Rassegna Stampa 06/2001

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Degiovanni, azioni ai dipendenti
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Mercoledì 27 Giugno 2001, 17:49

Borsa: aspettando la Federal Reserve, Milano chiude bene 

MILANO (Reuters) - Le operazioni di "window dressing" in vista della fine del semestre e le attese per un taglio dei tassi Usa quest'oggi fanno ritornare il sereno a Piazza Affari. Il Mibtel ha così chiuso in rialzo dello 0,40, il Mib30 dello 0,45%. Il Numtel, l'indice del nuovo mercato, sale dello 0,47%.

"Molti gestori di fondi stanno comprando in vista della fine del semestre per riequilibrare i rendimenti delle gestioni", commenta un broker che lamenta l'eseguità dei volumi. Alle 17,30 gli scambi erano pari a 1,7 miliardi di euro.

Ritorna a correre la scuderia Colaninno. Olivetti si riporta sopra i 2 euro, forti anche Tim e Telecom. Le voci riguardanti una possibile scalata o l'ingresso di nuovi soci nella holding di controllo Bell hanno messo le ali ai titoli telefonici.

Oltre alle tlc è stata la giornata di Montedison, che ha chiuso con un balzo del 4,82%, mentre Edison è salita del 4,57%. La possibilità che Mediobanca riesca a mettere insieme una cordata con un nuovo socio industriale tale da fronteggiare Edf o l'eventualità del lancio di un'opa (offerta pubblica di acquisto) sulla holding da parte di un grande gruppo d'oltreoceano hanno alimentato la speculazione.

Al palo è invece restata Mediobanca che ha lasciato sul terreno il 2,1%. La speculazione ha invece voltato le spalle al titolo di piazzetta Cuccia. "Mediobanca si muove su voci e speculazioni e sulla vicenda Montedison sta avendo un po' di difficoltà anche nella ricerca di un nuovo socio per contrastare l'avanzata di Edf", commenta un analista.

Il via libera del Tesoro all'alleanza con Air France mette le ali ad Alitalia che sale del 9,44%.

La matricola Amplifon guadagna il 20% al debutto in Borsa.

Al Nuovo Mercato vola Freedomland, più 33%, netto calo per Tiscali, al rialzo e.Biscom.

Lazio e Roma positive dopo la sentenza della Lega che ha assolto il calciatore lazionale Veron sulla vicenza passaporti falsi. "In questo modo la Lazio può vendere il calciatore e realizzare una plusvalenza", spiega un broker.

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27 giugno 2001 11.32

Freedomland si fa in tre

di Edoardo Fagnani


Freedomland potrebbe suddividersi in tre distinte divisioni. Lo ha dichiarato in un'intervista ad un noto quotidiano finanziario l'amministratore delegato dell'Internet Television company, Aldo Iacono, che presenterà il piano al prossimo CdA della società in calendario il 29 giugno.

Il progetto disegnato da Iacono prevede che l'attuale Freedomland, rinominata Fdl, gestisca un portale Internet orizzontale, attraverso cui si potrà continuare a navigare sulla rete dalla televisione. La seconda divisione, X-tv, sarà un portale Internet verticale, specializzato in servizi finanziari e di pagamento e per cui è previsto un accordo con un operatore telefonico che garantirà l'accesso alla rete. La terza area, I-tv, "sarà la televisione interattiva", già sulla rampa di lancio. Iacono stima che i ricavi per Fdl "possano arrivare fin da subito" mentre per le altre due divisioni occorrerà aspettare febbraio del 2002. L'amministratore delegato di Freedomland non esclude, inoltre, partnership strategiche con banche, assicurazioni e televisioni, in particolare con E-seed, la società partecipata da Angelventures di Gianfilippo Cuneo, che ha da poco lanciato la televisione interattiva Pan.

A questo punto occorrerà aspettare le decisioni del CdA di Freedomland sul progetto che Aldo Iacono andrà a presentare nei prossimi giorni, anche alla luce del recente ritiro della cordata guidata da Marco Benatti, per acquisire il 29% della società, che nei piani dei nuovi investitori avrebbe dovuto diventare la prima televisione interattiva italiana. Su Freedomland, inoltre, continuano a pesare come macigni le inchieste giudiziarie sul fondatore della compagnia Virgilio Degiovanni, oltre a risultati finanziari in profondo rosso. Nel primo trimestre del 2001, su un fatturato di 4,3 miliardi di lire, Freedomland ha registrato un margine operativo lordo negativo per 21,4 miliardi e una perdita di 29,7 miliardi di lire. La società si trova, comunque, ancora in cassa 410 miliardi di lire, anche se nei primi tre mesi dell'anno ha "bruciato" oltre 20 miliardi di lire, contando su un numero di clienti ancora esiguo (50 mila).

Il mercato sembra aver accolto positivamente il piano predisposto da Iacono. Freedomland, ha chiuso la giornata con un recupero del 13,2%, dopo essere stata sospesa per gran parte della seduta per eccesso di rialzo.

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27/1/2001

Sfruttamento, Prenatal sotto accusa


L'azienda italiana è accusata da organizzazioni non profit di sfruttare lavoratori in Thailandia. Avviata un'inchiesta sul fornitore. Prenatal: "Non ci risulta, ma se fosse vero non possono lavorare con noi".
di Sofia Basso

MILANO - I prodotti tessili Prenatal potrebbero essere realizzati, almeno in parte, sfruttando i lavoratori dei Paesi poveri. La pesante accusa, che ha già colpito in passato marchi come Nike e Benetton, arriva dalla Clean Clothes Campaign, un'organizzazione non profit con sede in Olanda che ha ricevuto la segnalazione da associazioni locali a contatto con i lavoratori della
fabbrica incriminata: la thailandese Ladybird Garment. La lista delle presunte infrazioni dell'officina tessile di Bangkok è lunga: esiguità dei salari (otto mila lire al giorno), paga su base giornaliera, discriminazioni sindacali e mancanza di ogni forma di tutela della maternità. Tra le richieste dei lavoratori, anche il basilare diritto allo schienale per le operaie incinte, un dispositivo elementare per alleviare la fatica.

Sull'onda della Campagna Vestiti Puliti e dei fax che da fine maggio stanno arrivando sulle scrivanie della Prenatal, l'azienda ha avviato un'indagine. Il primo risultato è stato una secca smentita da parte dei responsabili della fabbrica tailandese che sottolineano che sono in corso trattative sindacali davanti al ministero del lavoro e che la fabbrica è nella lista ufficiale delle imprese che si muovono a tutela del lavoro minorile e femminile. "Come azienda del gruppo Artsana siamo molto interessati a verificare che non ci siano violazioni - spiega il direttore del personale della Prenatal, Dario Pasquale - rispondiamo a un codice molto rigido e se qualcosa non è a posto, con noi non possono più lavorare".

