L'incertezza generata dalle sfide connesse al pluralismo identitario ed etico ha sollevato la necessità di ripensare le coordinate che, tradizionalmente, inquadravano la definizione dello stato-nazione in termini di unità politica, omogeneità culturale e stabilità dei confini e delle istituzioni.
Di fronte alle trasformazioni connesse all'incremento della mobilità di individui e risorse ed alla crescente porosità dei confini, unitamente alle tendenze globalizzanti in ambito economico, scientifico-tecnologico e culturale, il modello tradizionale di stato-nazione, legato ad un concetto di sovranità definita sulla base dell'idea di integrità dei confini e territorialità dell'esercizio del potere, non può non essere sottoposta ad una forte analisi critica generante, per sua stessa natura, un diffuso sentimento d'incertezza identitaria.
Entro un simile contesto, le singole dimensioni nazionali possono considerarsi sempre meno autonome le une rispetto alle altre, poiché le sorti dei diversi stati, entro un sistema economico-politico globalizzato – o meglio, in fase di globalizzazione – risultano essere strettamente vincolate le une alle altre. Si pensi, a tal proposito, alla portata di alcune decisioni che, pur essendo prese a livello nazionale, estendono i propri effetti al di là dei confini dello stato stesso: non mi sto riferendo semplicemente a questioni riguardanti la politica estera – il cui peso a livello internazionale è piuttosto ovvio – ma anche, e soprattutto, alla trattazione di problematiche legate all'economia o all'impiego di scoperte tecnologiche, le cui conseguenze a livello etico (si faccia riferimento al caso della clonazione o della fecondazione assistita) ed ecologico (come, ad esempio, l'opportunità di svolgere test nucleari) travalicano le frontiere nazionali. Ciò che viene messo in gioco, in questi casi, è la responsabilità dei diversi attori internazionali, una responsabilità estesa geograficamente (al di là dei confini dello stato-nazione) e temporalmente (nei confronti delle generazioni future); un impegno, questo, che non può che rimettere in discussione il modo in cui lo stato-nazione si rivolge a se stesso ed alla sua identità.
La presa in considerazione di un simile stato di cose mi ha spinto ad interrogarmi sulla portata di queste trasformazioni nella prospettiva di un progetto di unione europea, che sembra essere sempre più vicino e palpabile.
In modo particolare vorrei cercare di analizzare le circostanze in cui ha preso vita l'esigenza di un simile progetto di unificazione, le aspettative ad esso connesse e le
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Come evidenzia Habermas, allora, "la forza dello stato democratico sta nel poter riempire i vuoti dell'integrazione sociale a partire dalla partecipazione politica dei cittadini" [Habermas, 1999, p.53]: tale suggerimento, anche e soprattutto nella prospettiva della realizzazione di un'unione politica europea, prende la forma di un invito all'
Da
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