GLI ANNI '60
Sulla scena internazionale , gli anni '60 furono dominati dalla consolidata coesistenza tra gli USA e l'Unione Sovietica, la quale generò il cosiddetto "equilibrio del terrore", poiché tale condizione si fondava sulla consapevolezza, da una parte e dall'altra, di non poter prevalere sull'avversario, senza mettere a repentaglio la propria sopravvivenza e quella dell'umanità, e sull'equilibrio degli armamenti nucleari. Numerosi, si rivelano, gli eventi importanti che caratterizzarono questo decennio, dalle vicende dei Kennedy alla guerra del Vietnam, alle rivolte giovanili e operaie del '68 infatti, nel Novembre del 60' salì alla presidenza degli USA J.F.
Kennedy (democratico), il quale proveniva da una ricca famiglia di origine irlandese e divenne a soli 44 anni il più giovane presidente americano. Appoggiato da gran consenso e da gruppi di intellettuali, Kennedy cercò di continuare la politica progressista di Wilson e Roosvelt. La sua politica estera, invece, fu caratterizzata da una linea ambivalente, assunta da Kennedy, tra quella pacifista, propensa alla distensione con l'est ed una che salvaguardava gli interessi USA. Nel Giugno del '61,a Vienna, ci fu il primo incontro tra il presidente americano e Kruscev, che non ebbe tuttavia gli esiti sperati; infatti, gli USA riconfermarono il loro appoggio a Berlino Ovest e i sovietici in risposta alzarono un muro per evitare fughe. Ma in questo periodo,il momento più drammatico si ebbe In America Latina, quando Kennedy (all'inizio della sua presidenza), tentò di reprimere il regime socialista di Cuba, appoggiando vari gruppi di esuli anti-castristi; questo tentativo si attuò nel '61, nella "Baia dei Porci", ma si risolse comunque in un fallimento. L'unione sovietica reagì installando, nella stessa Cuba, delle basi di lancio per missili nucleari. Quando le basi furono scoperte dagli americani, fu immediatamente ordinato un blocco navale intorno Cuba, in modo da evitare che navi sovietiche raggiungessero l'isola. Per pochi giorni la situazione si fece molto tesa, fino a quando Kruscev cedette, acconsentendo allo smantellamento delle basi missilistiche,a patto che gli Usa si astenessero da azioni militari contro essa. Questa vicenda, contribuì a creare una fase di distensione, tanto che nel 63' USA&URSS firmarono un patto che sanciva la messa al bando degli esperimenti nell'atmosfera. In questi anni, dunque, si accentuò il tono pacifista, e l'antagonismo tra le due super-potenze divenne appannaggio della sola economia. Tuttavia, nonostante la sfida lanciata da Kruscev verso i paesi capitalistici, il leader sovietico venne smentito dall'andamento negativo dell'economia del suo paese e fu dimesso. Poco tempo dopo, scomparve anche l'altro importante protagonista di quegli anni, Kennedy, il quale fu assassinato a Dallas, da mandanti politici ancora oggi sconosciuti; stessa sorte toccò al fratello R.Kennedy e al pastore Martin Luther King (leader del movimento anti-segregazionalista). Il successore di Kennedy fu Lynday Jhonson, che, nonostante lo sviluppo di molti progetti di legislazione soc.iale, commise l'errore di legare il proprio nome alla sfortunata, quanto impopolare, missione in Vietnam Quest'episodio, che si protrasse per iltre dieci anni, tra il 64-75, rappresenta il momento di scontro più acuto tra USA e mondo comunista, allora scisso tra Cina e URSS, ma comunque unito per quello che riguardava i sostegni bellici ed economici verso le forze anti-imperialistiche. In base agli accordi di Ginevra (1954) il Vietnam era diviso in due repubbliche, nord comunista e sud semidittatoriale appoggiato dagli USA, che cercava di sminuire l'influenza francese in Vietnam. La situazione politica del sud,suscitò forti movimenti di guerriglie (le grandi Vietcong) guidate da comunisti e sostenute dal nord.Gli USA decisero di intervenire, mandando truppe di "consiglieri militari" costituite da circa 300.000 uomini. Nel '65 ebbero inizio i primi bombardamenti contro il Vietnam del nord, nonostante la consistenza delle truppe americane, queste ultime non riuscirono comunque a predominare nella lotta, considerando soprattutto che i vietcong godevano dell'appoggio delle masse contadine della repubblica nord vietnamita,della Cina e della Russia. L'esercito americano si trovò in chiara difficoltà, non solo dal punto di vista tecnico e bellico ma anche da quello morale. L'opinione pubblica dipingeva questo conflitto come "la sporca guerra", decisamente non coerente con la tradizione democratica degli USA. Ci furono manifestazioni di protesta, soprattutto tra i giovani che spesso si rifiutavano di indossare le divise americane e di scendere in guerra. Intanto nel conflitto, la situazione degli USA si faceva sempre più complicata, le truppe del vietcong avanzavano sempre più,fino a colpire la capitale del sud; a quel punto,il presidente Jhonson ordinò la sospensione dei bombardamenti e in seguito decise di non presentarsi nelle successive elezioni. Il successore Nixon avviò dei negoziati con il Vietnam e con il governo rivoluzionario provvisorio (espressione politica dei vietcong) Solo nel 1973, a Parigi, fu firmato l'armistizio che prevedeva un graduale