Dopo che nel 1993 un tragico incendio sorprese le operaie della fabbrica cinese Zhili stipate nel dormitorio, uccidendone 87 e ferendone gravemente altre 47, la Artsana, proprietaria del marchio Chicco che produceva giochi presso l'azienda assassina, stilò un Protocollo che impone il rispetto della legislazione locale e delle direttive dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Più difficile, però, passare dalle parole ai fatti e assicurarsi che fabbriche così lontane rispettino le regole del gioco: "Le nostre persone che fanno acquisti in luogo evidentemente effettuano dei controlli - precisa Pasquale - problemi non ne abbiamo mai avuti. Adesso andremo avanti con i controlli. Noi non possiamo fare pressioni perché siano accolte richieste di aumento di stipendio, ma assolutamente non accettiamo discriminazioni sindacali, violazioni della tutela della maternità o infrazioni alle leggi che impongono minimi salariali: o si adeguano rapidamente o cambiamo fornitore. Non ci sono alternative".

La posizione della Prenatal ha lasciato abbastanza soddisfatti gli organizzatori della campagna: "La Prenatal ha chiesto tempo per raccogliere informazioni - commenta Ersilia Monti, referente per l'Italia della Clean Clothes - e ci ha fatto piacere sapere che intendono far rispettare i diritti dei lavoratori. Speriamo che alle dichiarazioni di intenti seguano i fatti. Il problema è che i minimi sindacali in quei Paesi non bastano per vivere, e per tirare avanti i lavoratori devono integrare con gli straordinari arrivando a orari di lavoro lunghissimi. In questo caso, poi, c'è anche un problema di discriminazione verso gli iscritti al sindacato non facile da dimostrare".

(27 GIUGNO 2001, ore 11:30)

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Svanisce la flat di Galactica

29 giugno 2001

di Thomas Salerno


E' finta questa notte l'avventura della flat di Galactica, storico provider milanese che per primo aveva introdotto la possibilità di abbonarsi con una tariffa forfetaria ad Internet, indipendentemente dalle ore di connessione.

La crisi delle flat ha colpito duramente: in una mail inviata a tutti gli abbonati il provider, scagliandosi fortemente contro Telecom Italia, spiega: 'Telecom Italia, a nostro avviso con eventuale abuso di posizione dominante, aveva minacciato di disconnetterci le linee a far data dal 29 maggio 2001, se non avessimo accettato di passare ad una diversa modalità di tariffazione (non forfetaria ndr) modificando nella forma e nella sostanza il contratto in essere. [...] Stante la situazione di cui sopra, non è per noi possibile escludere che Telecom Italia, a nostro avviso con un eventuale ulteriore abuso di posizione dominante, a far tempo dal 19 luglio 2001, decida di disconnettere le linee fornite a Galactica, impedendole di svolgere qualsiasi attività nei confronti della propria clientela.'

Il provider milanese introdurrà, a partire dal 1 agosto 2001, grosse novità nei contratti in essere. E' infatti stabilito un monte ore per ogni tipologia di abbonamento ex flat, come segue:

L'utente che supererà questo monte ore mensile sarà costretto a collegarsi ad un numero non verde al costo di una telefonata urbana.

Ma le novità non finiscono qui: Galactica infatti eliminerà anche il rapporto modem/utenti di 1:5, introducendo un vago concetto di 'rapporto congruo' per l'utilizzo da parte di tutti i clienti.

In realtà, nonostante qualche offerta flat, tra mille difficoltà, ancora in piedi, con il crollo di Galactica l'Italia si ritrova un paese piccolo, dove la stragrande maggioranza degli utenti non può connettersi nemmeno a 56Kb (figuriamoci in ISDN) senza pagare in ragione del tempo di connessione.

La reazione degli utenti si fa sentire sui newsgroup della gerarchia it.*, dove monta la preoccupazione, mentre in galactica.helpdesk, accessibile solo agli abbonati e moderato da Galactica stessa, tutto tace.
Ogni cliente potrà esercitare il proprio diritto di recesso con una raccomandata A&R entro 90 giorni a partire da oggi.

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Ecco il testo completo dell'email inviata da Galactica ai suoi abbonati:

Milano, 28 giugno 2001
Modifiche contrattuali a far tempo dal 1 agosto 2001.

Caro Cliente,
in esecuzione del contratto da lei sottoscritto, attualmente in essere, le e' riconosciuta la possibilita' di connessione ad Internet attraverso Galactica, dietro pagamento di un corrispettivo forfetario. La formula adottata con il contratto attualmente in essere e' la cosiddetta connessione ad Internet FlatRate in dial up, formula particolarmente diffusa in tutti i paesi occidentali a piu' alto sviluppo e della quale noi siamo stati i precursori in Italia.
Galactica ha investito ogni propria risorsa per lo sviluppo della predetta formula contrattuale, ritenendola quella maggiormente in grado di promuovere, presso gli utenti privati e professionali, la diffusione, in Italia, di Internet, rendendola adeguata agli standard internazionali. Il successo dell'iniziativa, che ha registrato un'importante crescita del numero degli abbonati, a seguito della campagna commerciale intrapresa da Galactica nell'anno 2000, costituisce forse il miglior riscontro ai convincimenti di Galactica. A sua volta, la circostanza che, nei principali paesi quali Austria, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Irlanda, Spagna e Portogallo, il Flatrate in dial up sia stato istituzionalizzato ed i vari enti regolatori nazionali abbiano imposto
all'operatore dominante di offrire agli altri operatori una tariffa di accesso ad Internet senza scatti, a condizioni economiche tali da favorire poi un offerta al pubblico adeguatamente competitiva (vedasi in particolare il modello "FRIACO" adottato in Inghilterra), costituisce la piu' significativa conferma della rilevanza di simile metodo di connessione per la diffusione di Internet.

