Intervista a Edward Goldsmith, autore di GLOCALISMO
La Stampa INTERNI Domenica 15 Luglio 2001
intervista
Mario Baudino -
La globalizzazione non può durareIL suo modello sono le "società stabili" legate al
territorio, tradizionaliste, autoregolate, in fondo
collettiviste e a crescita zero, dove le nascite eguaglino le
morti. Detta così, può apparire un'utopia poco attraente, ma
Edward Goldsmith, seguitissimo maestro inglese di ecologisti e
antiglobalisti, è convinto che non ci sia altra alternativa
alla distruzione del pianeta. Prendere o lasciare. Lo dice dal
1969 sulla sua rivista, "The Ecologist", culla dei movimenti
ambientalisti internazionali, lo ha scritto nei molti libri di
cui parecchi tradotti in italiano. I più celebri sono "Il Tao
dell'Ecologia" (Muzzio) e "5000 giorni per salvare il pianeta"
(Zanichelli). Il più recente è "Ecologia della salute, della
disoccupazione e della guerra" (Muzzio).
Ha senso, professor Goldsmith, dire no al fenomeno in quanto tale, rifiutarlo in blocco?
"Si deve. Il commercio internazionale è
aumentato dal 1950 ad oggi di 18 volte. Se fossero state vere
le promesse, vivremo in paradiso. Invece la povertà cresce
come mai prima d'ora"
I vostri avversari dicono che non è vero. Che, anzi, nell'Est è diminuita.
"E allora che cosa
rappresentano le foreste tagliate, l'estrema miseria delle
popolazioni, i colossali debiti esteri? In India c'è sempre
fame e carestia. La risposta è che non si può immaginare di
nutrire il mondo a questo modo, trasformando le popolazioni in
importatori ed esportatori di cibo, costringendo i Paesi
poveri a comprare progetti per infrastrutture dagli effetti
disastrosi, come per esempio le dighe"
Su questo anche le organizzazioni "ufficiali" hanno detto basta. Si è riconosciuto che i grandi sbarramenti fluviali sono dannosi.
"E' tardi. Le faccio ancora l'esempio dell'India, dove 54
milioni di contadini sono stati cacciati dalle loro terre, per
finire negli slums delle metropoli. Taiwan, la Cina, la Corea
e lo stesso Giappone hanno perso più della metà del loro suolo
fertile, l'acqua scarseggerà spaventosamente nei prossimi
anni, si arriverà a due terzi della popolazione mondiale in
stato di carenza: dovrà essere importata, come accade per il
cibo. Si vuole creare un paradiso per le multinazionali,
rimuovendo le regole che proteggono i poveri e le comunità
locali. Il G8 lo fa sistematicamente". Niente dialogo, quindi?
"Guardi, la globalizzazione è un fenomeno temporaneo, che non
può durare. Pensi alle crisi finanziarie che costellano questi
nostri anni. La gente se ne sta accorgendo, il movimento è
sempre più forte, anche se abbiamo tutti contro. La politica
di Bush porta verso l'estinzione dell'umanità: ma in tal caso
non ci sarà più economia, non ci sarà più nulla. Credo che le
cose stiano cambiando. Bisogna preparare il collasso di questo
sistema, che arriverà comunque"
Come pensa di convincere la gente a dire addio alla modernità, e vivere in comunità di tipo tradizionale, autosufficienti, povere e austere? Non c'è in esse una cifra totalitaria?
"Totalitario è il Wto, l'Organizzazione mondiale sul commercio, che impone a tutti le sue leggi".
Quale spazio di libertà prevede nella "società stabili" da lei prefigurate?
"Io credo nei doveri verso la
famiglia e la comunità, nell'idea di religione e di
tradizione. Orribile è la società individualistica,
atomizzata, di massa. Non c'è libertà ma solo Coca Cola,
organismi geneticamente modificati e Mc Donald's"
E crede nella distinzione tra destra e sinistra?
"Abbiamo visto che i
governi dell'una e dell'altra parte non fanno nulla per la
gente. Temo sia da questo punto di vista una differenza
irrilevante"
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