LA POP ART
La "pop art" è una corrente artistica che nasce negli anni '60 a New York e che si fa portavoce "della non-creatività della civiltà di massa" (Giulio Carlo Argan, "L' arte moderna 1770-1970", pubblicato nel 1970).
Il suo nome è infatti l'abbreviazione dell'aggettivo "popular" e la sua principale fonte d'ispirazione è la pubblicità .
La "pop-art" è lo sviluppo di quella corrente neodadaista e neorealista che negli anni '50 aveva cercato di riproporre i temi del dadaismo storico.
Artisti come Robert Rauschenberg , Jasper Johns , César, Christo si cimentarono in esperienze polimaterialistiche molto vicine ai "raedy- made" di Marcel Duchamp.
La vera rivoluzione nell' arte pop è però stata introdotta da Roy Lichtenstein ed Andy Warhol, tramite la rinuncia alla cultura neodadaistica dell' oggetto, a favore della trascrizione pittorica di immagini tratte dal repertorio dei "mass-media".
Il grande merito di tutti gli artisti pop è quello di aver tolto l'arte dal suo piedistallo per pochi eletti, rappresentando immagini che "chiunque scendesse per Broadway era in grado di riconoscere all'istante" (Andy Warhol) e che coglievano tutto ciò che è quotidiano e comune, le cose che l' arte precedente aveva scelto di non rappresentare affatto.
Principali artisti pop
Andy Warhol
Andrew Warhola era figlio di due immigrati cecoslovacchi e già da bambino aveva mostrato un profondo interesse per il mondo delle celebrità e del lusso. Dopo gli studi, egli intraprende una carriera di pubblicitario con la quale riesce a farsi conoscere nel mondo dell'arte e ottiene i suoi primi riconoscimenti. Ben presto però Andy Warhol smette di creare pubblicità per rendere l'arte uguale alla pubblicità.
Egli sceglie gli oggetti più sciatti e comuni (tavoli da pic-nic, pantaloni da uomo, tende da doccia, celebrità, frigoriferi, ecc.) perché il suo intento è quello di togliere all'arte intellettualità per darle la commercialità.
Il supporto principale della sua produzione è il consumismo, i cui simboli (come la Coca-cola o la Campbell's) diventano i protagonisti dell'arte pop.La tecnica più conosciuta tra quelle usate da Andy Warhol è la serigrafia con la quale si riescono a "produrre in serie" anche le opere d'arte, che, private del concetto di pezzo unico, diventano un vero prodotto commerciale.
Dietro i colori sgargianti dei suoi quadri si intravede però un uomo terrorizzato e ferito a tal punto dei rapporti interpersonali da desiderare la freddezza di una macchina dichiarando: "La ragione per cui dipingo in questo modo è che voglio essere una macchina. Tutto quello che faccio lo faccio come una macchina, ed è quello che voglio fare... Penso che chiunque dovrebbe essere in grado di dipingere ogni mio quadro al mio posto."
Questa è soltanto una delle stranezze che hanno accompagnato la vita di Andy Warhol, una persona che ha trovato nel consumismo il mondo adatto alla propria fragilità, perchè nel comprare non si ricevono rifiuti. Sempre per lo stesso motivo Andy Warhol amava la celebrità a tal punto da augurarne un quarto d'ora a tutti; la fama infatti aveva reso anche lui "prodotto commerciale", e il fatto di essere comprato lo riempiva di gioia. Nel 1987, dopo una lunga carriera nell'arte, morì per un banale intervento alla cistifellea.
Roy Lichtenstein
Lichtenstein si accosta all'arte tramite l'espressionismo astratto, ma passa alla "pop art" perchè pensa che: "l'unica cosa che tutti odiavano era l'arte commerciale." Secondo Lichtenstein infatti la "pop-art" è coinvolta con le caratteristiche più sfacciate e minacciose della società, ma proprio queste caratteristiche esercitano una forte pressione su di noi.Quello di Lichtenstein è quindi un tentativo di riaccostarsi il più possibile al mondo materiale dopo che l'arte precedente aveva cercato di allontanarsene (ad es. con l'espressionismo astratto).
La sua principale fonte d'ispirazione è il mondo dei fumetti, molto influente sul mercato negli anni '60 e '70. Ciò che rende simili le opere di Lichtenstein alle vignette è la tecnica della puntinatura applicata a figure bidimensionali dai tratti molto marcati.
Una differenza fondamentale tra i fumetti e le opere dell' artista pop consiste nel fatto che la tecnica non è più un espediente per colorare di meno, ma è la componente essenziale per la riuscita dell' opera.Negli anni '70 Lichtenstein applica la tecnica fumettistica ad opere famose, come "Cavaliere rosso" di Carlo Carrà, in una produzione analoga alle serigrafie di Andy Warhol della "Gioconda" o de "L'ultima cena" di Leonardo da Vinci.