Purtroppo, la situazione italiana e' ben diversa da quella rilevabile nei suddetti altri paesi e constatiamo che la nostra nazione non si e' ancora adeguata a questo inevitabile sviluppo del mercato.
Ultimamente infatti abbiamo addirittura assistito ad una campagna stampa nella quale sono state enfatizzate le presunte criticita' del modello Flatrate. Problematiche peraltro che per quanto ci riguarda sono secondo noi in buona parte riconducibili a fatto di terzi, indipendente dalla nostra volonta'.
E' inoltre opportuno ricordare che Telecom Italia S.p.A., attraverso la societa' francese 9TELECOM S.A. dalla stessa controllata, si e' battuta, insieme ad altri operatori, ed ha ottenuto che France Telecom, fornisse tariffe forfetarie per l'accesso ad Internet, mentre in Italia l'accordo programmatico tra Telecom Italia e Galactica, che prevede la fornitura di linee per l'accesso ad Internet a tariffa forfetaria, e' stato da Telecom Italia S.p.A. anticipatamente disdettato.
Con specifico riferimento alla situazione di Galactica, riteniamo nostro dovere informarla che, a simili iniziative e gravi comportamenti di Telecom Italia, limitativi non solo dello sviluppo della nostra azienda, ma a nostro avviso anche di tutto il settore dell'accesso ad Internet in modalita' flatrate dial-up, la nostra societa' si sta opponendo, attivandosi presso l'Autorita' Giudiziaria Ordinaria, nonche' presso l'Autorita' per leGaranzie nelle Comunicazioni ed, eventualmente, presso ogni altro ente competente anche governativo, al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto al congruo approvvigionamento delle linee, a condizioni economiche non ingiustificatamente onerose e in grado di continuare a consentirle l'esercizio dell'attivita' come attualmente esercitata.
Telecom Italia, a nostro avviso con eventuale abuso di posizione dominante, aveva minacciato di disconnetterci le linee a far data dal 29 maggio 2001, se non avessimo accettato di passare ad una diversa modalita' di tariffazione modificando nella forma e nella sostanza il contratto in essere.
Galactica ha poi visto riconosciuto, dal Tribunale di Milano, il proprio diritto all'utilizzo delle linee fornite da Telecom Italia, alle condizioni sottoscritte tra le parti.
Stante la situazione di cui sopra, non e' per noi possibile escludere che Telecom Italia a nostro avviso con un eventuale ulteriore abuso di posizione dominante, a far tempo dal 19 luglio 2001, decida di disconnettere le linee fornite a Galactica, impedendole di svolgere qualsiasi attivita' nei confronti della propria clientela. Ne' e' per Galactica possibile formulare previsioni riguardo gli esiti delle iniziative attualmente pendenti e/o di prossima attivazione, presso l'Autorita' Giudiziaria Ordinaria e le altre Autorita' competenti. Galactica comunque si sta attivando in tutti i modi e in tutte le sedi opportune al fine di garantire la continuita' del servizio a favore dei propri clienti, ricercando ogni possibile soluzione e conta anche sull'appoggio di tutti i clienti per cercare di impedire a Telecom Italia, ritenuto operatore monopolista di fatto, di attuare quello che noi riteniamo essere abuso della propria posizione dominante. In considerazione di quanto precede Galactica si vede purtroppo costretta a tener conto dell'attuale scenario di mercato italiano, giusta una mancanza di disponibilita' di linee a condizioni commerciali eque, nella formulazione delle proprie offerte commerciali, modificandole nel modo seguente per tutto il tempo che sara' necessario.
A seconda della tipologia contrattuale, l'abbonato, dietro pagamento del corrispettivo attualmente pattuito, avra' diritto ad un tetto massimo di fruibilita' mensile pari a:
- 160 ore, per il prodotto Galaflat Lan5;
- 120 ore, per i prodotti Galaflat 56 ed ISDN;
- 100 ore, per i prodotti Galaflat Easy;
- 80 ore, per il prodotto Galaflat FreeTime;
- 50 ore, per il prodotto Galaflat Night.

Di fatto, quindi, lei potra' connettersi liberamente, a qualunque ora del giorno, e restare collegato per il tempo che le necessitera', prestando attenzione a questo tetto massimo di fruibilita' oraria di utilizzo, le ricordiamo solo mensile e non cumulabile. Il sistema le permettera' di verificare il tempo di utilizzo residuo attraverso un indicatore che sara' a sua disposizione in un'apposita pagina web, nell'area "Gestione account",
a cui potra' collegarsi ogni volta che lo desiderera'. Tale tetto orario mensile e' stato appositamente studiato ipotizzando che abbia di fatto un impatto praticamente nullo per un'altissima percentuale della nostra clientela.
Nell'eventualita' che lei facesse parte di quella piccola percentuale di clienti che si trovera' a superare il tetto massimo di fruibilita' oraria mensile sopra previsto contrattualmente, lei potra' continuare ad utilizzare Galactica per il servizio di connessione attraverso un numero che le verra' tempestivamente comunicato al costo di una normale telefonata urbana i cui scatti le verranno addebitati direttamente in bolletta telefonica.
Inoltre, per i soli contratti sottoscritti prima del 13 marzo 2001, in applicazione di quanto previsto all'articolo 7) delle Condizioni Generali di Contratto, verranno effettuate le seguenti modifiche:
a) sara' eliminato il rapporto fisso modem utenti di 1:5, con l'introduzione del concetto di rapporto congruo per l'utilizzo da parte di tutti i clienti;
b) sara' applicabile quanto indicato nell'allegato "condizioni d'uso corretto", che elenca alcune regole e condizioni per una miglior fruizione del servizio e vieta, tra l'altro, l'uso non presidiato del computer e modalita' automatiche d'occupazione della linea.
Dette variazioni contrattuali si giustificano con l'esigenza di uniformare le condizioni di utilizzo del servizio, tra coloro che si sono abbonati prima del 13 marzo 2001 ed i clienti che hanno sottoscritto il contratto successivamente a tale data, garantendo, al contempo, un'ottimizzazione dell'uso dei servizi a tutti gli abbonati, nonche' una piu' elevata qualita' del servizio offerto.
In ogni caso dal 2 luglio p.v., le sara' possibile consultare sul sito all'indirizzo: www.galactica.it rubrica FAQ ogni dettaglio relativo a dette modifiche, che dovranno considerarsi pienamente efficaci a partire dal 1
agosto prossimo. Qualora le modifiche di cui sopra non fossero di suo gradimento, la informiamo che e' sua facolta' esercitare il diritto di recesso, con effetto immediato, dandone apposita comunicazione a Galactica, via Tonale, 26 - 20125 Milano, mediante raccomandata A.R., entro 90 giorni dal ricevimento della presente, affinche' le sia consentito esprimere la sua eventuale volonta' di recesso, anche dopo avere provato la funzionalita' delle predette modifiche. In caso di suo recesso, Galactica provvedera' alla restituzione di quanto eventualmente da lei pagato e non ancora usufruito. In mancanza dell'esercizio del recesso, nel termine anzidetto, le modifiche di cui sopra si intenderanno da lei accettate.
Cogliamo l'occasione per informarla che, partendo dall'attuale offerta basata su segmenti differenziati tra clientela privata e clientela professionale/business, Galactica ha rimodulato l'offerta di servizi Internet dedicati ai propri clienti, razionalizzando ed ampliando la gamma di prodotti GALADSL, GALAFLAT ed introducendo i prodotti della serie Power Web che permettono di creare il proprio sito direttamente on-line.

Per le specifiche caratteristiche di ciascun prodotto trovera' tutte le informazioni di dettaglio sempre sul sito all'indirizzo: www.galactica.it.
Nel ringraziarla per la fiducia accordataci ed augurandoci che l'evoluzione del mercato ci permetta, sempre, di rispondere alle esigenze dei Clienti, le formuliamo i nostri migliori saluti.

