Politica del volto umano

La vita degli uomini spesso scorre grigia, senza scintille di luce, senza sussulti e, slanci.  Quante esistenze passive all'insegna dell'osservanza ossequiosa di convenzioni sociali, familiari, scorrono via senza lasciar traccia.
Quante  idee che non germogliano perché infisse senza radice sul terreno sconosciuto e spesso ostile della vita.
Mancare un'esistenza diceva lo psicologo svizzero Binswanger. Mancare il bersaglio della Sinngebung del processo di ricerca e attribuzione di un senso che illumini i nostri passi lungo le strade del nosatro essere nel mondo
E' fruttuoso tutto ciò che è acquisito attraverso una lunga, faticosa ricerca personale, esperienziale. Vi è una solidità, una saggezza, una  visone profonda del di sé stessi e del cosmo che può nascere dal ragionamento e dall'osservazione del mondo e degli uomini, attraverso approssimazioni successive, in un percorso graduale di appropriazione intuitiva
E' possibile cioè produrre una presupposizione di verità che  è qualcosa di più della semplice e spesso ingenua fede passiva in una realtà trascendete o in un Dio personale..
E' questo un trapasso dalla fede alla ricerca, dai dogmi della tradizione alla verifica nell'esperienza e nell'osservazione. L'uomo non nasce con una fede. Ma è aperto al piacere della scoperta del disvelamento di quei noccioli di verità che già reca in sé in quella che siamo soliti chiamare anima.
Ci domandiamo allora perché imporre verità di fede attraverso le cosiddette religioni organizzate, le grandi confessioni, quando nella vita di tutti i giorni assistiamo allo scacco costante di quei valori che le religioni intenderebbero, vorrebbero  infondere e propagare negli uomini?
Non si può essere partecipi di qualcosa che non ci  si è guadagnati, ma che è stato imposto dall'alto per nascita per appartenenza ad una comunità religiosa.
L'uomo crede di credere in Dio o negli dei, ma se analizziamo un po' più obiettivamente e criticamente i fatti del mondo ci accorgiamo che i comportamenti umani, anche quelli apparentemente più nobili e altruistici che sentiamo ispirati dalla fede in Dio, sono viziati dalla falsa convinzione per cui il destino della Terra del mondo è retto da  quel Dio che è alla base delle leggi morali. 
Tutto quanto accade sulla Terra è invece esclusivamente frutto di azioni umane, creato da uomini per gli uomini,  i quali nel corso dei secoli  hanno, innumerevoli volte, nelle varie civiltà creato distrutto e ricreato nuove e diverse leggi morali.
Quelle di cui un po' tutti atei e credenti ci riempiamo la bocca sono maschere di Dio simulacri illusori di fede. Dio qua sulla Terra non lo si trova e aggiungo non lo si potrà mai trovare. Esso travalica la portata di quanto può essere compreso dalle categorie del nostro linguaggio e dalla razionalità dei nostri costrutti. Tuttavia non è vano ricercarlo, in quanto la tensione di questa ricerca eleva l'uomo, lo innalza oltre il livello della pura animalità e delle mera arida razionalità calcolante. Di Dio possiamo veder soltanto le tracce, l'eco nei bracci spiralici delle galassie o in quelle dell'elica del DNA, ma non bisogna confondere il principio con le sue  manifestazioni esterne.
Per secoli scrittori, poeti, filosofi, hanno cercato i segni del divino come si cercano i passi di un lupo nella neve. In realtà i segni divini sono dispersi dappertutto, nelle infinite manifestazioni della natura, nel tempo e nello spazio. Questi segni vengono letti da noi esseri autocoscienti che spesso ne ignoriamo, ne misconosciamo  l'origine autentica divina.
Da un certo punto di vista quindi possiamo legittimamente affermare che Dio come sostanza del tutto è dentro di noi perché la natura della sostanza spirituale che ci costituisce è già di natura divina. Si tratta, e non è certo  facile riconoscerla e una volta riconosciuta di accettarla e viverla degnamente.
E' questa la grande sfida dell'uomo. Ora più che mai. La nostra è certamente  un'epoca di crisi, di travaglio, materiale, storica e spirituale. Ma da questo travaglio potranno nascere frutti, cioè idee, progetti nuovi. Il poeta tedesco Hölderlin diceva:
"Dove c'è pericolo, là cresce ciò che salva" (Das Rettende). E' lecito dunque sperare nel domani. All'inizio di questo nuovo millennio, l'uomo è infatti chiamato ad affrontare una sfida nella quale ne va non solo dei nostri destini personali, ma più in generale del carattere, dell'essenza stessa dell'uomo,  della possibilità cioè che in futuro si dia un umanità in grado di dare alla sua esistenza, alla sua presenza su questo pianeta un senso un valore compiuto e superiore. Certo il quadro offertoci dalla società attuale e complessivamente dal mondo occidentale non è dei più confortanti. L'immagine dominante è quella di un individuo spaventosamente scisso, diviso in tante parti disgregate, sempre più in  rotta di collisione tra di loro.
Il volto dell'uomo è stato sfigurato  dalle menzogne dalle perverse e sanguinarie ideologie politiche  e delle assurde costruzioni pseudofilosofiche, dagli odii e dalle ipocrisie delle religioni dogmatiche, dall'ipnosi collettiva dei mass media e della mercificazione forzata di quasi tutto cui da anni siamo quotidianamente sottoposti.
Ricomporre quel volto, ridare luce a quegli occhi è il compito difficile che ci attende. Cercare al fondo di tutti i contrasti, delle divisioni anche profonde e laceranti, dei mille frammenti dispersi di umanità, quell'unità, quell'uno originario che è il da dove e il verso dove dell'esistenza, che è insieme origine e destinazione. C'è nel terreno delle nostre vite un seme nuovo da spargere, una pianta robusta e rigogliosa e dalle radici profonde da far crescere e da curare con amore. E' quella che una grande mente come James Hilmann chiama anima mundi
 C'è una figura d'uomo che si affaccia all'orizzonte del nuovo millennio. E' un individuo rinnovato nello spirito e purificato dalle scorie e dei veleni del passato, ma anche un immagine organica complessiva del mondo. Lasciamo avvenire questo parto. Lasciamo che per una volta parli la voce troppo a lungo soffocata dello spirito che è in noi.                                                                     
 

  Andrea Bertuccioli

"C'è nel terreno delle nostre vite un seme nuovo da spargere, una pianta robusta e rigogliosa e dalle radici profonde da far crescere e da curare con amore."

Di Dio possiamo veder soltanto le tracce, l'eco nei bracci spiralici delle galassie o in quelle dell'elica del DNA, ma non bisogna confondere il principio con le sue  manifestazioni esterne.

"Il volto dell'uomo è stato sfigurato  dalle menzogne dalle perverse e sanguinarie ideologie politiche…
Ricomporre quel volto, ridare luce a quegli occhi è il compito difficile che ci attende."

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