Rassegna Stampa Tecnica
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down.gif (90 byte) Un decalogo contro le videospie

 


Lunedì 29 Gennaio 2001, 12:28

Caserta: Due Giovani Muoiono Asfissiati Dai Gas Dell'Auto

(AGI) - Caserta, 29 gen. - Due giovani fidanzati sono morti asfissiati dai gas di scappamento di un'autovettura nella quale si intrattenevano all'interno di un garage.
E' successo a Cesa, piccolo centro della provincia di Caserta. Le vittime sono Pietro Pezzella, 23 anni, ed Elenise di Matteo, 21 anni, italiana, ma nata in Brasile.
I corpi dei due sono stati trovati nell'auto del giovane all'interno del garage della famiglia Pezzella.
Secondo quanto si e' appreso, non si tratterebbe di un suicidio, ma di una disgrazia.
Sul posto si sono recati i carabinieri del Comando provinciale. (AGI)

 


Venerdì 26 Gennaio 2001, 18:24

Antitrust apre istruttoria su Enel/Infostrada /2

L'ufficio stampa dell'Antitrust ha precisato che l'istruttoria sara' conclusa entro il 10 marzo.
Enel (Milano: ENEI.MI - notizie) , spiega Antitrust, occupa una "posizione dominante" sul mercato liberalizzato dell'energia elettrica. La quota di Enel sull'insieme dei consumi elettrici e' stimabile infatti nel 2000 in circa il 60% e quella totale della produzione e importazione dell'energia nell'87,4%.
L'acquisizione di Infostrada, "consentirebbe ad Enel di offrire congiuntamente servizi di pubblica utilita' a un grandissimo numero di utenti di servizi di tlc offerti dal gruppo [...]. La fidelizzazione di una parte sostanziale di questi clienti limiterebbe di fatto l'impatto di liberalizzazione sul mercato elettrico", ritardando l'ingresso dei concorrenti. Inoltre, sottolinea l'Antitrust, ci sarebbe un innalzamento dei costi d'ingresso determinanta dalla necessita' "della concorrenza potenziale di misurarsi con un'offerta congiunta di almeno due servizi di pubblica utilita' [energia elettrica e tlc, ndr) anziche' limitarsi a competere solo sul mercato della fornitura dell'energia elettrica".
Il processo di diversificazione delle attivita' Enel, preoccupa anche Monti. Il commissario, rinviando l'istruttoria all'antitrust italiano ha infatti detto che "l'aspetto che va valutato [nell'operazione Enel/Infostrada] e' il riflesso sulla concorrenza della possibilita' che avrebbe Enel di offrire piu' servizi di pubblica utilita'. Cio' puo' avere un effetto di ritorno sulla posizione dominante di Enel nel mercato elettrico".
La preoccupazione nasce dalle diverse velocita' con cui si stanno aprendo in Italia i mercati delle utilities.
Se nelle tlc la liberalizzazione e' completata, per il gas bisognera' aspettare il 2003, mentre nel settore elettrico la scadenza e' nel 2030. /PIF

 


Mercoledì 24 Gennaio 2001, 16:26

Fisco: Grandi, Via Libera a Sgravi Riscaldamento Zone Montane

(AGI) - Roma, 24 gen - Via libera agli sgravi fiscali disposti sul riscaldamento nelle zone montane: il direttore delle Dogane ha firmato il decreto di attuazione delle agevolazioni, secondo quanto prevede l'ultima legge finanziaria. Lo ha annunciato il sottosegretario alle Finanze, Alfiero Grandi, spiegando che con il provvedimento "il Governo conferma gli impegni presi".
La finanziaria 2001 ha aumentato gli sgravi su gpl e gasolio da riscaldamento, nelle aree montane, rispettivamente di 50 lire al litro e al chilo: l'agevolazione complessiva sale cosi' a 250 e 308 lire per l'uso fatto nel periodo dal primo gennaio 2001 al prossimo 30 giugno. (AGI)

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23/01/2001

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Via Volta spiata giorno e notte

presto on.line l'articolo pubblicato su il Giornale di Vimercate che parla della "Piccola Sorella"

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Blackout: California al buio
Dichiarato lo stato di emergenza

18 gennaio 2001
Articolo messo in Rete alle 06:43 ora italiana (05:43 GMT)

Crisi energetica, aziende elettriche alla bancarotta

California
Stato di emergenza in California per i blackout

All'interno:

Di chi è la colpa?

La California mendica elettricità

Aziende elettriche in bancarotta

Il fallimento della riforma?

