Andrea De Carlo, Due di Due

 

 

Protagonisti del libro sono Mario, il narratore in prima persona, e Guido Laremi: i due si conoscono durante gli anni della contestazione studentesca nei corridoi di uno dei licei più coinvolti nelle proteste, e che appare essere, già dalla descrizione delle prime pagine, il Berchet, ovvero il liceo di De Carlo. L'opera è suddivisa in due parti che corrispondo alle diverse fasi del loro rapporto: gli anni dell'adolescenza , periodo durante il quale Guido è la figura di riferimento, e diventa un modello per l'amico, seguiti da un periodo in cui i protagonisti tentano di inserirsi nel mondo degli adulti e di crearsi una vita stabile.
Ciò che porta Guido e Mario ad avvicinarsi e a superare le loro paure è il desiderio di entrare in quel mondo femminile lontano ma attraente e i loro comuni ideali di libertà che li portano a partecipare alle assemblee a scuola, a quelle universitarie, fino a costruire una posizione ideologica molto vicina all'anarchia. Nel corso di quegli anni Guido deciderà di lasciare definitivamente il liceo e la politica, stanco delle falsità contro cui si era a lungo scontrato. Mario invece decide di continuare i suoi studi . Nel momento in cui però Mario si accorge che la sua vita è piatta ed angosciante decide di ricontattare Guido.
La prima parte del romanzo si conclude così, con la morte del secondo marito della madre di Mario, che lascia al figliastro una discreta somma di denaro, con l'indicazione di "farne qualcosa di convincente".
La seconda parte del romanzo si apre con la decisione di Mario di abbandonare l'università e la ricerca di un luogo, dove andare a vivere con il denaro ricevuto in eredità.
Quello che trova è un vecchio cascinale semidistrutto, inagibile; egli non si lascia fermare dalla difficoltà della situazione, tanto che decide di iniziare anche alcune piccole coltivazioni, che lo porteranno a Perugia a cerare un libro sulle culture. Qui conosce Martina che diventerà sua moglie e che un anno dopo darà alla luce a due gemelli, un maschio, Guido e una femmina,Chiara.
Il periodo felice della nuova famiglia viene confermato dalla decisione di Chiara,la sorella di Martina di restare a vivere con loro, e dall'arrivo di Werner, un tedesco, che diventerà poi il suo compagno.
Dopo poco tempo Guido telefona a Mario e annuncia di volersi trasferire a Due Case.
Il ritorno provoca tanti piccoli cambiamenti che segneranno i tempi a seguire: egli, intento a scrivere un libro, diventa il centro di ogni interesse, tutti si adoperano per farlo rilassare. Chiara inizia a rivolgere le sue attenzioni sempre più verso Guido tanto che Werner decide di lasciare Due Case. Improvvisamente Mario, Martina e Chiara si ritrovano a essere manager e consiglieri di un Guido in versione artista, scrittore. Mario riesce a far pubblicare il romanzo senza farvi fare alcuna modifica, con il titolo di Canemacchina; il risultato agli occhi di Guido è l contrario delle aspettative , i Mass-media infatti lo raccontano come un uomo che vive in una comune, disadattato. Nel frattempo Guido e Chiara decidono di lasciare le Due Case e di sposarsi. Guido, divenuto alcolizzato, abbandonerà la moglie ed il figlio per trasferirsi a Roma per le riprese del film tratto da Canemacchia. Nel momento in cui Mario dimostra di essere riuscito a raggiungere una qualità e una sicurezza di vita impensabile ai tempi del liceo, il dramma di Guido giunge all'apice: la morte lo attende mentre a bordo di un'automobile cerca di raggiungere Milano... forse per tornare da Chiara o per andare ad abbracciare il figlio...
Distrutto dal dolore Mario fa un rogo di quella seconda casa che era stata costruita accanto alla sua per ospitare Guido.

Critica

Dalla lettura di Due di Due, questi mi sono sembrati i tre temi fondamentali della sua narrativa:

  1. L'amcizia: ovvero il controverso rapporto che si instaura tra

i due protagonisti, Mario e Guido Laremi.

2. L'insofferenza per Milano
Amore e odio per la città natale,
il luogo da cui si fugge ma
anche quello nel quale si può
trovare rifugio

3. Il tema della donna: contrapposizione tra donna come par
te integrante del rapporto e come og
getto di conquista.

4. La critica del reale: la rivendicazione critica degli ideali
del '68, la volontà di distruzione ed
il bisogno di ricostruire la realtà.


Amicizia: E' sicuramente uno dei pilastri fondanti del romanzo di De Carlo; esso infatti, è strutturato proprio sulle vicende di due personaggi uomini, Mario e Guido, legati da una profonda amicizia e fondamentali reciprocamente per la difficile affermazione nel mondo esterno degli anni '70-'80. I due protagonisti, si impegnano in un rapporto di forte condivisione ideale di valori e progetti.
Questa coppia di protagonisti però, non è strutturata a caso :essa presenta una forte connotazione polare, in quanto Guido, il maggiore dei due amici è dotato di caratteri personali molto carismatici e
fascinatori, mentre Mario tende a subirne come una specie di magica dipendenza, tanto da volersi strutturare in funzione di lui. È interessante sottolineare come, alla fine del romanzo si assiste al rovesciamento di questa polarità, in quanto l'amico inizialmente più
forte e fascinatore (guido), si rivela poi, col passare del tempo, il meno capace di radicarsi nella realtà, e deve scontare la propria creatività con un prezzo assai alto, addirittura la morte; mentre l'altro nonostante le molte difficoltà riesce a ritagliarsi il suo spazio di realtà
creando una comune agricola in Umbria dove vivrà con la moglie Martina ed i figli.