Galactica S.p.A.
Direzione Generale


• Sito di approfondimento

www.galactica.it
La home del provider Galactica


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22/6/2001

Degiovanni, azioni ai dipendenti

Il fondatore di Freedomland pronto a operare un collocamento privato per il 10% del capitale della società. Andrà a beneficio dei 15 mila distributori della rete di vendita I@T. Clausola di lock in fino ad aprile 2002

MILANO - Borsa Italiana ha accettato la richiesta di revoca di lock in per 480.000 azioni Freedomland, presentata da Virgilio Degiovanni, per consentire l'Opv e il contestuale collocamento privato di complessive 1.630.000 azioni Freedomland.
L'offerta, che è rivolta alla rete di vendita I@T (attualmente I@T Italia), fa parte degli impegni assunti da Degiovanni e pubblicata
nel prospetto informativo per la quotazione di Freedomland.
Le azioni oggetto dell'opv, che sono circa il 10% del capitale, sono offerte al valore nominale di 1000 lire: di queste 1.184.00 sono soggette a lock in fino al 19 aprile 2002.
Destinatari dell'offerta per 1,2 milioni di azioni sono i circa 15 mila distributori indipendenti della rete di vendita che fa capo a I@T Italia, mentre destinatari del collocamento privato, per 430 mila azioni, sono alcuni dipendenti e collaboratori delle società Freedomland e I@T spa, oltre ad alcuni dipendenti e familiari di Degiovanni. Global coordinator dell'offerta e'
IntesaBci e il periodo di offerta sarà di 60 giorni dal deposito del prospetto informativo in Consob.

(22 GIUGNO 2001, ORE 20:10)

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25/6/2001

Wind ci ha presi tutti in giro, e ora vi spiego perchè
"Si sono presentati al pubblico come la compagnia telefonica del futuro. La realtà è che per intere giornate non si riesce a comunicare". Lettera aperta all'amministratore delegato

Ecco la copia della lettera inviata dal sottoscritto all'amministratore delegato di Wind. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.



Egregio Sig. Pompei,

questa lettera quasi sicuramente da Lei non verrà nemmeno letta, sarà
certamente intercettata da chi lo fa per Lei a questo indirizzo; ad ogni
modo ritengo di dover perlomeno tentare di fargliela arrivare visto che sono
a dir poco disgustato. Le scrivo poichè vorrei esprimere la mia opinione
riguardo al trattamento che Wind sta riservando ai suoi clienti 'mobile',
fra cui purtroppo mi ritrovo pure io.

Wind ha letteralmente aggredito il mercato due anni fa ca. presentadosi al
pubblico quale la nuova, e sottolineo nuova, compagnia telefonica italiana.
Nuova tecnologicamente innanzi tutto, poichè per prima ha utilizzato la
seconda banda gsm (1800 Mhz), nuova perchè per prima ha introdotto la
tariffazione al secondo ed Iva inclusa eliminando inoltre il famigerato
scatto alla risposta, nuova poi, perchè sempre per prima, ha ragionato in
termini di convergenza (mobile-fisso-internet), nuova infine perchè a
tutt'oggi ha ancora le tariffe più convenienti (comparandole con quelle
della concorrenza). Tutto ciò non può che far piacere al consumatore,
business o consumer che sia, ed infatti ha effettivamente prodotto un'enorme
numero di nuovi clienti in questi due anni. Ma adesso viene il bello e si
scopre il dinosauro che è in Wind e il suo modo, assurdo a mio modo di
vedere (viste le premesse), di ragionare che evidentemente ha ereditato
dalla sua cara mamma (non a caso l'Enel). Quando Wind è entrata nel mercato
ovviamente non aveva disponibile la copertura di tutto il territorio
italiano e prontamente stipulò accordi di roaming che coinvolgevano le altre
due principali compagnie di fonia mobile in modo da essere in grado di
offrire ai suoi clienti un buon servizio. Ora, quando questi accordi sono
stati sottoscritti, era chiaro, chiarissimo, lampante direi, che il roaming
non sarebbe durato in eterno, anche perchè il suo costo correttamente grava
su Wind e non sul cliente finale; ripeto: si sapeva fin dall'atto della
sottoscrizione che durante l'anno 2001 il roaming si sarebbe concluso.
Dunque, se Wind fosse effetivamente un'azienda seria, si sarebbe preoccupata
per tempo di coprire perlomeno decentemente il territorio. E aggiungo:
nessuno si sarebbe scandalizzato poi tanto se in qualche zona d'Italia
particolarmente complicata da coprire fosse venuto a mancare il segnale Wind
quando il roaming fosse terminato.

Quello che è successo invece è che da un giorno ad un altro gli utenti si sono dovuti risvegliare bruscamente e dimenticare quel meraviglioso sogno, ma tale appunto: solo un bel sogno! La realtà è che la famosa tecnologia Dualband Wind sarà pure migliore di quella dei concorrenti, ma ha una particolarità non indifferente e cioè non regge il tanto sbandierato numero dei suoi utenti! Mi spiego: io vivo ed utilizzo il mio cellulare principalmente in città e precisamente a Firenze, che è una delle città italiane meglio coperte, infatti sul mio cellulare il segnale effettivamente non manca mai o quasi mai. Solo vi sfido a tentare di
telefonare o inviare un sms: ci sono state negli ultimi 2 mesi e mezzo decine e decine di giornate (e nottate) intere in cui è stato impossibile utilizzare il telefono, sia in entrata che in uscita, nonostante il segnale fosse ottimo e, se per qualche strano motivo si riesce a telefonare, dopo non più di 3 minuti la linea casca.

Tralascio il fatto che il telefono lo uso per lavoro e per essere reperibile, e raramente per divertimento personale, visto che la cosa non fa alcuna differenza. Inoltre capisco perfettamente quei poveracci che si ritrovano a rispondere per conto del call-center e devono veramente muoversi in un campo minato senza averne colpe specifiche: qui il problema è a monte e dipende esclusivamente dalle scelte operate dalla testa dell'azienda.

A che pro questa mastodontica presa in giro? Forse perchè ormai i clienti,
sulla carta, Wind se li è già conquistati e quindi adesso si può anche farli
soffrire? Forse, adesso che il parco clienti è abbastanza cospicuo, emerge
la vera natura di Wind e cioè quella di fregarsene altamente, tanto i numeri
da presentare in consiglio d'amministrazione sono più che buoni?


Complimenti....davvero complimenti vivissimi....Lei è un ottimo
amministratore.

Alessandro Guerrini
a.guerrini@katamail.com

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25/06/2001

Aiutatemi, D+ mi sta derubando!

QUESTA E UNA LETTERA A META' TRA UNA RICHIESTA DI AIUTO E UNA PROTESTA.

A GENNAIO MI SONO ABBONATA ALLA "GRANDE FAMIGLIA DI D+", MA PER LE SOLITE CAUSE CONDOMINIALI E PER UNA BRUTTA POSTAZIONE DEL MIO APPARTAMENTO NON HO POTUTO METTERE LA PARABOLICA....QUINDI IL 25/01/01 HO MANDATO UNA LETTERA ALL'UFICIO TECNICO DI D+ IN CUI CHIEDEVO LA CHIUSURA DEL CONTRATTO E ALLEGAVO UNA LETTERA DELL'ANTENNISTA IN CUI SI TESTIMONIAVA L'IMPOSSIBILITA DI MONTARE LA PARABOLICA.

INGENUAMENTE AVEVO FATTO L'ABBONAMENTO CHIEDENDO CHE OGNI MESE MI VENISSE ADDEBITATO SUL CONTO, TRAMITE CARTA DI CREDITO, L'IMPORTO DELLA'BBONAMENTO, E DA ALLORA NON HO AVUTO PIU' PACE: D+ PIU' SENZA LA MIA AUTORIZZAZIONE SI E PORTATA VIA 300.000 LIT.