ritiro delle truppe americane dall'Indocina. Intanto gli scontri perdurarono per altri due anni, fino a quando la totale assenza di forze americane riuscì a garantire l'affermazione di un Indocina comunista. Fu la prima sconfitta nella storia degli USA. Altro importante evento di questi anni, che veniva delineandosi, fu il contrasto sempre più grave, tra: URSS e Cina (mentre l'URSS voleva mantenere l'ordine mondiale "Bipolare" e voleva conservare il ruolo di stato guida del mondo comunista, la Cina di Mao-Tse-Tung,contestava gli equilibri internazionali e voleva proporsi come guida per i paesi in via di sviluppo nella lotta all'imperialismo, agli inizi del 1960 il contesto economico cinese non era dei migliori,soprattutto per la scarsa produzione agricola, per tale ragione fu applicata una nuova strategia: il "grande balzo in avanti" (che si basava su un gigantesco sforzo collettivo). L'esperimento tuttavia, fu un fallimento e costrinse la Cina a massicce importazioni dall'estero di cereali. Intanto, i rapporti diplomatici con l'URSS si facevano sempre più difficili ed il contrasto divenne ormai esplicito quando quest' ultima tra il 1959 ed il 1960, ritirò i propri tecnici, impegnati nell'industria pesante cinese, e rifiutò qualsiasi assistenza alla Cina in campo nucleare. Le due nazioni si scambiarono Varie accuse e furono addirittura ridiscussi i loro confini. Queste convergenze sfociarono in piccoli scontri armati lungo il fiume Ussari. In seguito, anche la situazione interna della Cina peggiorò, infatti i disordini ed il dissesto economico determinati dal "grande balzo in avanti", avevano portato, in qualche modo, all'ascesa dei moderati del gruppo dirigente cinese; tuttavia, Mas, mise in atto una forma di lotta inedita per un regime comunista, cioè mobilitare le generazioni più giovani in particolare studenti, contro le classi dirigenti accusandole di voler costituire una nuova via capitalistica. Iniziò così, tra il 66''-68'', la cosiddetta ""rivoluzione culturale"", ovvero una rivolta giovanile, apparentemente spontanea, ma, in realtà, orchestrata dall''alto. Si formarono gruppi di guardie rosse(costituite fondamentalmente da giovani) che, attraverso contestazioni e proteste, determinarono un radicale cambiamento nella società e nella mentalità collettiva. Raggiunto il proprio scopo, Mao riuscì a porre a freno il movimento (rivoluzione culturale) e a stabilire l''ordine. Nel 70'', grazie a Cha-En-Lai, si ebbe un processo di normalizzazione anche sul campo internazionale, la Cina, infatti, si trovava in condizioni di isolamento, e considerando i pessimi rapporti con l''Urss, si avvicinò agli Usa entrando a far parte dell''ONU. Intanto in Russia, in seguito all''allontanamento di Kruscev, l''Unione Sovietica fu sostenuta da una direzione collegiale, nella quale emerse il segretario dal P.C.U.S. Leonid Brezned. Con lui si cambiò radicalmente lo stile della politica Krusceviana (meno iniziative clamorose, meno dichiarazioni ottimistiche), anche se sostanzialmente rimase invariata. Furono accentuate le misure di sicurezza contro i dissenzienti, in particolar modo, intellettuali, spesso raggiungendo dei modi alquanto dubbi, anche se, tuttavia, lontani dalla brutalità dei tempi di Stalin. I rapporti con la Cina si mantennero statici, anche se, in campo estero, fu applicata una più decisa politica di riarmo, che fece sentire i suoi effetti sul bilancio statale. In particolar modo, i dirigenti Sovietici, si mostrarono intransigenti verso l''ampio e interessante esperimento di liberalizzazione della Cecoslovacchia, nel 68'', che culminò nella cosiddetta ""Primavera di Praga"". Gli eventi ebbero inizio nel Gennaio del 68'', quando Dubcek sostituì Novatny nella carica di primo segretario del partito comunista cecoslovacco. Dubcek, era in realtà leader dell''ala innovatrice che, con l''appoggio entusiastico di studenti, intellettuali e operai, introdusse nel sistema socialista, elementi di pluralismo economico e politico. Egli annunciò, in un primo momento, la soppressione della censura, in seguito fece emergere la volontà, sia di riformare radicalmente l''economia del paese, abbandonando il centralismo e l''industrializzazione presente, sia di espandere la libertà, fino a favorire un''articolazione pluralista del sistema politico. Questo nuovo orientamento fu definito ""socialismo dal volto umano"". Questo processo di liberalizzazione, a cui contribuirono in particolar modo gli intellettuali, preoccupò i dirigenti sovietici, che intravidero nella "Primavera di Praga" una minaccia per il regime comunista e per il "patto di Varsavia", temendo un "contagio" nel campo socialista. L''esponente ceco, tentò invano di rassicurare i sovietici, poiché fra il 20-21 dell''agosto del 68'' le truppe del patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia; tuttavia stroncare la ""primavera di Praga"" si rivelò più arduo del previsto, in quanto era difficile individuare un gruppo dirigente disposto a sostituire quello presente. Nonostante le pressioni di Mosca la situazione rimase incerta per mesi, fino a quando fu concretizzata la fase di normalizzazione nella Primavera del 69'' e salì al potere Husek.