L'insostenibile leggerezza dell'essere

Milan Kundera

Adelphi 1985

Un libro molto noto e molto amato. Giustamente.
Tomáš è un chirurgo che ha nella vita due grandi passioni: il suo lavoro e le donne. A queste dedica tutto se stesso, senza dubbi o intime lacerazioni. "L'uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima volta è già la vita stessa?" Tomáš conosce Tereza che, innamorata di lui, gli si offre con dedizione totale. Si amano, si sposano, si posseggono, ma in modo, per entrambi, diverso: Tereza è divorata dalla gelosia e dal desiderio di possesso totale, pur sapendo che Tomáš, tradendola spesso, le è sempre fedele. Dalla Cecoslovacchia, invasa dai Russi, sono costretti a fuggire, ma Tereza non resiste a lungo. "Chi vive all'estero cammina su un filo teso in alto nel vuoto senza la rete di protezione offerta dalla propria terra dove ci sono la famiglia, i colleghi, gli amici, dove ci si può facilmente far capire nella lingua che si conosce dall'infanzia. A Praga Tereza dipendeva da Tomáš soltanto nelle cose del cuore. Quì dipende da lui in tutto. Se lui l'abbandonasse, che ne sarebbe di lei? Deve dunque passare tutta la vita con la paura di perderlo?"
Tereza torna e Tomáš la segue: a Praga conducono adesso una vita da operai improvvisati, tra carri armati e polizia segreta. Lui fa il lavavetri e lei lavora in un bar.
Parallela a questa loro storia, corrono le vicende di Sabine e Franz, un professore di Ginevra, col quale la donna, una pittrice ceca in esilio, amica di Tereza e di Tomáš, ha una relazione. I loro mondi si sfiorano senza capirsi: troppo diversamente sentono la vita, se stessi e gli altri. "Per Sabine vivere nella verità ... è possibile solo a condizione di vivere senza pubblico. Nell'istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti, ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità ... Franz, invece, è convinto che nella divisione della vita in sfera privata e sfera pubblica sia contenuta l'origine di ogni menzogna ... Per lui 'vivere nella verità' significa abbattere la barriera tra il privato e il pubblico."
Franz è sposato e solo a fatica riesce a confessare alla moglie la relazione con Sabine. Ma, mentre la prima sta ad ascoltare con rancorosa freddezza (e lui aveva tentato di proteggerla per anni, pensando a chissà quale disperazione!), Sabine si rende conto che il loro amore, reso pubblico, sarebbe presto diventato un peso insostenibile e lo lascia. Franz non ritorna a casa, ritrova una dimensione più vera in una solitudine non prevista nè cercata, si innamora di un'altra, ma finirà col morire in Cambogia durante una missione umanitaria. Il funerale sarà gestito imperiosamente dalla moglie, unica legittima titolare dello stato di vedovanza. Tra una storia e l'altra, le vicende della Cecoslovacchia, la Primavera di Praga, l'invasione russa, la polizia segreta, le persecuzioni, i ricatti. Le angosce personali dei protagonisti si intrecciano alle angosce di un popolo.
"Le domande veramente serie sono solo quelle che possono essere formulate da un bambino. Sono domende per le quali non esiste risposta." Il nuovo regime sovietico sconvolge ancora una volta la vita di Tomáš e Tereza. "I regimi criminali non furono creati da criminali ma da entusiasti convinti di aver scoperto l'unica strada per il paradiso."
Nè Tomáš nè Tereza credono a quest'unica strada: accettano entrambi di fuggire via dalla città e di rifugiarsi in campagna, dove, tra i più umili lavori, ritrovano una parvenza di libertà e di serenità. Intanto lontana, prima in Francia poi in America, Sabine si sentirà sempre più estranea alla realtà del suo paese. Sarà accusata di essere troppo indifferente alla storia e nemica del comunismo.
"Il mio nemico non è il comunismo, è il Kitsh!" Un concetto interessante.
Se si crede che il mondo è stato creato in maniera giusta si è raggiunto "l'accordo categorico con l'essere". L'ideale estetico corrispondente è il Kitsh che elimina "dal proprio campo visivo tutto ciò che nell'esistenza umana è essenzialmente inaccettabile." Dai tempi della Rivoluzione francese, una metà dell'Europa viene chiamata sinistra e l'altra destra e non in base a principi teorici dato che "i movimenti politici non si fondano su posizioni razionali, ma su idee, immagini, parole, archetipi che tutti insieme vanno a costituire questo e quel Kitsh politico. L'idea della Grande Marcia ... è un Kitsh politico che unisce la gente di sinistra di tutte le epoche e di tutte le tendenze." Ecco da cosa Sabine, Tereza e Tomáš vogliono vivere lontani. Sabine sarà in California quando riceverà la notizia della morte dei due amici, in un incidente stradale.
"Prima di essere dimenticati, verremo trasformati in Kitsh. Il Kitsh è la stazione di passaggio tra l'essere e l'oblìo."
Il testo a questo punto potrebbe essere concluso, ma l'autore che ha giocato col tempo (andando avanti e indietro coi suoi personaggi) ci congeda con un ricordo di Tereza, di Tomáš e di Karenin, la loro inseparabile cagna. E' l'ultimo periodo della loro vita, anche se loro stessi non lo sanno. Tereza chiarisce finalmente a se stessa il senso del suo rapporto col marito. "Siamo tutti pronti a vedere nella forza il colpevole e nella debolezza la vittima innocente. Ma ora Tereza si rende conto che nel loro caso è stato tutto il contrario! ... La sua debolezza era aggressiva e lo costringeva ad una continua capitolazione, fino a che lui non aveva smesso di essere forte e si era trasformato in un leprotto tra le sue braccia." Riconciliata con se stessa e la sua sofferenza, Tereza chiederà scusa all'uomo che, amandola, le è stato sempre vicino, rinunciando a tutto. "Il tempo umano non ruota in cerchio, ma avanza veloce in linea retta. E' per questo che l'uomo non può essere felice, perchè la felicità è desiderio di ripetizione."
Ho citato molti brani del testo perchè è un libro ben scritto, padroneggiato con sicurezza, affascinante per la varietà dei motivi e dei personaggi. Gli nuoce forse un'elegante sentenziosità: le considerazioni dell'autore sul comunismo e sul Kitsh della Grande Marcia mi sembrano troppo generiche pur avendo la pretesa di essere valide una volta per tutte. Anche i rapporti sentimentali sono analizzati con una buona dose di ovvietà, non è un caso che Sabine, la personalità forse più interessante, rimanga uno schizzo, un ottimo schizzo.
E infine: l'uomo può essere felice Basta mettersi daccordo sulla parola "felicità". Diceva B. Russell, che si intendeva un po' di roba del genere, che le più complesse questioni filosofiche sono in fondo problemi di grammatica e di lessico.

a cura di Maria Antonietta Amico

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