SI PERCHE L'UFFICIO ATENA SERVIZI, CHE ALTRO NON E CHE L'UFFICIO CLIENTI DI D+, NON HA COMUNICATO A CHI DI COMPETENZA LA CHIUSURA DEL MIO CONTRATTO E ORA NON MI VUOLE RENDERE I SOLDI CHE MI SPETTANTO DI DIRITTO, E DI CUI SI SONO APPROPRIATI UTILIZZANDO IMPROPRIAMNTE IL NUMERO DELLA MIA CARTA DI CREDITO!
LA RESPONASIBILE RELAZIONI ABBONATI, LA SIG.RA GIANNA SCHEEL, MI HA MANDATO ANCHE UNA LETTERA IN CUI MI CHIEDEVA DI RENDERE IL DECODER (COSA CHE HO PRONTAMENTE FATTO) E MI GARANTIVA IL MIO ABBONAMENTO ERA CONCLUSO...MA NON PER QUESTO D+ HA FINITO DI PRENDERE I SOLDI DAL MIO CONTO!

VORREI AVVERTIRE TUTTI DI NON COMMETTERE IL MIO STESSO ERRORE, NON UTILIZZATE LA CARTA DI CREDITO PER QUESTO TIPO DI SERVIZI, O VI RITROVERETE SULLA VOSTRA STRADA GRANDI FAMIGLIE COME QUELLA DI TELEPIU', CHE SENZA LA VOSTRA AUTORIZZAZIONE SI PORTERA VIA I VOSTRI SOLDI E SE SARETE FORTUNATI VE LI RESTITUIRA D TRA 120 GG. (N.B. TESTUALI PAROLE DELLE RAGAZZE INCOMPETENTI E ARROGANTI DELL' ATENA SERVIZI)


SPERO DIVULGHERETE QUESTA MIA LETTERA E SPERO CHE ALMENO VOI VI METTIATE NEI PANNI DI UN CLIENTE CHE SI E' FATTO FREGARE DALLA "GRANDE FAMIGLIA" DI D+, COMPRENDENDO L' ARRABBIATURA DI UN INGENUO CHE ABBOCCA ALLE OFFERTE DI SERVIZI PROPOSTE DA QUESTE "GRANDI AZIENDE".


MARTA BASSI
mar.tolina@tiscalinet.it

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25/06/2001

"Se a mia figlia, 13 anni, chiedono una foto in chat..."
Una madre spaventata ci scrive: che devo fare? Vietarle anche l'uso del computer?

Dialogo fra due bambine, tredici anni. «Ieri ho chattato due ore con Giovanni, sai quel tipo simpatico con cui hai chattato anche tu? Mi ha chiesto di mandargli una foto, ma io non so come si fa. Me lo insegni?». E l'altra: «Certo, vengo a casa tua con la macchina digitale di mio padre e lo facciamo, è un attimo. Ma perché vuole una tua foto?». Risposta: «Per conoscermi, ha detto che anche lui me la manderà».
E' stata la mamma di una delle due ragazzine a intercettare il dialogo. Ha alzato il telefono per caso e ha sentito sua figlia che chiaccherava con l'amica. Allarmata, ha acceso il computer di casa e ha scritto a Voci dal web, il giornale dei lettori del nostro sito www.quotidiano.net. «Questa volta siamo intervenuti impedendole di mandare foto e spiegandole che è pericoloso, che dall'altra parte del filo possono esserci persone che ne fanno un uso malsano, ma come faccio a controllare tutto? Dobbiamo vietarle anche l'uso del computer?»
Sono molti i genitori che scrivono per manifestare paure come queste. Paure come dimostra l'e-mail che riportiamo non solo comprensibili, ma anche legittime e doverose. Però attenzione: come ormai molti esperti confermano, privare i minori del computer o dell'accesso a Internet sarebbe inutile e controproducente. Anche la scuola, i giardini, le spiagge, sono pieni di insidie. E la Rete non è altro che una piazza molto grande in cui i nostri figli devono imparare a muoversi e quindi a difendersi. Certo: più sono piccoli e più numerosi devono essere i filtri e i controlli. Ma via via che crescono, i divieti devono lasciare il posto alla conoscenza e alla consapevolezza, le sole armi efficaci contro i mali del mondo. Non è impedendo ai ragazzini di chattare che li teniamo al sicuro, ma parlando con loro, spiegando cosa può esserci dietro l'angolo e, come ha fatto quella mamma, avvertendoli dei pericoli che corrono. Nel Paese dei sogni questo compito toccherebbe anche alla scuola.

di Geraldina Fiechter

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Lunedì 18 Giugno 2001, 1:26 

 

Gli spunti della settimana al Nuovo Mercato

di Carlo Mocci

Comincia per le Borse una settimana all'insegna dell'incertezza e dell'aria di tempesta che arriva dagli Stati Uniti, una locomotiva economica che ora non si limita più a rallentare, ma sta frenando in maniera decisa. La scorsa settimana si era chiusa con l'indice Numtel in flessione di quasi il 10% nell'ottava, e con un gran numero di titoli che hanno fatto registrare, rispetto al venerdì precedente, perdite a due cifre.

La settimana presente sarà decisiva per e.Planet, società di telefonia guidata da Orsi Carbone che, sull'orlo del fallimento, probabilmente verrà salvata da una cordata di imprenditori facenti capo ad Angel Ventures, che, a conti fatti, valuterà le azioni intorno, pare, a 1 euro. La società potrebbe dunque uscire dal pantano per continuare l'operatività, ma ad un prezzo, per gli attuali azionisti, così elevato da costituirne, in definitiva, l'uscita dalla compagine sociale.

Questa settimana si attende anche di capire che cosa succederà a Freedomland (Milano: FDL.MI - notizie) , dopo che qualche giorno fa Benassi e Cairo hanno definitivamente sancito l'uscita da ogni possibile partecipazione al capitale sociale, decretando, salvo colpi di scena, la fine di un possibilie nuovo corso per Freedomland, il cui maggior valore ormai è la cassa di oltre 400 miliardi. I vertici societari cercano di rispondere al duro colpo con una controffensiva interna che consenta il rilancio dell'azienda, ma le prospettive non sono rosee.

Si prevedono forti pressioni anche su Tiscali (Milano: TIS.MI - notizie) , per la scadenza, in questo periodo, di varie clausole di lock up, con l'arrivo, sul mercato, di moltissimi titoli, soprattutto da parte degli ex azionisti di Liberty Surf.

Questa settimana sarà anche interessante vedere come reagirà Algol al debutto fortemente negativo di venerdì. Il titolo nela prima giornata di contrattazioni ha perso il 12,6%, ma i fondamentali della società e il prezzo ridotto fanno sperare nella reazione del titolo nel corso della settimana.

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FREEDOMLAND, COME IL GRANDE FRATELLO...
di Andrea Andreis - 15/06/2001 09.35.06

Salta l'acquisizione di Freedomland da parte di Benfatti & C. E pensare che sembrava una "missione compiuta"...

