BREVE STORIA DELL'INFORMATICA E DELLA TELEMATICA

Per iniziare, mi sembra il caso di chiarire il significato di alcuni termini tecnici del settore, spesso "maneggiati" senza cognizione di causa, spesso in grado di scoraggiare chi per la prima volta si accosta per caso ad una rivista di computer. Innanzitutto un minimo di storia dell'elaborazione dei dati, che offrirà anche l'occasione per familiarizzare con quei termini di lingua inglese che sono oramai parte integrante di queste discipline. Sebbene i primi progetti siano del 1840, il primo elaboratore elettromeccanico (Z3) venne realizzato nel 1941 in Germania e conteneva ingombranti relè (apparecchio costituito da 2 sistemi, il secondo del quale si attiva solo quando il primo raggiunge un valore prefissato, secondo una legge detta "del tutto o nulla") nella sua parte per così dire strutturale o fisica (hardware) : questi vennero sostituiti negli U.S.A. da tubi termoelettronici e nacquero così gli elaboratori elettronici (o computer, oggigiorno "personali" o "PC") della 1ª generazione (1946-58). Al di là dell'hardware, la parte programmabile, che è poi quella per noi più importante, prende il nome di software, a sua volta distinguibile in software di sistema o di base (comprendente il sistema operativo di cui parleremo oltre) e in software applicativo (i "programmi", come li chiamiamo comunemente). Nella seconda generazione di elaboratori (1958-64) l'hardware venne sostituito ancora, stavolta dai moderni e microscopici transistori (per chi abbia nozioni di fisica, si tratta di triodi a semiconduttore, principalmente silicio, l'elemento base di molti componenti), ma fu il software a subire la grande rivoluzione. Bisogna infatti pensare che fino a quell'epoca, sfruttando i 2 diversi stati fisici di relè o transistor e l'analogia acceso/spento=0/1, la programmazione avveniva con il  linguaggio di macchina, dando cioè informazioni (lettere e cifre) sotto forma di scrittura posizionale, usando le sole cifre 0 e 1 (con le stesse regole che noi usiamo comunemente sul sistema decimale, usando le dieci cifre da 0 a 9 per rappresentare i numeri): ogni unità di rappresentazione prendeva il nome di bit (da binary digit o simbolo binario), che venivano raggruppati in gruppi di 8 o byte, a loro volta raggruppati in "parole". In tale modo però le informazioni subivano un "allungamento" che rendevano questo codice di difficile uso per i programmatori e pertanto vennero introdotti i linguaggi simbolici: la comunque ancora necessaria routine della traduzione (da linguaggio simbolico a linguaggio di macchina) venne automatizzata introducendo i cosiddetti sistemi operativi (spero di non essere accusato di fare pubblicità occulta se citerò quale esempio le varie versioni di Microsoft Windows), che contengono inoltre le varie utilities con strabilianti funzioni di controllo di quanto attraverso le interfacce, entra (input, tramite tastiere alfanumeriche, mouse meccanici o ottici, joystick, track-ball, microfoni, etc.., tutti termini che approfondiremo in seguito) ed esce (output, sotto forma di scritte su schermi video o monitor, stampa, registrazione, segnali audio da casse stereofoniche, etc..) da dispositivi esterni al computer: non bisogna stupirsi se all'origine di questo sviluppo si trova il principio di retroazione avanzato da C.E.Shannon nella teoria dell'informazione del 1949, alla base anche della cibernetica (a titolo di esempio cito il DataGlove, il famoso guanto per la realtà virtuale), della bionica e della teoria degli automi. Infine la 3ª generazione di computer, quella a noi più vicina, da semplici strumenti di calcolo i computer diventano veri e propri sistemi e gli elaboratori elettronici digitali (basati come si è detto sul linguaggio di macchina, sequenziale, precisissimo ma per questo "lento") vengono affiancati da quelli analogici (basati su variabili continue, come la tensione elettrica o voltaggio, anzichè discontinue come erano le cifre 0/1: velocissimi ma meno precisi). Ad ogni modo sono i primi che trovano largo impiego nella gestione amministrativa (e che quindi possediamo come PC), mentre i secondi trovano impiego solo nei simulatori e nei calcolatori più complessi. Per file (lett.archivio) si intende un insieme organizzato di dati registrati su supporto magnetico (hard-disk, floppy-disk, tc.).Nell'ambito di un file i dati sono organizzati in articoli (o record). Dalla tecnologia dei CD (compact-disc), i ben noti dischi per la riproduzione musicale (incisi, anzichè coi classici solchi degli LP, secondo l'oramai chiarito linguaggio digitale, che qui diventa una successione di incavo microscopico o pit=1 e assenza di incavo o land=0) derivarono poi : 1) le memorie di massa a disco magnetico degli hard-disk (dischi rigidi o fissi di memoria variabile fino a diversi gigabyte, installati nel core dei computer) e dei floppy-disk (dischetti flessibili asportabili: quelli attuali hanno dimensioni di 3,5 pollici e possono contenere fino a 1,44 megabyte (MB) di dati; i loro apparati di lettura e scrittura sono detti driver); 2) le memorie a dischi ottici (così chiamati perchè "letti" e "scritti" da dispositivi ottici equipaggiati con laser di ridotta potenza) degli altrettanto ben noti CD-ROM (compact disc read only memory, non più modificabili dopo l'incisione e per questo dette anche "memorie non volatili") e le memorie a nastro usate per le copie di sicurezza (memorie di back-up) dei contenuti dell'hard-disk. ROM è un'altro dei termini più usati, spesso in contrapposizione a RAM (acronimo di Random Access Memory, o memoria ad accesso casuale), che a differenza dei ROM, consentono, oltre alla lettura, anche la sovrascrittura : tutte queste creazioni sono in parte frutto dei progressi dell'alta tecnologia (high-tech). L'unità centrale del computer è costituito dal microprocessore, un chip (piastrina di silicio di meno di 1 cm² su cui sono ricavati un'infinità di microcircuiti integrati o transistori) installabile nei dispositivi esterni mediante la ben riconoscibile doppia fila di "piedini" (pin): a titolo di esempio si possono citare i ben noti Intel 80286, 80386, 80486, Pentium, etc... (altri produttori sono IBM, Motorola, Hewlett Packard).  Lasciando da parte i joystick e i track-ball (i cui impieghi sono limitati ai videogiochi o videogames per la estrema semplicità d'uso che palesa la prontezza di riflessi dell'operatore), il principale accessorio per spostare sul video un cursore luminoso (quadratino, freccia, lineetta verticale o orizzontale che sia) è il mouse, che può essere meccanico (il più comune), cioè basato sullo scorrimento sul tappetino ruvido di una sfera posta all'interno della scatoletta, od otticoi (così chiamato per il sistema di "lettura", che richiede tappetini grigliati), la cui maggior precisione ne fa uno strumento utile ma limitatamente diffuso (ad es. nel campo della grafica). Altra unità periferica di input importante per l'editoria individuale (Desk Top Publishing) è lo scanner (a trascinamento del foglio o a piano fisso), in grado di leggere testi (risparmiando il lavoro di "battitura" sulla tastiera) ma soprattutto di "digitalizzare" immagini grafiche complesse. Tra le unità periferiche di output, importantissimi sono chiaramente lo schermo video (display), la cui risoluzione è indicata col numero di pixel (da picture element, cioè di unità elementari, o raggruppamenti di punti-fosforo, visualizzabili) per unità di superficie. Importante è anche munirsi di una  protezione dalla quantità di raggi catodici che oltrepassa lo schermo, inconveniente eliminato negli schermi piatti a cristalli liquidi (diffusi soprattutto nei portatili e negli schermi a sfioramento tattile o touchscreen). Altra unità di output basilare è ovviamente la stampante : sostituite (tranne che negli uffici pubblici per esigenze di sicurezza) le vecchie e rumorose stampanti a matrice di punti (dot matrix) o "ad aghi", oggigiorno la scelta è tra stampanti a getto d'inchiosto (ink-jet printer) e le oramai solo di poco più costose, (ma in compenso incredibilmente veloci, silenziose ed efficienti !) stampanti laser. In entrambi i casi la risoluzione viene misurata in dpi (acronimo di dot per inch ovverò punti per pollice) e, se nelle ink-jet varia tra 180, 360 e 720, in alcune laser raggiunge i 2000. Venendo ai software, l'elaborazione dei testi (videoscrittura) viene realizzata coi cosiddetti word processor, dotati di un menù di opzioni, di un menù di aiuto (help) e di funzioni automatiche di editing per l' "abbellimento" dei documenti (sottolineatura, giustificazione, marginatura e centratura dei testi, spaziature automatiche, inserimento tabelle, vari stili di caratteri o font - le 3 più usate sono senz'altro Times New Roman, Courier New e Arial - di altezza anch'essa regolabile, scorrimento o scrolling di righe o pagine, etc..). La successiva coniugazione del trattamento automatico dell'informazione per mezzo di computer (infor-matica) e delle telecomunicazioni portò infine alla nascita della telematica e dei vari servizi Teletext, Videotex, Bureaufax e Posta elettronica (canonizzati in Italia rispettivamente coi nomi Televideo, Videotel, Telefax e Postel). Uno degli apparecchi di base è il modem (abbreviazione di modulatore-demodulatore), in grado di fare da "interprete" bidirezionale (a seconda che il messaggio sia in input o in output) tra il linguaggio di macchina (digitale) del terminale domestico e quello analogico della rete telefonica. La posta elettronica consiste nell'assegnazione all'utente di una casella postale elettronica (mailbox o più comunemente e-mail) e nell'invio ad uno o più (mailing list) destinatari contemporanei il messaggio, testo, immagini o archivio dati (database), eventualmente richiedendo un "avviso di ricevimento" (acknowledgment): nel caso di Postel i più avranno senz'altro notato che i destinatari, se non abbonati, ricevono la corrispondenza su documento cartaceo nelle apposite buste bianco/verdi. Lungi da me la pretesa di aver esaurito l'argomento (altrimenti i corsi di laurea in ingegneria informatica non durerebbero 5 anni !), ma spero almeno di avere dato un'idea di come siamo arrivati e quali sono i principi su cui si basano le più comuni macchine della rivoluzione multimediale.