Rassegna Stampa 12/2001
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CALCIO (CNN) -- E' morto per un infarto l'avvocato Giuseppe "Peppino" Prisco, vice presidente storico dell'Inter, decano degli avvocati di Milano e dell'Associazione Alpini. Aveva compiuto 80 anni lunedì scorso. Lo conoscevano un po' tutti, e tutti gli volevano bene per quel suo essere "vero", diretto, sincero nel suo tifare Inter al di sopra di tutto e di tutti. Era diventato ancor più personaggio dopo che Teo Teocoli, attore e intrattenitore tv, ne aveva fatto una delle sue più riuscite imitazioni.
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L'Inter ha sospeso in segno di lutto ogni attività pubblica della squadra.
Domenica scorsa, quindi alla vigilia del suo ottantesimo compleanno, Prisco era apparso in ottima forma in tv, ospite di "Controcampo" su Italia 1. Aveva parlato della guerra e della morte. La guerra era una ferita che Prisco si è portato per tutta la vita come tanti della sua generazione: "Sono rimasto solo io, perchè poi qualcuno era tornato ma il Padreterno li convoca senza preavviso. Il top sarebbe morire con un 48 ore di preavviso, almeno uno sistema le ultime cose... Sono illusioni".
"E il giorno seguente, sul sito di Ronaldo, era apparso un suo spiritoso messaggio in cui ringraziava il campione brasiliano per avergli fatto il più bel regalo di compleanno con il suo ritorno al gol dopo due anni di sofferenze. "Mi ricordi Peppino Meazza", aveva scritto Prisco a Ronaldo.
"Vedrà questa stagione dell'Inter da un posto privilegiato, e da lì spero ci aiuterà". Sono dolci le parole di Massimo Moratti, il presidente dell'Inter, in sua memoria. "Era un signore - aggiunge -, aveva tanta cultura, tanto spirito, sapeva essere autoironico e quindi sapeva sottoporre agli altri le sue battute, sempre molto spiritose. Le ha fatte fino all'altra sera".
"Anche chi non seguiva il calcio vedeva volentieri le trasmissioni a cui Prisco partecipava perchè era simpatico, spiritoso e colto, che è una bella cosa - ha chiuso Morati -. E' mancato in pochi secondi e fino all'ultimo è stato vivace e desideroso di progettare per il giorno dopo, senza un eccessivo ottimismo ma sempre con fiducia perchè sapeva che la vita è bella. Aveva capito anche che certe volte poteva non esserlo, durante la guerra".
Mentre il sito dell'Inter annuncia che "il grandissimo dolore del presidente Massimo Moratti è il sentimento che accomuna tutti i tifosi nerazzurri in questo momento", quello dei cugini rossoneri rende omaggio alla memoria del vicepresidente nerazzurro Peppino Prisco, il tifoso che più di tutti fece dell'antimilanismo una bandiera.
"Il mondo del calcio è in lutto - scrive il sito del Milan -. Si è spento nella notte, nella sua casa di Milano per un infarto, l'avvocato Giuseppe Prisco, inimitabile vicepresidente dell'Inter. Anche il Milan rende onore a questo grande avversario".
Domenica, alla tradizionale messa in Duomo in suffragio di tutti i soldati caduti in guerra, sarà ricordato anche l'avvocato Giuseppe Prisco, il vicepresidente dell'Inter, morto questa la notte scorsa. Era stato proprio Prisco, oltre 40 anni fa, ad organizzare per la prima volta la messa in ricordo dei caduti.
Nella sua ultima partecipazione televisiva, domenica sera, a 'Controcampo' su Italia uno, Peppino Prisco aveva parlato anche della morte, e lo aveva fatto a modo suo, con ironia.
"Sono un alpino interista - aveva detto dopo aver ricevuto gli auguri dell'avvocato Chiusano - sono due sentimenti diversi, ma in questi giorni ho ricevuto tanti di quegli elogi che mi puzzavano di necro-elogi e facevo gli scongiuri... Dopo gli 80 anni bisogna fare attenzione anche ai raffreddori, basta uno starnuto in più e si complicano le cose".
Con il contributo di ANSA
Il sito ufficiale dell'Inter
MILANO - Telemedicina al servizio dei diabetici: i pazienti potranno
ottenere tutte le informazioni neccessarie attraverso la televisione. Avverrà
dal prossimo gennaio grazie ad un accordo tra l' Interactive Tv
Freedomland e il Consorzio di Bioingegneria e Informatica Medica (Cbim)
di Pavia. Hanno aderito all'iniziativa l'università degli Studi di Pavia, il
Policlinico San Matteo, la Fondazione Maugeri e l' Ospedale Pediatrico Bambin
Gesù di Roma.
E' la prima iniziativa in Italia, finanziata dall'Unione Europea; l'obiettivo
finale sarà di fornire ai pazienti diabetici e al personale addetto un
servizio multi-accesso (internet e telefono) con lo scopo di migliorare la
qualità della cura, attraverso la comunicazione tra paziente e medico.