Benatti-Cuneo-Cairo-Degiovanni, quattro protagonisti di un'intesa durata assai poco. Come ne "Il Grande Fratello" tutti e quattro avevano deciso di condividere in modo forzato per via degli accordi di lock up la maggioranza di Freedomland. Poi, come nella trasmissione televisiva, sono usciti uno alla volta, lasciando tutto nuovamente nelle mani del fondatore azionista Virgilio De Giovanni.
E' di ieri la notizia ufficiale che la cordata guidata da Marco Benassi è uscita dall'affare, a seguito di indiscrezioni circolate in questi giorni che davano come motivo dell'impasse la richiesta di clausole di maggiori garanzie da parte dei nuovi azionisti nei confronti di Virgilio de Giovanni sul fronte patrimoniale, nel caso di eventuali procedimenti giudiziari che potevano coinvolgere in futuro la società .
"E' del tutto in veritiera la notizia che i legali di Marco Benatti abbiano presentato a me o ai miei legali contratti con precise clausole di garanzia, che io avrei rifiutato di sottoscrivere". Dalle dichiarazioni rilasciate da Virgilio Degiovanni, all'interno di una nota diffusa nella seduta odierna, emerge la mancanza di precise clausole di garanzia in merito ai contratti preliminari di vendita stipulati lo scorso 4 aprile, dato di annuncio dell'arrivo della cordata a salvataggio di Freedomland.
I motivi alla base del divorzio sono quindi diversi da quelli diffusi sulla carta stampata ed emergeranno probabilmente con maggiore chiarezza nei prossimi giorni.
Nella nota si legge che "Il ritiro di Onetone (Benatti) "e' dovuto a sue considerazioni nel merito delle quali non posso ne' intendo entrare", ipotizzando che egli "abbia avuto delle difficoltà a reperire partner disposti a condividere il piano industriale da essa
predisposto". In pratica il maggior azionista di Freedomland smonta questa tesi.
Un ruolo importante in questo mancato accordo potrebbe anche averlo rivestito, secondo alcuni osservatori, la magistratura, una volta che questa, nell'ambito dell'inchiesta aperta qualche mese fa dal sostituto milanese Luigi Orsi, ha acquisito copia del contratto preliminare con cui Virgilio De Giovanni si era impegnato a cedere il 29,9 % della società alla cordata composta da Gianfilippo Cuneo (Bain Cuneo & Associati), Marco Benatti (Onetone) e da Urbano Cairo (Cairo Communication), in un posizione molto defilata. Sentendo tra l'altro in Procura come persone informate sui fatti sia Gianfilippo Cuneo e Marco Benatti.
Un controllo così incisivo e pressante della Magistratura sicuramente potrebbe aver frenato i piani dei nuovi azionisti di utilizzare liberamente la cassa della società per operazioni che potevano eventualmente configurarsi come discutibili (la vicenda Cuneo e-Sid).
Secondo altri potrebbe aver influito soprattutto i vincoli imposti dalla Borsa Spa, rispetto all'autorizzazione al trasferimento del 29,8% delle azioni da Degiovanni alla cordata acquirente (due anni di lock-up sulle azioni acquisite, deposito dei titoli in una banca ritenuta idonea dalla stessa Borsa Spa e un piano industriale condiviso da tutti).
Tutti si aspettavano per Freedomland l'arrivo di un vero partner industriale, anche se sembra di vedere che i maggiori interessi erano legati soprattutto alla cassa detenuta nei propri forzieri. Freedomland dovrà fare quindi da sola e Virgilio Degiovanni torna nuovamente l'unico patron della società. Il comunicato emesso in data odierna lascia aperti spazi all'arrivo di nuovi partner industriali. Prossimo appuntamento è il 30 giugno in occasione del nuovo piano operativo della società che verrà annunciato dal consigliere delegato Aldo Iacono.

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Giovedì 14 Giugno 2001, 18:38

Freedomland, Degiovanni smentisce rifiuto garanzie

    MILANO, 14 giugno (Reuters) - Virgilio Degiovanni, fondatore
e azionista di maggioranza di Freedomland <FDL.MI>, smentisce
tramite una nota di aver rifiutato di sottoscrivere precise
clausole di garanzia presentate dai legali di Marco Benatti,
capofila della cordata Onetone-Cairo che avrebbe dovuto
acquistare una quota della società.
    "Non risponde al vero la notizia che i legali di Marco
Benatti abbiano presentato, a me o ai miei legali, contratti con
precise clausole di garanzia, che io avrei rifiutato di
sottoscrivere. Se di garanzie si è parlato, comprese eventuali
garanzie relative al pagamento del prezzo da parte degli
acquirenti, ciò è avvenuto solo tra legali ed in termini
assolutamente generali, in un'ottica di reciprocità", si legge
nella nota diffusa da Degiovanni dopo che questa mattina
Onetone, la società di Benatti, e Urbano Cairo hanno comunicato
di non proseguire la rinegoziazione del contratto di acquisto
del 29% di Freedomland, scaduto lo scorso 26 maggio. A seguito
della scadenza il terzo partner, Gianfilippo Cuneo, si era già
ritirato dalla cordata.
    Degiovanni precisa inoltre che nei contratti preliminari
stipulati con la cordata fu posta in chiaro "l'esistenza
(peraltro nota) di indagini della Procura della Repubblica nei
miei confronti, indagini su fatti rispetto ai quali mi sono già
dichiarato totalmente estraneo". Il ritiro di Onetone, prosegue
il fondatore di Freedomland, "è dovuto a sue considerazioni nel
merito delle quali non posso né intendo entrare", e ipotizza che
"Onetone abbia avuto delle difficoltà a reperire partner
disposti a condividere il piano industriale da essa
predisposto".
    La nota sottolinea infine come il Cda di ieri abbia
intrapreso passi concreti verso la realizzazione dell'attuale
piano industriale, che implica azioni tese al raggiungimento
dell'equilibrio entrate-uscite a breve termine. "Condivido con
il consiglio di amministrazione e l'advisor Piero Gnudi",
conclude Degiovanni, "l'interesse verso partner che possano
ulteriormente rafforzare la società, così come la non
disponibilità verso soggetti interessati a operazioni
finanziarie o senza concreti contributi industriali".
    Stamane Il Sole 24 Ore scriveva che, alla base della
rinuncia di Benatti e Cairo ci sarebbe la mancanza di garanzie
da parte di Degiovanni. La cordata, secondo il quotidiano, aveva
chiesto di ottenere per la nuova gestione Freedomland una sorta
di non punibilità nel caso di condanna di Degiovanni per falso
in bilancio, il reato per cui è indagato dalla Procura di
Milano. /SAB

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Mercoledì 13 Giugno 2001, 19:25

Telecom: 4 iscritti in registro indagati, scrive Panorama

MILANO (Reuters) - La procura di Torino, che sta indagando su varie operazioni che coinvolgono il gruppo Olivetti-Telecom, avrebbe formalmente proceduto all'iscrizione nel registro degli indagati del presidente Roberto Colaninno, di Lorenzo Pellicioli, amministratore delegato della controllata Seat, di Sergio Erede, vicepresidente di Telecom, e di Emilio Gnutti, capofila della cordata bresciana vicina a Colaninno.