Il significato della donna: nel romanzo Due di due, alla centralità della vicenda amicale di Guido e Mario, si affianca ovviamente anche la presenza della donna. All'inizio della loro storia, la difficoltà adolescenziale di Mario nell'avvicinarsi all'altro sesso diviene uno dei motivi traenti del fascino che egli prova per Guido.
Questi, va da sé, ha una sua teoria riguardo anche l'approccio con le ragazze. Così il" potenziamento virile" che Mario esperimenta
grazie al positivo modello dell'amico diviene uno dei valori più importanti della loro amicizia. Senonché, col passare degli anni e a causa dei diversi percorsi di crescita ed esistenziali dei due amici, il ruolo delle loro compagne cambia.
Mario, dopo aver avuto la sua iniziazione virile con alcune storie adolescenziali, compie la scelta di vita fondamentale della comune
agricola umbra accompagnato e sostenuto da quella che diviene la sua compagna stabile, Martina.
Viceversa Guido, sempre più ingolfato in uno di stile di vita alternativo, ma che non gli consente di trovare punti di riferimento stabili, nonostante il suo successo artistico sancito dalla pubblicazione di diversi libri, non trova nemmeno una realizzazione affettiva all' insegna della stabilità.
Ed infatti sarà proprio durante un'improbabile relazione con una ragazza di dieci anni più giovane di lui, una diciannovenne, che Guido trova la morte accidentale che conferisce al suo personaggio gli estremi dell'eroismo e del sacrificio di se stesso compiuto nel tentativo frustrato di trovare un'identità impossibile. La presenza femminile
dunque, non è centrale nella crescita del personaggio Guido, che subordina il lato affettivo della propria esistenza alla ricerca ed alla
creatività.

L'insofferenza per Milano: Anche questo mi è parso un tema assolutamente ricorrente, e dunque criticamente rilevante
del romanzo di Andrea De Carlo. Si tratta a mio avviso di un impulso molto profondo nell'autore, che lo spinge ad inserire assai di frequente, lungo l'arco della narrazione, giudizi molto negativi sulla sua città natale. Nel romanzo, infatti, questa ostilità, incarnata nei due protagonisti è legata innanzitutto alla situazione ambientale, notoriamente invivibile, a causa del traffico, dello smog, del freddo, dello sporco e del clima ostile.
Nel procedere della narrazione, questa ostilità, diventa metafora di un'insofferenza di più vasta portata nei confronti di un tipo di vita
sostanzialmente provinciale, troppo legato agli schemi medio borghesi, caratterizzato dall'ansia di produrre, dalla negazione di un'autentica creatività; dal grigiore di una quotidianità sentita come oppressione, negazione dell'affermazione di sé, ipocrisia che come un cancro ingloba e devasta le parti più sane e feconde dell'anima.
E da qui è facile fare un altro salto, ed arrivare ad identificare in questa insofferenza quella di tutta una generazione, che ha rifiutato,
dalla metà degli anni '70 in poi, gli schemi in cui una società post-industriale spietata e omologante pretendeva di ridurla. L'ultima notazione riguardo a questo tema, è che tutta questa negatività gettata su Milano non è immune da una certa ambivalenza di fondo.
Infatti, se Milano, la città natale, è il punto di partenza, l'odiata quotidianità da negare, l'inizio di ogni fuga verso la realtà vera, e
verso la realizzazione di sé, Milano è anche la meta dei ritorni, in ogni momento di stanchezza o difficoltà, o il luogo di passaggi intermedi, quando una pausa o un ritorno su se stessi diventano essenziali per la sopravvivenza. Dunque Milano, le radici tanto negate, rappresenta come tutte le radici e i nidi autentici, una sua validità extrapersonale, come l'estremo rifugio in caso di necessità, l'àncora di salvezza, la cui utilità è quella, se non altro, di servire da punto di salvataggio, per essere poi ancora fatalmente abbandonata o negata.

La critica del reale: Con questa formula forse un po' generica, intendo quella situazione che riguarda i due protagonisti del romanzo decarliano, per la quale essi si ritrovano fortemente coinvolti in una meccanismo che definisco generazionale: il rifiuto della loro realtà, ed il tentativo di ristrutturarla. Bisogna tener conto però che quella stessa realtà corrotta e marcia, più che qualcosa da distruggere, e da rifare secondo i propri gusti, appare come un terreno di lotta per l'affermazione dei due protagonisti.
Guido ad esempio, nonostante l'approccio alla politica durante gli anni del liceo, prescinde dai modelli ideologici predominanti,
dell'uomo impegnato nella lotta di classe, e tenta la via dell'affermazione di sé attraverso il grande filone della creatività artistica, della scrittura. Mario ,pur avendo in gioventù seguito le orme politiche dell'amico, decide di distaccarsi in modo netto dalla società e dalla realtà, incarnando quei valori tanto ricercati e sognati ai tempi delle manifestazioni e delle occupazioni, nella sua "comune
biologica" in Umbria.

da

http://digilander.iol.it/bbrando00/page27.html

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