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di Alberto Riva, CNNItalia

SAN FRANCISCO (CNN) -- La crisi energetica che ha colpito lo stato della California ormai una settimana fa è precipitata nella notte tra mercoledì e giovedì, mattina di giovedì in Italia. San Francisco e gran parte della Silicon Valley sono state soggette mercoledì a blackout temporanei che lasciano al buio, a turno, ampie zone dello stato. Il governatore Gray Davis ha dichiarato lo stato di emergenza.

Gli abitanti di San Francisco rivivono scene da crisi petrolifera degli anni Settanta: interi quartieri della città rimangono al buio a intermittenza per ore, durante le quali non funziona nulla, dai semafori ai frigoriferi passando per le luci di casa e gli sportelli bancomat.
Giovedì, avverte l'autorità che gestisce la rete eneregetica californiana, potrà andare anche peggio.

I cittadini sono invitati a non usare l'elettricità se non in casi indispensabili e a fare attenzione a possibili crimini: gli allarmi e le telecamere di sicurezza non funzioneranno. Le aziende informatiche della Silicon Valley, per prime Apple e Yahoo!, sono state messe in guardia. I blackout toccheranno anche a loro.

Si salvano ospedali e aeroporti, ma per farli funzionare le società elettriche sono state costrette a fermare altri servizi come le pompe di alcuni acquedotti.

 

Di chi è la colpa?

Questa volta, però, la colpa dei blackout non è del petrolio. La California - soprattutto il nord, uno dei polmoni economici degli Stati Uniti, e parti del sud esclusa Los Angeles - è al buio per due motivi. L'offerta di energia non è più in grado di reggere una domanda cresciuta moltissimo in pochi anni; e la liberalizzazione dell'energia, introdotta in California nel 1996, si è rivelata un fiasco clamoroso.

La riforma non è riuscita ad abbassare il prezzo dell'energia, che anzi è aumentato, e ha portato, accusano molti, le società elettriche californiane sull'orlo della bancarotta.

La situazione è così grave che il governatore della California è stato costretto a intervenire direttamente, sospendendo di fatto le regole introdotte dalla riforma. E persino il governo federale è corso in aiuto del più ricco stato dell'Unione trasferendogli d'autorità da una centrale idroelettrica di sua proprietà l'energia necessaria a evitare, per ora, il blackout completo di mezzo stato.

 

La California mendica elettricità

Fino a martedì l'ISO, l'autorità di rete californiana, era riuscita a racimolare da altri stati il necessario per andare avanti nonostante l'allarme di livello 3 (che scatta quando le riserve calano sotto l'1,5 per cento dell'energia prodotta).

Poi Oregon e Washington hanno chiuso il rubinetto per fare fronte alle proprie necessità e la California si è fermata. Mancano al conto circa 3.000 megawattora, che in altri termini significano l'energia necessaria a quasi 200.000 case.

"Siamo alla fine della strada", ha detto il direttore operativo dell'ISO Jim Detmers, "di risorse energetiche in California e negli altri stati vicini non ce ne sono più".

Rischiano di essere alla fine della strada anche le due principali società di distribuzione elettrica dello stato, Southern California Edison e Pacific Gas & Electric. La prima, che ha 11 milioni di clienti, deve pagare forniture per 600 milioni di dollari (oltre 1200 miliardi di lire) e finirà le riserve di liquidi tra pochi giorni; la seconda, che serve 14 milioni di persone, deve pagare un miliardo di dollari ma ne ha disponibili la metà.

Come hanno fatto a trovarsi in una situazione tanto grave? Le ragioni, dicono i critici della liberalizzazione, stanno negli errori della riforma del 1996. Le grandi società elettriche hanno dovuto vendere gran parte delle loro centrali e acquistare l'energia sul mercato - in parte avverrà lo stesso per l'Enel italiana, in base alla riforma del 1999 - ma gli è stato proibito di stipulare contratti a lungo termine. Così devono comprare l'energia sul mercato "spot", dove si paga e si riceve subito, che è molto più costoso di quello dei "futures".

 

Aziende elettriche in bancarotta

Sala controllo
Una sala di controllo dell'ISO, che gestisce la rete elettrica californiana

I prezzi all'ingrosso dell'energia sono aumentati enormemente in poco tempo. Estati calde e inverni freddi hanno fatto salire il prezzo del kilowattora da 3,5 centesimi di dollaro in media nel 1999 a oltre 30 oggi, ma ci sono stati picchi fino a 14 dollari. La riforma proibisce alle società elettriche di scaricare questi maggiori costi sulle bollette dei clienti fino al 2002.