Lo rivela Panorama in una nota che anticipa un servizio sull'argomento nel numero in edicola da venerdì.

Oggi diversi giornali avevano fatto riferimento alla possibilità che alcuni dirigenti del gruppo fossero stati iscritti nel registro degli indagati, ma Telecom ha comunicato di non aver alcuna evidenza che suoi amministratori siano stati iscritti nel registro della Procura di Torino.

Da parte sua, il procuratore capo di Torino ha detto di non avere commenti da fare al riguardo.

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13 giugno 2001: Nokia in crisi

Cellulari, è finita la festa

Nonostante la sua già invidiabile posizione di leadership sul mercato della telefonia mobile sia addirittura aumentata, per Nokia è arrivata la doccia gelata. Alla Borsa di Helsinki ha perso il 23% in un solo giorno trascinando i telefonici al ribasso. E' la conseguenza dell'annuncio di profitti minori rispetto al previsto. Il mercato dei telefonini, dopo la crescita straordinaria, sembra essere vicino al capolinea e gli apparecchi di nuova generazione stentano ad affermarsi.

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Sabato 9 Giugno 2001, 9:14

OnBanca ancora in profondo rosso

di Carlo Mocci

Continua il momento profondamente negativo per OnBanca, società di internet banking il cui titolo, negoziato al Nuovo Mercato, è da parecchi mesi in pesante flessione. La settimana borsistica appena trascorsa non ha portato fortuna al titolo, che in cinque sedute ha lasciato sul terreno l'8,36%. La prestazione segue quella di due settimane fa, quando OnBanca aveva perso il 1,4%. E il bilancio degli ultimi tre mesi è addirittura di -31%.

Le prestazioni negative di OnBanca negli ultimi mesi sono state legate fondamentalmente al momento difficile per l'internet banking a livello europeo, che non sta risparmiando nessuna delle società del settore, e fa il paio con la crisi del risparmio gestito, alla quale abbina la scarsa fiducia nei titoli legati a Internet.

Ma c'è di più. La crisi di OnBanca, proprio nel momento nel quale sembrava che il titolo avesse toccato il fondo e cercasse un nuovo equilibrio, è stata accentuata qualche giorno fa dalla revisione al ribasso delle previsioni di ricavo della banca on line.

Contemporaneamente, l'agenzia internazionale Fitch ha abbassato il rating a lungo termine della Popolare Commercio Industria da "A" da "A-" e quello di breve termine da "F1" a "F2". La motivazione è legata ai risultati 2000 di Comindustria, sui quali ha anche pesato il livello di costi sostenuto dalla controllata Onbanca.

Le due notizie non hanno certo sostenuto i corsi di OnBanca, com'era prevedibile. E con la prestazione fortemente negativa dell'ultima settimana, ONBanca ha approfondito il baratro rispetto al prezzo della IPO avvenuta nel luglio dello scorso anno raggiungendo l'85%.

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08/06/2001

La realtà dei rapporti tra produttori di software, distributori e negozi riserva non poche sorprese. Ecco una testimonianza diretta, quella di Danea Soft

Perché il software italiano nei negozi è così brutto?

08/06/01 - Lettere - Roma - Riprendendo la lettera di Aaron Brancotti pubblicata su Punto Informatico in data 1/6/2001, è curioso notare una certa affinità tra il mondo della musica, dell'editoria e del software (e probabilmente anche di tante altre umane attività). Mi riferisco specificamente alla sordità dei "potenti" nei confronti di chi non ha ancora avuto modo di farsi conoscere ed eventualmente apprezzare; della difficoltà, per chi non è ancora nessuno, di entrare in un mondo blindato dove valgono le regole del profitto immediato e dove non si conoscono le parole "investimento" e "qualità".

Lavorando nello sviluppo del software vorrei porre l'attenzione su quello che accade oggi in questo settore. Come responsabile di Danea Soft, una software house Italiana abbastanza nota per aver sviluppato (dal 1995) programmi per famiglie e piccole aziende, forse sono in grado di fornire qualche risposta a chi si chiede perché tanti software di origine nazionale sono così scadenti.

Immagino che qualsiasi appassionato di informatica sia entrato almeno una volta in un computer shop per cercare un software adatto alle proprie esigenze. Probabilmente negli scaffali ripieni di coloratissime confezioni avrà pure trovato quello che cercava. Molto più probabilmente, dopo averlo acquistato ed installato, avrà gettato il tutto nel cestino ponendo una rassegnata croce sulle centomila appena spese. Perché? Perché in Italia si vendono programmi così brutti, inutilizzabili ed infarciti di errori? Possibile che non esistano produttori con le qualità di quelli americani?

Ritengo che i produttori capaci esistano, però raramente si trovano i loro prodotti nei negozi. Purtroppo le aziende che gestiscono la distribuzione attuano un comportamento ostruzionistico ed apparentemente inspiegabile. Analizziamo in dettaglio come si svolgono le trattative, così forse sarà più facile anche per i consumatori comprendere l'esistenza di tanti prodotti mediocri.

Generalmente i rapporti con le aziende distributrici subiscono uno stop immediato a causa dell'interlocutore che ci si trova di fronte: la tipica persona responsabile degli acquisti è il classico dott. con master in economia all'università pincopallo, capacissimo di produrre un dettagliato business-plan in 12 ore ma completamente privo del minimo senso civico (che in genere non si acquisisce al master, ma dalla propria mamma che insegna a salutare i conoscenti, a rispondere con cortesia ecc.). La posizione di queste persone consente loro di potersi comportare da villani, non degnandosi nemmeno, ad esempio, di inviare una risposta del tipo "no, grazie!". Sembra, anzi, che la maleducazione manifestata sia espressione diretta del potere detenuto.

Sorvolando comunque sulle questioni di forma, non possiamo tuttavia sorvolare anche sulle conoscenze che questi soggetti hanno dell'argomento trattato. Spesso sembra di trovarsi a dialogare (quando ci si riesce) con persone che il giorno prima commerciavano articoli per il giardinaggio (del resto, sempre di commercio si tratta!). Il risultato è che si arriva a parlare solamente di numeri e prezzi tralasciando completamente l'argomento "qualità" e "consumatore". Alla fine delle contrattazioni, la software house che produce "qualità" non cede alle ridicole richieste del distributore mentre il distributore attinge da altri produttori ben disposti a svendere i loro lavori altrettanto "ridicoli". Come se una BMW potesse avere lo stesso valore di una Panda. Su questo punto, vorrei far riflettere i vari consigli di amministrazione che non si accorgono, forse sull'onda della crescita turbolenta del mercato informatico, dell'incapacità dei loro responsabili acquisti, nonché del fatto che anche una scimmia saprebbe far crescere il business della loro azienda in condizioni così favorevoli.

