Tutto nacque  il giorno in cui il Faiola ci chiese di metter su una "squadretta"per allenare il suo favoloso team: il CAFE' DO BRASIL;  e a giudicare dai  risultati dei nostri primi incontri il termine favoloso era del tutto giustificato,dal momento che le partite terminavano con una notevole differenza gol a loro vantaggio.

Partì la macchina organizzatrice,e i primi ingaggi ,o per meglio dire,i primi volontari,furono reclutati all'interno della nostra aula,    la  Terza C. 

Per prima cosa dovevamo essere una squadra,e di conseguenza venire identificati come tale;la necessità quindi di munirci di appropriato abbigliamento.

La scelta cadde non a caso, ma per una questione economica,a 7 o 8 maglie (non ricordo il numero) appartenenti a un mio vicino di casa.

Il resto della nostra "mise" aveva meno importanza;ognuno indossava ciò che aveva a sua disposizione;ricordo che giocavo con un paio di mocassini e un  costume" bermuda" per calzoncini; ma tutti eravamo estremamente fieri della nostra maglia dai colori sociali della Roma,in pura lana vergine; il tipo di materiale non si può dire  fosse molto confortevole,in modo particolare durante il periodo più caldo della stagione.                                                                      

Giocammo le prime partite nel campo asfaltato dell'oratorio,e come ho già detto,i risultati non furono molto positivi,ma era rassicurante il fatto che pian piano il nostro gioco migliorasse.

Le partite si cominciarono a disputare anche su un altro campo,(di terra fortunatamente)di dimensioni quasi regolari;era sito su un terreno in parte ricavato dopo la copertura del vecchio "fiume":la marana.

Un giorno Maurizio, nostro amico, e mediano della squadra(la chiamo così perchè non avevamo ancora un nome),ci disse che suo padre era interessato a prendersi cura di noi,allenarci,mettere a nostra disposizione la palestra ubicata vicino il suo ristorante,affittare regolarmente un vero campo di gioco per i nostri allenamenti,e soprattutto iscriverci a un campionato.

Quello che fece il "Sor Gianfranco" negli anni a venire è molto difficile per me esprimerlo,ci vorrebbe qualcuno capace di scrivere i sentimenti,mi limito a dire che  diede tutto ciò che poteva:tempo,denaro,e soprattutto affetto.

Nacque così la società sportiva "Due Pini",che prese il nome dal ristorante,iscritta al campionato allievi 70/71.