L'Unita'
-7 SETTEMBRE 2001GIANCARLO SUMMA
Josè Serra, un ministro contro le multinazionali: "La vita viene prima del profitto"
http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/010907d.htm
"Esiste un principio sul quale non possono esserci compromessi: la vita viene prima del profitto". Chi parla non è un missionario - anche se ha cominciato la sua vita politica, negli anni ‘60, in un’organizzazione della sinistra cattolica - né un militante del movimento no-global.
José Serra, un economista di lontane origini italiane, è il ministro della Sanità brasiliano che una settimana fa è riuscito a piegare il colosso farmaceutico Roche, costringendolo a ridurre del 40% il prezzo del Nelfinavir, uno dei carissimi farmaci anti AIDS distribuiti gratuitamente a più di centomila malati nel grande paese latino-americano. Il 22 agosto Serra aveva annunciato che, a partire dal gennaio 2002, il Brasile avrebbe ignorato il brevetto del Nelfinavir (commercializzato col nome di Viracept), che sarebbe stato quindi prodotto da un’industria farmaceutica pubblica, con un risparmio del 50% per le casse del governo. "Era una questione di prezzo", spiega Serra a l’Unità. La spesa annuale per la distribuzione dei medicinali anti AIDS si aggira sui 310 milioni di dollari, circa 660 miliardi di lire. "Il cocktail comprende 12 farmaci diversi, ma il Nelfinavir da solo costava 88 milioni di dollari l’anno, ossia 28% del totale. Troppo". I negoziati con la multinazionale svizzera erano andati avanti per mesi, senza risultati. La Roche - i cui affari nel mondo vanno così bene da aver appena offerto 20 miliardi di dollari per acquistare la Bayer - offriva uno sconto del 13%, mentre il governo brasiliano chiedeva almeno il 40%. La situazione si è sbloccata solo quando Serra ha iniziato a giocare duro. Nel giro di dieci giorni, la Roche ha dovuto ingoiare il nuovo prezzo: d’ora in avanti, una pillola di Viracept costerà 0,64 centesimi, invece di 1,07 dollari. "Mantenendo i costi precedenti, sarebbe stato impossibile continuare la distribuzione gratuita dei farmaci, e ancor meno aumentarla", dice soddisfatto Serra. Otto dei farmaci del cocktail sono già prodotti in Brasile a prezzo di costo. Attualmente, la spesa media per paziente è inferiore ai 3000 dollari l’anno, un quarto rispetto agli Stati Uniti. Dopo l’accordo con la Roche, diminuirà di circa il 10%. Il programma di lotta all’AIDS adottato dal Brasile é considerato dall’Onu un modello di riferimento. Alla fine degli anni ‘80, l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevedeva che entro il 2000 milioni di brasiliani sarebbero stati contaminati dal virus HIV. Oggi, il ministero della Sanità stima che i sieropositivi in tutto il paese siano poco meno di 600mila, su 170 milioni di abitanti; dal 1980 al marzo scorso, i casi di AIDS diagnosticati sono stati circa 210mila. Un successo costruito con costanti campagne di prevenzione - nel cattolicissimo Brasile, col tacito appoggio della Chiesa locale, il governo distribuisce ogni anno milioni di "camisinhas" (preservativi) e alla vigilia del Carnevale inonda i canali televisivi di spot sul "sexo seguo" -, l’impegno di centinaia di organizzazioni di volontariato e la politica di distribuzione gratuita a tutti i malati di farmaci anti retrovirali di ultima generazione. In questo modo, il tasso di mortalità è stato dimezzato, ed è oggi ai livelli dei paesi del G-7. La riduzione del prezzo dei medicinali è stata, più in generale, una delle bandiere di Serra nei tre anni passati alla guida del ministero della Sanità. In questo periodo, le industrie nazionali hanno iniziato a produrre oltre 250 farmaci "generici" (con l’identico principio attivo ma senza il nome di quelli di marca), ed è cominciato il braccio di ferro con le grandi multinazionali. E con gli Stati Uniti. Agli inizi dell’anno, il governo USA ha chiamato in giudizio il Brasile nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), sostenendo che la legge sui diritti di proprietà intellettuale vigente nel paese non garantirebbe abbastanza gli interessi delle industrie farmaceutiche straniere. Sulla scia della mobilitazione internazionale, che in aprile ha costretto le multinazionali a fare marcia indietro in un processo simile mosso al governo sudafricano, a fine giugno gli Stati Uniti hanno ritirato il ricorso alla OMC. Nel frattempo, il ministero della Sanità brasiliano è riuscito ad ottenere una riduzione del 60% del prezzo di un altro farmaco del cocktail anti AIDS, lo Efavirenz, prodotto dalla nordamericana Merck (40 miliardi di dollari di fatturato nel 2000). L’annuncio della rottura delle trattative con la Roche aveva quindi messo in allarme l’amministrazione Bush, preoccupata che il Brasile potesse decidere di sospendere il brevetto di nuovi medicinali, utilizzando la stessa giustificazione di "emergenza nazionale" (l’epidemia di AIDS) adottata nel caso del Nelfinavir. Serra, di fatto, non scarta l’idea. "È possibile", ammette. Il braccio di ferro con le multinazionali farmaceutiche sta diventando un esempio per tutto il Sud del mondo. "La Tailandia ed altri paesi in via di sviluppo dovrebbero seguire i passi del Brasile", esortava ad esempio un recente editoriale di The Nation, il principale quotidiano in inglese del paese asiatico. Serra lo sa bene, e non si tira indietro. A novembre, si svolgerà nel Qatar un incontro della OMC per la revisione degli accordi internazionali sui brevetti dei farmaci (TRIPS). "Per l’incontro, è pronto un documento firmato da 70 paesi che chiede di aumentare la flessibilità dei TRIPS", dice Serra. "È importante che il documento venga appoggiato dall’Unione Europea. Vogliamo che i medicinali diventino più a buon mercato in tutto il Terzo Mondo". La posizione del ministro della Sanità è in controtendenza rispetto al resto del governo del presidente Fernando Henrique Cardoso, che dal 1995 ad oggi ha fatto di tutto per spalancare le porte dell’economia brasiliana agli investimenti stranieri, e per mantenere le migliori relazioni possibili con gli Stati Uniti. Serra, che nel primo mandato di Cardoso è stato ministro della Pianificazione, ha più volte polemizzato pubblicamente col ministro delle Finanze Pedro Malan, fedele esecutore dei tagli alla spesa pubblica imposti dal Fondo Monetario Internazionale. Oggi Serra é considerato il più probabile candidato del partito socialdemocratico (PSDB) di Cardoso nelle elezioni presidenziali del prossimo anno. Il leader dell’opposizione di sinistra, Lula, però, é ampiamente in testa in tutti i sondaggi e Serra svicola. "Non sto pensando alle presidenziali - dice -. Non si possono mischiare le "elezioni con la Sanità". Almeno per ora.