Negli anni '90 non si è più molto sentito parlare di Roy Lichtenstein, nonostante egli continuasse il suo lavoro, fino alla sua morte, il 30 settembre 1997.
Le sue rielaborazioni dei fumetti hanno però influenzato soprattutto il mondo della pubblicità, che spesso ripropone immagini simili ai lavori di Roy Lichtenstein (ad es. la campagna pubblicitaria T.I.M. del 1997).
Jasper Johns
Anche Johns, come Lichtenstein, muove i suoi primi passi nell' "action painting", ma nel 1954 si accosta ad una ricerca neodadaista.Egli rappresenta gli oggetti esaltandone alcuni tratti per darcene una ben precisa angolazione. La sua pittura è infatti volta ad esprimere le qualità visuali del soggetto più che il suo significato.
"Sono sempre interessato alla forma fisica del soggetto a cui sto lavorando e spesso ripropongo un'immagine in un'altra forma solo per vedere cosa succede, quale differenza ci possa essere tra le due. Per scoprire cosa le collega e cosa le separa", dice egli stesso.Jasper Johns, come anche Robert Raushenberg, rappresenta oggetti di uso comune già usurati e non appena usciti di fabbrica (come invece facevano Andy Warhol e Roy Lichtenstein) in una produzione che sembra anticipare il "trash".
Le opere più famose di Johns sono le "bandiere" e i "bersagli", ma forse sono più interessanti certi dipinti in cui Johns associa alcuni oggetti ai rispettivi nomi, per capire cosa effettivamente leghi "significante "e "significato ", e in questo ricorda René Magritte (ad es.:"ceci n'est pas une pipe").
Ultimamente questo pop non ha fatto molto parlare di sé,ma sappiamo che egli continua sempre la sua produzione utilizzando soprattutto la stampa su tela.
Robert Rauschenberg
Le prime opere di Rauschenberg sono delle tele monocrome che rappresentano la fase precedente all'accostamento al neodadaismo.Dal dadaismo storico egli recupera soprattutto i "collage", rivisitandoli in chiave polimaterialistica grazie all'assemblaggio.
La principale fonte d' ispirazione di Rauschenberg è il mondo dei rifiuti, dai quali egli sostiene di poter cogliere la presenza umana tramite l'usura. Quest' artista ha il grande merito di aver considerato e rivalutato un altro lato della civiltà di massa, il pattume, e proprio per questo viene considerato un pop,anche se ci sono profonde differenze con gli altri esponenti del movimento.L' interesse di Rauschenberg per i rifiuti e la sua azione di recupero tramite l' imbellimento artistico ha avuto un tale successo da creare una corrente a parte (decisamente in auge negli anni '90), il "trash". Nell' ultimo decennio Rauschenberg è stato forse l' artista pop di cui si è sentito parlare di più, grazie anche al successo dei rifiuti nell'arte.
Egli è stato protagonista di una recente mostra al museo Guggenheim di Bilbao, anche se le sue ultime opere hanno abbandonato i colori colanti e le materie usurate a favore di "collage" di fotografie stampati su tela.
Claes Oldenburg
Claes Oldenburg è molto diverso dagli altri artisti pop, soprattutto per il fatto che egli introduce una visione molto ironica del consumismo.
La sua principale fonte d'ispirazione è infatti il mondo alimentare; celebri sono ormai le sue riproduzioni "gonfiabili" o in gesso di bistecche, hamburger, gelati, spesso proposti in versione colossale.I materiali usati attribuiscono al cibo rappresentato una mollezza o una durezza incosueta che ha qualcosa di vomitevole, ma anche di terribilmente grottesco e ironico.
Ciò che personalmente mi colpisce delle opere di Oldenburg è l'incredibile farcitura presente nei suoi cibi, volta ad esprimere un'abbondanza che porta alla nausea.
Oldenburg non si occupa però solo del campo alimentare, ma anche di altri oggetti di uso comune; ne sono un esempio le camicie, le chiavi, le sedie coperte di indumenti da "indossare il giorno dopo", ecc. Tutta questa produzione è volta a rendere un vero e proprio monumento al quotidiano, grazie sopratutto alle dimensioni colossali. Questo è il principale elemento di differenza tra Oldenburg e gli altri artisti pop; infatti le sue opere esaltano un'abbondanza sì un po' esgerata, ma dopotutto sempre contenta di esistere. Ben diverse sono certe opere di Warhol che rappresentano realtà drammatiche (ad es. gli incidenti stradali o le sedie elettriche), e diversi i personaggi spesso piangenti dei fumetti di Lichtenstein, o gli oggetti logori e scartati di Johns e Rauschenberg.
Da : http://www.beccaria.mi.it/attivita/artisti/critica/popartt.htm