TOM RAIDER – DALL’OMONIMO GIOCO UN FILM DI SIMON WEST: ANGELINA JOLIE VESTE I PANNI DI LARA CROFT

Di GIUSEPPE IANNOZZI

 

E’ una giornata buia e tempestosa: la funzione in memoria di Lara Croft si è appena conclusa, quando Charles Kane, Winston e Padre Patrick si ritirano nella villa di campagna dei Croft. Raccolti nel loro dolore ricordano insieme alcune delle più significative imprese di Lara… Di Lara Croft si sono perse le tracce in Egitto – e viene data per morta…, questo l’incipit che accompagna quello che forse sarà l’ultimo episodio dell’ormai leggendario videogioco dedicato a Lara Croft. Non è il caso di disperarsi, perché Lara Croft è viva più che mai, in tutti i sensi; è questo un lungometraggio fortemente voluto non solo dal regista Simon West, ma soprattutto da milioni di irriducibili fan che ormai vedono in Lara Croft il ‘prototipo di femmina’ ideale. 

Lara Croft, diventata in tutti i sensi un autentico sex symbol virtuale, oggi non è più virtuale: Angelina Jolie ha assunto (si fa per dire) l’onere – e l’onore – di vestire i panni dell’eroina più amata di tutti i tempi e Simon West, regista del film Tomb Raider, ha trasformato un amore virtuale in un amore di celluloide.

Ma chi è in realtà Lara Croft? Facciamo un salto nel tempo: corre l’anno 1993 e presso i laboratori della software house Core Design è ufficialmente iniziato il progetto Tomb Raider, ovvero la creazione di un gioco in 3D rivoluzionario, che vedrà la luce con il primo episodio nel 1996. Inutile dire che Tomb Raider, il gioco, quando uscì nel 1996 non mancò di entusiasmare milioni di smanettoni e di personaggi, per così dire ambigui, che senza pensarci su poi troppo decisero di eleggere Lara Croft nuovo sex symbol del millennio appena chiuso. A Lara Croft, a tutt’oggi, sono state dedicate qualcosa come 200 copertine in tutto il mondo dai più importanti magazine e giornali; impossibile contare quanti articoli sono stati scritti sull’eroina, alcuni del tutto senza senso, poi nella rete il nome di Lara Croft è una autentica leggenda vivente e poco importa che in realtà Lara Croft sia un personaggio virtuale, poiché per i ‘navigatori’ Lara è viva in tutti sensi - oltre i videogames e oltre il film - e guai a tentare di smentirli.

Una protagonista femminile per un videogioco è stato il colpo di genio della software house, che si è così garantita un pubblico eterno di adolescenti pronti a tutto pur di riconoscere in Lara il loro ideale di donna: non si può di certo dire che i videogames così come il film non siano un po’ maschilisti, anzi diciamo pure che l’impressione che si ha guardando la pellicola di Simon West è quella che il vecchio trucco della ‘donna oggetto’ è ancora valido, poco importa che Lara sia indipendente, determinata, eroica, emancipata, infatti tutte queste qualità sono dei semplici accessori ben più che virtuali cuciti addosso al personaggio/donna-oggetto che rendono Lara ancora più appetibile.

Il film di Simon West vuole nel cast Angelina Jolie (Lara Croft) e Jon Voight (Lord Croft, padre di Lara – una curiosità: Jon Voight è il padre naturale di Angelina, attore che nel 1978 ha ricevuto il premio oscar per il film Tornando a casa); tra gli altri attori protagonisti Ian Glen, Noah Taylor e Daniel Craig.

La trama del film è pressappoco questa: Lara deve mettere le mani sul leggendario Triangolo di Luce prima che lo faccia una banda di mercenari blandamente fascisti. Il Triangolo di Luce dà a chi lo possiede un potere eccezionale, un potere pericoloso che se cadesse in mani sbagliate porterebbe il mondo alla rovina; per evitare che qualcuno se ne impossessi con troppa facilità, l’eccezionale ‘oggetto’ è stato diviso in due da una società segreta e le due metà sono custodite una in Cambogia e l’altra in Siberia.  Un particolare allineamento dei pianeti, ormai prossimo, permetterà a chi avrà fra le mani il Triangolo di Luce di diventare il padrone del Tempo. Ovviamente la missione di Lara è quella di recuperare le due metà del triangolo ed evitare che i cattivi se ne impossessino. Naturalmente, come per ogni film d’avventura, Lara per portare a termine la sua missione dovrà faticare non poco, ma il lieto fine è assicurato per non dire scontato.