Volete sapere come si svolgono effettivamente le contrattazioni? Da sei anni presento i miei software alle maggiori e minori catene distributrici, alle catene di negozi informatici, ai grandi produttori. Centinaia di copie spedite in visione, centinaia di persone contattate, di lettere inviate, di fax, di telefonate ("il dott. è impegnato in riunione, richiami domani"... "mi spiace, è sull'altra linea, la farò ricontattare"... "come, non l'ha richiamata? mi segno nuovamente l'appunto"... "mi ha spedito un pacchetto? non l'ho visto, può rispedirlo?"... "vorrebbe parlare con il direttore? no guardi, dovrebbe prima dire a me che sono la centralinista di cosa si tratta"). Premettendo che Danea Soft negli ultimi tre anni è stata menzionata in circa 150 articoli di riviste, giornali, quotidiani, ne hanno parlato in Rai, ha vinto un premio per il miglior software gestionale Italiano, ecc…, quando finalmente riesco a parlare con il "responsabile", questi, incredibilmente, non ha mai sentito parlare di Danea Soft.

Certo, siamo una piccola azienda, non siamo quotati in borsa, non abbiamo partecipato al Grande Fratello, però mi chiedo: ma questa persona, adibita alla selezione e all'acquisto di prodotti informatici, dove vive, in Uganda? Di chi fa gli interessi? Non certamente della sua azienda perché non ha la minima conoscenza del mercato in cui opera. Perché non sa chi sono e chi potrebbero essere i possibili interlocutori commerciali. Perché non ha il "polso" della situazione.

Su 100 tentativi di avere un contatto, in 30 casi si riesce a parlare con la persona giusta (giusta?). In questo caso, circa 15 persone prendono l'impegno di dare un'occhiata ai nostri prodotti, poi lo fanno solamente 7 persone; le altre 15 persone non desiderano visionare il programma perché tanto vendono benissimo e senza problemi (che significa: senza conoscere il prodotto, senza verificare se funziona, senza la necessità di giustificarsi con il cliente nel caso in cui non funzioni, senza la necessità di promuoverlo) il software delle solite 2-3 multinazionali... Delle 7 persone che guardano i nostri programmi, 5 dicono di non essere interessate, mentre 2 formulano un'offerta commerciale. L'OFFERTA LA FANNO LORO. Si è mai visto un cliente che fa l'offerta al fornitore?

Se a questo punto siete curiosi di conoscere i termini dell'offerta commerciale, eccovi accontentati: fornitura (in esclusiva, ovviamente!) iniziale di un migliaio di confezioni del programma con sconto del 75% sul prezzo al pubblico; pagamento a 90-120 giorni, solo sul venduto (in base ad un report mensile delle vendite gentilmente offerto dai loro programmi di contabilità).

Se desiderano, posso anche lavargli l'auto. Per rimanere nel mondo dei primati, anche in questo caso qualsiasi babbuino capirebbe che nessuno è in grado di creare programmi di qualità in simili condizioni. La sola hot-line telefonica di assistenza sarebbe più cara del ricavato delle vendite...

Ci metto una pietra sopra e, con rassegnazione, comincio a vendere per corrispondenza. Con ottimi risultati, perché, fortunatamente, molti consumatori conoscono la qualità e sanno distinguere i prodotti. Non la trovano in negozio ed allora si rivolgono altrove.

Ma il mondo è pieno di furbi. In questo caso sono loro che ti contattano… "abbiamo visto che fate degli ottimi programmini", (e intanto penso: "programmini" lo dici a tua mamma), "… ci interesserebbe avere la vecchia versione 1.0 del vs. software XY che vendevate a 99.000 lire un anno fa, per metterla oggi nei nostri cd-rom distribuiti in 20.000 copie al supermercato per sole 9000 lire. Per questa operazione possiamo arrivare ad offrirvi ben 2 milioni di lire.". Ci penso, faccio due conti e scopro che il mio guadagno sarebbe di circa 100 lire per ogni cd-rom venduto! Alla mia ovvia risposta negativa mi sento dire: "ma come? Per voi si tratterebbe di un puro guadagno. Tanto il software l'avete già scritto!". Vabbè, riappendo il telefono e torno al mio orticello.

Diceva il grande Ayrton Senna: "Mi faccio pagare così tanto perché solo in questo modo posso sapere quanto valgo, al di là di tante parole".

Io non credo che un mio software valga 100 lire a copia.

Vanio Benetollo
Amministratore Danea Soft

tratto da un email che ho ricevuto (notizia letta su www.punto-informatico.it )

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Mercoledì 6 Giugno 2001, 9:36

Freedomland, Bipop e Livolsi in contatto con Benatti

È fissato per il 15 giugno prossimo il termine ultimo per trovare un sostituto di Gianfilippo Cuneo nella cordata che avrebbe dovuto salvare Freedomland (Milano: FDL.MI - notizie) . Benatti e Cairo, gli altri componenti, sono alla affannosa ricerca del cavaliere bianco. Secondo quanto pubblicato da Mf, lo stesso ad della OneTone avrebbe preso contatto con Bipop (Milano: BIP.MI - notizie) e Livolsi. Sia la banca guidata da Bruno Sonzogni che il fondo d'investimento creato dall'ex top manager Fininvest non hanno smentito.

È previsto poi per il tardo pomeriggio l'incontro tra Marco Benatti e Virgilio Degiovanni. L'uscita improvvisa di Cuneo ha di fatto fermato il progetto di risanamento che prevedeva le dimissioni dell'intero cda Freedomland e la nomina dei nuovi consiglieri (tra i nomi che circolavano quelli di Giorgio Gori e Claudio Nozeglia). Ora invece l'escutivo presieduto da Luigi Guatri dovrà rimanere in carica di fatto garantendo solo la gestione ordinaria. E questo vuol dire bruciare ogni giorno di più quei 400 miliardi presenti nelle casse della società.

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Venerdì 1 Giugno 2001, 12:55

A Milano un incontro sulla 'Musica online'

Si terrà a Milano il prossimo 8 giugno presso lo IULM il convegno dedicato alla Musica online organizzato da Adincom , l'Associazione di Diritto, Informazione, Comunicazione Multimediale, durante il quale saranno approfondite le tematiche inerenti alle nuove forme di distribuzione di musica permesse dalle Rete e le normative applicabili. La partecipazione è libera e gratuita. Al convegno, che inizierà alle ore 9, interverranno Federico Kujawska di Emi Music Italy, Otello Angeli di Imaie e Cathy Horton di Squire Sanders & Dempsey LLP. Ospiti dell'incontro anche Benno Senoner di Gnutella.it, Gianluca Neri di Clarence.com, Vincenzo Marabita di MP3 Italy - Filippo Gasparro di SIAE, Ettore del Borrello di SCF e Eduardo Fiorillo di Match Music. Michele Bertani dell'Università IULM chiuderà la sessione dei lavori con una relazione giuridica. ADINCOM è un'associazione nata nel giugno 2000 formata da giuristi e non giuristi interessati a capire, approfondire e discutere le norme della società dell'informazione. L'associazione si propone di diffondere tra le imprese e i professionisti le regole attualmente applicabili a Internet al fine di promuovere e consolidare una cultura della tecnologia dell'informazione anche nel nostro Paese attraverso l'organizzazione di convegni, seminari e dibattiti.

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