SMOG, IL SERIAL KILLER DI CASA NOSTRA
L'inquinamento da traffico veicolare rappresenta un grave problema di sanità pubblica: specie nelle aree metropolitane, comporta una concentrazione elevata di numerose sostanze aereodisperse, che interagendo fra loro, determinano l'instaurarsi di varie patologie. I principali inquinanti da traffico veicolare sono rappresentati da: ossido di carbonio,ossido di azoto, benzene, aldeidi, nitroaereni, polveri, idrocarburi aromatici policiclici, piombo, fibre, oltre a rumore e vibrazioni. Quelli elencati sono solo alcuni degli inquinamenti dell'aria delle principali metropoli del mondo, dove è stato possibile individuare la presenza di circa 2.800 composti chimici, oltre a cinquanta dei quali classificati come cancerogeni certi, probabili, o possibili dallo IARC, l'Agenzio Internazionale dell'OMS, di Lione. Conseguenza di tale inquinamento è l'insorgenza di numerose malattie croniche degenerative, di cui le più importanti sono la bronchite cronica, le malattie cardiovascolari, le malattie da stress, associate al rumore, i tumori. A tali patologie, ormai note da tempo, vanno aggiunte quelle acute delle prime vie aere nei bambini, cui si associa un aumentato rischio di bronchite cronica nell'età adulta. Volendo analizzare più nel dettaglio i dati epidemiologici, si nota che la bronchite cronica è più frequente nei centri urbani ad alta intensità di traffico rispetto ai centri agricoli, soprattutto nei quartieri a più altro tasso di inquinamento. Indagini epidemiologiche condotte in 117 centri urbani hanno stimato un eccesso di mortalità causata da dai principali inquinamenti. Più precisamente, per ogni aumento di 1 microgrammo per metro cubo, i diversi inquinanti sarebbero responsabili dei seguenti aumenti del tasso di mortalità: solfati: 2,6 decessi\anno per 100.000 abitanti; polveri totali sospese: 0,34 decessi\anno (sempre per 100.000 abitanti); ozono; 0,7 decessi\anno. Un'indagine effettuata dai medici dell'ospedale di Sesto San Giovanni su 500 bambini residenti nell'hinterland milanese in confronto a 500 bambini residenti nell'alta Brianza, ha dimostrato che gli episodi acuti di bronchite hanno una frequenza di tre volte supe4riore nel primo gruppo rispetto al secondo. L'unico fattore che spiega questo eccesso di mortalità è l'inquinamento ambientale. Passando ad analizzare la patologia a carico dell'apparato cardiovascolare, è importante sottolineare che l'ossido di carbonio è uno dei fattori di rischio importanti per l'insorgenza di tali malattie. E' stato dimostrato dall'unità operativa che dirigo, in un'indagine epidemiologica che ha coinvolto i Vigili Urbani di Milano, in confronto ad un appropriato gruppo di controllo, che l'ossido di carbonio è in grado di alterare l'assetto lipidico del sangue, ed aumentare, attraverso questa via i rischi cardiovascolari. I livelli di rumore riscontrati nelle nostre città, seppure non in grado di alterare l'organo dell'udito, sono però in grado di provocare una serie numerosa di disturbi, noti come effetti extrauditivi, di cui l'ipertensione arteriosa è certamente uno dei più importanti. Gli altri effetti extrauditivi provocati dal rumore in aree urbane sno rappresentati da gastroduodeniti ed ulcere gastroduondenali, aumento dell'irritabilità e del livello di ansia, riduzione del tono dell'umore e del livello di vigilanza, aumento del senso di fatica ed insonnia. Numerose indagini epidemiologiche hanno dimostrato che livelli di intensità sonora bassi, dell'oridine di 46-48 decibel, comportano disturbi della qualità del sonno ed interruzione del riposo notturno nel 50% della popolazione. Nelle città italiane, dove è stata fatta una mappa del rumore notturno nelle principali vie, i livelli di intensità sonora raggiungono valori molto più elevati di quelli sopra indicati, che già comportano disturbi del sonno. Infine l'inquinamento veicolare comporta certamente un aumento del rischio di malattie neoplastiche, specie a carico dell'apparato respiratorio. Sulla base di dati epidemiologici è stato stimato che l'inquinamento atmosferico nelle aree urbane è responsabile dell'incidenza di 5-10 casi di cancro del polmone per 100.000 abitanti. Ciò significa, ad esempio, da 120 a 240 nuovi casi ogni anno in una provincia come Milano. La maggior parte delle evidenze epidemiologiche presentate indica che il rischio attribuibile per il cancro del polmone nelle aree urbane potrebbe essere anche più elevato. Se si tengono presenti le fonti di emissione, i dati raccolti negli U.S.A. evidenziano che il 56% dei casi di tumore dovuti all'inquinamento atmosferico sono attribuibili al traffico veicolare, il 20% alle emissioni di origine industriale e il 24% ad altre sorgenti. Last but no least, è importante precisare che l'esposizione da benzene, un prodotto della combustione delle benzine, comporta un aumentato rischio di leucemia, stimato fra 2 casi per milione a 3 casi per centomila abitanti per ogni incremento di 1 microgrammo per metro cubo di concentrazione di benzina nell'aria. L'indagine epidemiologica condotta dalla mia équipe sui Vigili Urbani di Milano ha evidenziato dati preoccupanti. Anzitutto è stato dimostrato che essi hanno una quantità di benzene nell'urina superiore a quella del gruppo di controllo: mediamente 260 nanogrammi\litro nei vigili contro 223 nanogrammi\litro nei controlli. Ciò che è risultato più importante ed interessante è stata la differenza di eliminazione del benzene con l'urina nei fumatori rispetto ai non fumatori: 348 nanogrammi\litro nei vigili fumatori contro 174 nanogrammi\litro nei vigili non fumatori. In pratica l'abitudine al fumo raddoppia la quantità di benzene nell'urina. Ora, tenendo presente che i soggetti del nostro esperimento fumavano in media 15 sigarette al giorno (sia vigili che controlli), possiamo dire che respirare l'aria di Milano comporta un assorbimento di benzene pari a quella che si assorbirebbe fumando 15 sigarette al giorno.
Primario di Medicina del Lavoro dell'Ospedale di Sesto San Giovanni
Comitato Scientifico WWF Italia.
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