Il tutto grazie a tecnologie a basso costo.
La prima fase del progetto era stata avviata alla fine
del 2000: un gruppo di quattro pazienti diabetici della provincia
di Pavia, dotati di Freedomland, aveva usufruito della telemedicina.
Ottenuti risultati soddisfacenti, l'iniziativa viene ora estesa a
un campione di 40 pazienti.
Sono circa 3 milioni i diabetici in Italia: fra questi pazienti, i
soggetti insulino-dipendenti hanno bisogno di un continuo monitoraggio della
malattia e di terapie mirate, sono infatti i pazienti più a rischio di coma
diabetico e di altre complicanze.
Con il progetto-pilota il paziente diabetico accede ai servizi di
telemedicina dalla tv di casa: con un semplice telecomando e una tastiera a
raggi infrarossi comunica giornalmente e in tempo reale con il medico curante
aggiornandolo sulle proprie condizioni e ricevendo da quest' ultimo
indicazioni sulla terapia e sulla dieta da seguire. La comunicazione avviene
per t-mail, ovvero per posta elettronica gestita da tv, ma anche per v-mail,
grazie alla quale ci si può scambiare messaggi vocali registrati sempre
attraverso la televisione.
Per ulteriori informazioni consulta Il Nuovo
Articolo correlato su il Nuovo.it: Diabetici
curati attraverso la tv
3.1 Corriere della Sera - Domenica 9 Dicembre 2001
Vi riportiamo qui di seguito l'articolo su Virgilio Degiovanni uscito sul
Corriere della Sera Domenica 9 scorsa.
«Io, pentito della follia new economy»
Degiovanni: «Dopo l' incidente sono diventato un altro. Freedomland? Non la venderò»
De Rosa Federico
«Io, pentito della follia new economy» Degiovanni: «Dopo l' incidente sono diventato un altro. Freedomland? Non la venderò» MILANO - Non ha voglia di parlare di Freedomland, la società emblema della bolla speculativa creata dalla new economy e finita sotto inchiesta per presunte irregolarità contabili. Da dieci giorni è tornato a casa, a Milano, e adesso Virgilio Degiovanni vorrebbe raccontare solo della sua «rinascita». E' passato un anno da quando i magistrati milanesi l' hanno messo sotto inc hiesta per falso in bilancio, abusivismo finanziario e false comunicazioni, sequestrando il 65% del capitale di Freedomland di cui era titolare e fondatore. Un anno che nella sua mente è stato cancellato di colpo quattro mesi fa da un incidente strad ale in cui ha rischiato la vita. «E' stato in coma per tre settimane e sembrava non ci fosse nulla da fare. Poi ha aperto gli occhi e ha iniziato un lento recupero». A parlare è la moglie Consuelo. Vuole raccontare lei cosa è successo il 12 agosto, m entre lo aspettava in Corsica con i due figli per le vacanze. Preferisce che il marito adesso non si affatichi. O forse è solo un modo per proteggerlo da altre intrusioni.
LA SECONDA VITA - Ma l' imprenditore interrompe, prende la parola per racconta re, sebbene non ricordi nulla, se non di essere sceso alle 7 di sera da un traghetto. Dello schianto non ha ricordi. La moglie, invece, non ha dimenticato la telefonata della polizia, la corsa in ospedale, la sala rianimazione dove per la prima volta ha rivisto il marito, in coma. E poi il ricordo dei medici, che volevano amputare un braccio, e forse anche la gamba destra, per evitare che il corpo del marito andasse in necrosi. Per fortuna, un medico francese in vacanza in Corsica, chiamato d' u rgenza da un amico ha evitato l' amputazione inserendo negli arti placche al titanio e tutori al posto delle articolazioni compromesse. «Non sono ancora un uomo libero - ammette Degiovanni - la mia giornata è scandita dai medici e dalle terapie». Ma non importa. «Sono rinato: mi hanno regalato una seconda vita - racconta -. Cosa mi pesa di più adesso? Non poter ancora lavorare a tempo pieno. Però è anche vero che voglio una vita diversa, più tranquilla». Di Freedomland, delle inchieste della mag istratura, si disinteressa: «Preferirei evitare questo argomento, anche per via dell' inchiesta in corso - commenta -, e poi è esattamente un anno che non metto piede in azienda e quindi non ho molto da dire. Vuole comunque la verità? Beh, di questa storia adesso mi importa poco. Ora voglio dedicarmi ad altro, a questa nuova vita e alla mia azienda, la I&T. Alle altre questioni ci stanno pensando gli avvocati». Non rimpiange ciò che ha fatto per lanciare Freedomland verso un successo che si è tr asformato in una rovina, per lui e per migliaia di investitori che avevano creduto nell' idea di portare Internet nelle case via tv comprando a 105 euro azioni Freedomland che oggi valgono un decimo di quel prezzo. «Se ho fatto degli errori - ammette - so perché li ho fatti e perché non potevano essere evitati. Se tornassi indietro, oggi forse non porterei Freedomland in Borsa. Mi farei condizionare meno».
