; non puoi accettare un invito a cena mentre sei già in
pigiama, solo perché la tua amica, neanche quella più cara, ti chiede
un consiglio intessendo un discorso che non puoi liquidare con poche
battute; non puoi ascoltare le lacrime di chi è stato lasciato solo per
sempre dal più grande amore della sua vita, non puoi piangere le tue
lacrime nell’impotenza, nell’impossibilità di cancellare il suo
dolore, nell’incapacità di trattenerlo dal parlare di morte come
unico suo rifugio; non puoi uscire con amici che molti non vorrebbero
mai come amici e andare a pranzo “dove ci porta l’auto”, per poi
arrivare, come sempre, a Roma, a Trastevere, una zona che mai avevi
conosciuto in 30 anni di vita, pur vivendo a soli 40 chilometri da lì.
Non puoi farle, queste cose, quando dividi la tua vita con qualcuno.
Non puoi decidere per te, per te sola, quando vuoi, come vuoi, con chi
vuoi.
Non puoi tutto questo: non puoi essere felice.
Sonia è felice e se lo ripete, mentre si appoggia alla ringhiera del
pontile ad osservare a lungo raggio il buio della notte, la linea nera
in cui cielo e mare si fondono e abbracciano indistinti e
indistinguibili. Sonia e i suoi amici sono in silenzio, accanto a
pescatori in silenzio e a spettatori in silenzio. Lo spettacolo offerto
dal mare rilucente di riflessi argentei li lascia senza parole. La
commozione è quasi palpabile; in adorazione attendono il tramonto della
luna.
Sonia si sente come avvolgere in una atmosfera ovattata… Sono 12 sere
che viene qui con i suoi amici a osservare il tramonto della luna, uno
spettacolo ogni sera ritardato di qualche minuto: la luna sa che il suo
pubblico è numeroso a si atteggia a diva ritardando la sua uscita di
scena sempre un po’ di più.
Sonia respira l’aria salmastra, si stringe sulle spalle un golfino
preso in prestito, guarda il mare, estraniandosi da tutto e da tutti,
guarda la luna, come un cucciolo di lupo le ulula silenziosamente le sue
preghiere; le sue meditazioni solitarie hanno maturato le loro
conclusioni, quelle conclusioni razionali che a volte non si accordano
con i desideri del cuore. Per Sonia non è così. Sonia conclude: è
felice.
Sonia è felice, ma agli occhi salgono improvvise due piccole lacrime:
non sono lacrime di commozione, né di felicità.
E’ la presenza che avverte al suo fianco che la fa sentire strana, una
presenza presente dall’inizio della vacanza, che aveva vagamente
notato, che anche questa sera è qua, non la vede, ma ne avverte il
calore. La presenza di un uomo… Un uomo che non ha niente di speciale.
Ha solo gli occhi che sorridono, quando le labbra gli sorridono. Strano,
gli occhi chiari non ridono mai… per questo a Sonia non piacciono. Ma
questi occhi sono chiari e sorridono, occhi chiari che sorridono, è
questa la cosa speciale. Una cosa speciale, quando niente si attendeva
di speciale, e la fa sentire strana, quasi ansiosa, desiderosa di
guardarli, immergersi in essi, ma timorosa, nel contempo, di farlo.
La luna, lentamente, è tramontata, ma Sonia non l’ha vista, solo ora
si rende conto che è stata inghiottita nel buio, come la sua felicità,
assorbita dai dubbi, dubbi che non si sarebbe mai aspettata, come da
tanto tempo non si aspetta più niente; dubbi che scalfiscono le sue
certezze costruite con tanta fatica. Assorbita dai suoi dubbi e dalle
sue fantasticherie, in cui il protagonista è un uomo con gli occhi
chiari.
La luna è tramontata per l’ultima sera. Domani sera né lei né i
suoi amici penseranno alla luna che tramonta, offendo il suo spettacolo
mai uguale a chi osserva dal pontile e si aspetta qualcosa di speciale,
perché è in vacanza.
E’ domani sera, in un paese di collina; Sonia, dal balcone di casa di
sua zia, guarda la luna ancora alta, e sorride nel ricordare i suoi
amici che ha salutato questa mattina e che rivedrà chissà dove e chissà
quando. Le vengono in mente due occhi chiari che sorridono, gli occhi di
un uomo che non conosce nemmeno: non ricorda niente di lui, non sa
niente di lui… ma quegli occhi chiari che sorridono… le mostrano che
ha ancora
un cuore con le ali. |
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