Quindi, SoCal Edison e PG&E hanno visto aumentare i loro costi di acquisto del'energia di dieci volte in due anni, e il loro fatturato di molto meno. Le banche ormai sono riluttanti a prestargli denaro, e le loro obbligazioni sono state degradate al rango di "junk bonds": spazzatura.

 

Il fallimento della riforma?

Al soccorso delle aziende sull'orlo della bancarotta è arrivato il governatore Gray Davis. Il suo piano è semplice: lo stato della California comprerà elettricità e poiché non è costretto alle stesse condizioni delle aziende, e non ha gli stessi problemi finanziari, la pagherà molto meno, circa 5 centesimi al chilowattora. Poi la rivenderà alle aziende stesse a prezzo di costo e queste la gireranno ai loro clienti, fatturandola ai prezzi di oggi.

Così SoCal Edison e PG&E avranno spazio per respirare, le famiglie avranno la corrente - poca e di fatto razionata, ma senza aumenti rilevanti di prezzo - e si potrà cominciare a progettare, ha promesso il governatore, la costruzione di altre centrali elettriche. Cosa che in California, dove le leggi di tutela dell'ambiente sono molto dure, non è facile.

Il prezzo è la fine della riforma elettrica californiana: nata cinque anni fa per introdurre il mercato ha finito per portare all'opposto esatto, con lo stato compratore che interviene per calmare i prezzi e salvare aziende e consumatori.

Intanto, però, i californiani rischiano di restare al buio a lungo. Con l'eccezione di Los Angeles, che produce energia in proprio, sono stati invitati a fare un grande sforzo di conservazione dell'energia e forse, anche, a cambiare stile di vita. Il presidente dell'ISO Terry Winter lo ha spiegato chiaramente: "Verso le cinque di sera tutti tornano a casa e accendono tutto. Dobbiamo fare uno sforzo tutti insieme per non usare elettricità".

SITI COLLEGATI:

Commissione per l'Energia della California
Pacific Gas & Electric
Southern California Edison

NB: Le pagine si apriranno in un'altra finestra del vostro browser

Pacific Gas & Electric
Southern California Edison

NB: Le pagine si apriranno in un'altra finestra del vostro browser

Il link ai siti esterni non implica riconoscimento da parte di CNNItalia.

 

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Lunedì 15 Gennaio 2001, 10:01

Clima: Antartide, La Lettura Del Ghiaccio Rilancia Dibattito

- SYDNEY, 15 GEN - Il dibattito sul riscaldamento
globale, e sul suo asserito legame con le emissioni di gas di combustione, riprende quota con la scoperta di un
improvviso rialzo delle temperature nell'Antartide 19 mila anni fa, per circa un decennio e fino a circa 4 gradi Celsius.
La scoperta di scienziati che lavoravano su una 'carota' di ghiaccio estratto da una profondita' di diversi km sotto la
superficie, si aggiunge ai risultati ottenuti nella regione del
polo Nord, secondo i quali c'erano stati periodi piu'
caldi nel remoto passato.
''E' un mutamento di temperatura significativo nell'arco di
un decennio... piuttosto fenomenale'', ha detto David Etheridge,
dell'ente australiano di ricerca Csiro.
La scoperta, fatta circa un mese fa dal prof. James White
dell'universita' del Colorado su campioni estratti dalla costa
dell'Antartide occidentale, ha indotto gli australiani ad
avviare nuovi esami sui propri esemplari di ghiaccio antartico.
A rafforzare l'interesse scientifico per la scoperta vi e' la correlazione fra l'epoca di quel mutamento climatico e un
repentino sollevamento del livello dei mari, gia' documentato da
uno studio dell'universita' nazionale australiana di Canberra.
La Divisione antartica australiana (Aad) ha ora ripreso a
studiare una 'carota' che copre un arco di circa 80 mila anni,
estratta circa 10 anni fa a Law Dome, nei pressi della stazione
australiana di ricerca Casey in Antartide orientale.
''Vale la pena di esaminarla di nuovo'', ha detto Vin Morgan,
principale ricercatore dell'Aad, l'ente governativo responsabile
della logistica e della ricerca nel territorio antartico
australiano. ''Il vero enigma sono le cause dei rapidi mutamenti climatici'', ha spiegato Morgan. ''Non lo sa nessuno, malgrado
il progresso delle conoscenze. E nessuno sa in modo definitivo
come gli strati del ghiaccio antartico reagiscano al
riscaldamento globale e ai mutamenti del livello dei mari'', ha
aggiunto.
La scoperta di un balzo di temperatura 19 mila anni fa, che
comunque necessita di verifiche, ora alimenta gli argomenti sia
di chi giura sull'effetto serra come causa del riscaldamento
globale, sia degli scettici. Tra questi l'ex scienziato capo
dell'Ada Pat Quilty, che ora insegna all'universita' della
Tasmania, secondo cui i nuovi dati smentiscono ''quelli sul
carrozzone dell'effetto serra'' perche' mostrano come i
mutamenti naturali possano essere drammatici non meno di quelli
causati dall'uomo. Ma il suo collega Brian Etheridge del Csiro
risponde che nell'antico ghiaccio antartico vi e' la prova che
il riscaldamento di migliaia di anni fa avvenne dopo un
cambiamento dell'inclinazione orbitale della Terra che scateno'
l'emissione di anidride carbonica dagli oceani. ''I gas da
effetto serra erano causa di riscaldamento globale anche allora,
molto prima che l'industrializzazione moltiplicasse le quantita'
di gas che stanno intasando l'atmosfera'', ha detto. (ANSA).