LA VICENDA GIUDIZIARIA - Una cosa non gli va giù: il modo in cui è stata gestita la societ à dopo la sua uscita. «Ho il sospetto che ci sia stato più interesse per i 400 miliardi che ci sono in cassa che non per la società. Erano in tanti a volerci mettere le mani sopra». E lei, no? «Francamente di quei soldi non mi importa: Freedomland ha un futuro anche senza i 400 miliardi. La prossima settimana - spiega Degiovanni - la Cassazione potrebbe decidere il dissequestro delle azioni. Se così fosse stia pur certo che non ne venderò nemmeno una, così come non ho venduto prima il 20% libero da vincoli. Io credo in Freedomland. Se me lo chiedessero tornerei anche a gestirla, e non di certo per la cassa».
I PROGETTI - Da questa vicenda, Degiovanni prende spunto per raccontare cosa è cambiato in lui dopo l' incidente. «Vede, io non sono r icco, e non mi interessa più diventarlo. Non mi importa più apparire, inseguire il successo a tutti i costi e cercare l' innovazione per essere sempre all' avanguardia. L' azienda adesso è un' altra cosa. Io mi occuperò di altro: della gestione, cert o, ma anche e soprattutto della qualità del lavoro». Nonostante le terapie e le quotidiane visite di accertamento, Degiovanni ha ripreso comunque a lavorare «un paio d' ore la sera e nei weekend». I&T, il suo network di 25 mila venditori di servizi d i telecomunicazioni, è l' arma del riscatto. E' pronto a tornare in sella per «chiudere alcuni accordi a cui stavo lavorando e che i miei collaboratori hanno portato avanti». Il prossimo weekend ci sarà la convention annuale di I&T: uno di quelli eve nti che hanno reso famoso Degiovanni, che parlando dal centro di uno stadio riusciva a catturare per ore l' attenzione di migliaia di venditori e clienti. Stavolta resterà a Milano. «Certo che mi pesa non esserci - ammette -, è difficile perdere cert e abitudini. Questa però è una vita nuova. E va bene così».
Federico De Rosa
Il protagonista
IL PERSONAGGIO Virgilio Degiovanni, 36 anni, sposato, 2 figli è salito alla
ribalta delle cronache per aver fondato «Millionaire», un mensile da cui ha
creat o un network di venditori attraverso la tecnica del multilevel
FREEDOMLAND E' la società fondata nel 1999 da Degiovanni per portare Internet
nelle case degli italiani attraverso la televisione. E' stata quotata in Borsa
il 19 aprile 2000 a 105 euro
LA VICENDA Nel marzo 2000 un accertamento fiscale porta la magistratura ad
aprire un' indagine contro i vertici di Freedomland per falso in bilancio,
aggiotaggio e false comunicazioni sociali. Degiovanni si dimette dalla
presidenza della società il 9 gennaio 2001. Il 10 luglio i giudici
sequestrano il 65% del capitale che detiene. Fallisce intanto il tentativo di
acquisizione da parte della cordata costituita da Cuneo, Cairo e Benatti
L' INCIDENTE Degiovanni è stato coinvolto in un grave incident e in moto il
12 agosto di quest' anno in Corsica
tratto dalla Newsletter n.41 del 12 Dicembre 2001i@t
E'sempre bello vedere personaggi famosi partecipare a iniziative
benefiche... Sara Ricci e Beppe Convertini, i due attori che nella soap
"Vivere" interpretano rispettivamente Adriana Gherardi e Giulio
Stocchi, martedì 20 novembre hanno cenato al "Four Seasons" di
Milano insieme ai vincitori dell'asta
benefica organizzata dalla prima Interactive Tv italiana: Daniela D'Amore,
28 anni, di Cesena, e Francesco Giurato, 35 anni, di Torino. I due milioni
di lire raccolti con questa iniziativa (in parte offerti dai vincitori e in
parte destinati da Freedomland per i bonus del gioco) sono stati devoluti
all'ANGSA Lombardia (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici),
l'associazione che promuove l'educazione, l'assistenza e la ricerca a favore
dei bambini e degli adulti affetti da autismo. I due attori hanno dimostrato
simpatia e grande senso di solidarietà. Hanno commentato la loro
partecipazione a questa iniziativa benefica con queste parole: "Abbiamo
accolto con entusiasmo la proposta di Freedomland che ha saputo unire
competitività e beneficenza per uno scopo umanitario di grande respiro. Ci
sentiamo solo un po' a disagio nell'essere definiti VIP di fronte agli amici
della Associazione ANGSA Lombardia che con il loro lavoro si meritano più
di noi questo 'titolo'".
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