La sceneggiatura non trae ispirazione diretta da un particolare episodio del videogioco, piuttosto è una storia a sé scritta appositamente per il grande schermo: del gioco rimangono i personaggi opportunamente riveduti e corretti secondo le esigenze cinematografiche.

Angelina Jolie per tre mesi ha messo a dura prova il suo fisico, molto bello, ma poco robusto atleticamente parlando (…poi qualcuno vocifera che qualche intervento di ‘restauro’ la bella Angelina se lo sia fatto senza pensarci poi su troppo – comunque son solo voci di corridoio… ognuno giudichi da sé l’attrice di un paio di anni fa e quella che oggi vediamo sul grande schermo e tragga le sue conclusioni): si è esercitata in tutte quelle discipline in cui la Lara Croft virtuale eccelle, quindi intensi allenamenti di lotta, pugilato, uso (e abuso) di armi varie, motociclismo, ginnastica, ecc. A preparare l’attrice a diventare Lara Croft è stato Simon Crane, personaggio molto stimato e preparato per trasformare la fragilità di un attore/trice in una furia a trecentosessanta gradi; se nel 2000 per il film Ragazze interrotte Angelina ha conquistato l’Oscar, per Tomb Raider si vocifera che abbia sudato sette camice, anche se è ovvio che per questo film non riceverà nessun Oscar.

La pellicola non riserva molte sorprese, la trama è scontata: di bello rimangono le ambientazioni, gli effetti speciali e Angelina Jolie impegnata in stravaganti quanto impossibili giochi ginnici, piroette e voli a mezz’aria compresi, ma sulla pellicola, ovviamente, per Angelina Jolie (Lara Croft) ogni peripezia è possibile, anzi è d’obbligo per far divertire il pubblico. Sembrerebbe che Angelina non abbia voluto nessuna controfigura per girare le scene più pericolose: evidentemente Simon Crane ha saputo addestrare davvero bene la ‘ragazza interrotta’. Per chi vuole emozioni facili, questo è un film da non perdere.

La colonna sonora, sedici brani in tutto, è forse l’aspetto più interessante di tutto il film: tra gli artisti che hanno collaborato alle sua realizzazione vale la pena di citare almeno Moby, i Chemical Brothers e gli U2. Il brano di punta è Elevation degli U2, brano già presente nel loro ultimo album All that you can’t leave behind; Elevation è diventato, manco farlo apposta un vero e proprio inno che tutti gli amanti di Lara Croft conoscono già a memoria (un po’ meno i fan degli U2 – in effetti il pezzo è uno dei meno riusciti della mitica band). 

 

High, higher than the sun

You shot me from a gun

I need you to elevate me here,

At the corner of your lips

As the orbit of your hips

Eclipse, you elevate my soul

 

[…]

A star lit up like a cigar

Strung out like a guitar

Maybe you could educate my mind

Explain all these controls

I can’t sing but I’ve got soul

The goal is elevation

 

(dalla colonna sonora di Tomb Raider – lyrics: Bono music: U2)

 

Il film non delude: l’avventura è assicurata, resta comunque il fatto che come per tutti i film che traggono ispirazione dai videogiochi, anche la pellicola di Simon West è destinata al plauso del pubblico - e non della critica - giusto il tempo perché la moda di Lacra Croft si estingua… Tutto sommato un film divertente, sicuramente adatto ad un pubblico adolescente in cerca di facili emozioni preconfezionate, quelle in voga da un po’ di tempo a questa parte (per dirla tutta, da troppo, troppo tempo a questa parte…!).

Se nell’ultimo episodio del videogame dedicato a Lara Croft, l’eroina è data per morta, così non è per il grande schermo… Lara vive ahimé!

GIUSEPPE IANNOZZI


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