 

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Un decalogo contro le videospie
Fiasste dal Garante della privacy le norme che proteggono dall'occhio delle telecamere

ROMA, 2 DICEMBRE - Se anche non sono un milione come sospetta il garante per la privacy, le telecamere per videosorveglianza sono comunque parecchie centinaia di migliaia e la loro gestione è stata sinora improntata alla legge della giungla, con il cittadino nella parte della preda indifesa. Visto che Governo e Parlamento si sono disinteressati del problema, il Garante per la protezione dei dati personali che in due occasioni, a maggio e a luglio, aveva sollecitato l'emissione di un provvedimento legislativo ha deciso di muoversi sua sponte.
Con l'obiettivo di «indicare gli adempimenti, le garanzie e le tutele già oggi necessarie in base ai principi della legge sulla protezione dei dati», l'autorità garante fissa ora quello che definisce 'un decalogo' (ma così non è dato che i primi due punti sono sostanzialmente identici) che dovrà essere osservato da chi installa e gestisce impianti stabili di videosorveglianza.
Innanzitutto, si osserva, occorrerà «chiarire gli scopi che si intendono perseguire verificare se sono leciti in base alle norme vigenti», tenendo presente che «il trattamento dei dati deve avvenire per scopi determinati, espliciti e legittimi». Chi è obbligato a notificare al garante l'esistenza di banche dati «dovrà indicare tra le modalità di trattamento anche la raccolta di informazione mediante apparecchiature di videosorveglianza».
In ogni caso «i cittadini dovranno essere informati in maniera chiara anche se concisa della presenza di telecamere e dei diritti che possono esercitare sui propri dati», e i dati raccolti potranno essere «solo quelli strettamente necessari agli scopi perseguiti». Per evitare la creazione di banche dati video, andrà poi stabilito con precisione «entro quanto tempo le immagini devono essere cancellate e prevedere che la loro conservazione solo in relazione ad illeciti che si siano verificati oppure ad indagini giudiziarie o di polizia».
C'è poi il problema del controllo dei controllori. Il Garante stabilisce infatti che andranno identificate «con designazione scritta», le persone che possono «utilizzare gli impianti e visionare le registrazioni». Ciò premesso, i dati raccolti per determinati fini «non potranno essere utilizzati per finalità diverse o ulteriori, per esempio pubblicità o analisi dei comportamenti di consumo», come oggi accade in altri paesi.
Per i controlli a distanza dei lavoratori restano invece ovviamente validi «i divieti e le garanzie» previsti dallo statuto dei lavoratori, mentre come stabilito precedentemente in procedimenti del Garante relativi a Mantova e a Portici le immagini registrate per la rilevazione degli accessi dei veicoli ai centri storici dovranno invece essere conservate «per il solo periodo necessario alla contestazione delle infrazioni».
Via libera invece per gli impianti di videosorveglianza «finalizzati esclusivamente alla sicurezza individuale, come quelli per il controllo dell'accesso alla propria abitazione». A patto che le riprese siano limitate al solo spazio antistante il portone e non riguardino anche le aree circostanti per il Garante questi impianti non rientrano infatti nell'ambito di applicazione della legge sulla privacy.
di Alessandro Farruggia

Le telecamere dei sindaci

 

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