IO E IL COMPUTER

 

C’è troppo silenzio in questa casa; mi rendo conto che sono sempre molto a contatto con me stessa, con la mia identità di persona problematica, di persona disabile, che i pensieri hanno sempre la stessa direzione e rischiano di offuscarmi la mente, sono sempre io la persona in oggetto, l’oggetto dei miei pensieri e tutto ruota attorno a questa esistenza pesante e spesso insopportabile; mi rendo conto che non sono quella che dovrei essere e neanche quella che ho intenzione d’essere, però non sono quella che ero prima.

Evidentemente sono alla ricerca di una nuova identità, ma non la posso trovare fra queste mura, fra i miei pensieri pesanti e catastrofici, fra le noie delle giornate che trascorrono tutte simili; che fare  in momenti del genere? Affido la mia ansia ad un disco, l’ascolto e il pensiero si altera ancora di più, nulla può togliermi dalla mente la voglia d’essere uguale a coloro che corrono fuori da queste mura, facendomi credere che loro possano avere sempre la felicità in tasca, o per lo meno a portata di mano perché liberi di usare il proprio corpo senza interferenze alcune.

Un libro: forse è la cosa migliore per spostare l’attenzione del mio bisogno d’evasione; nei libri si possono trovare anche dei momenti di fuga, dei momenti di svago, dei momenti di divertimenti, ma non è quello che cerco, la mia quasi disperazione è nuovamente fra queste pagine e il solito silenzio mi assale e m’inquina il cervello, non so più che fare, che cercare, a cosa pensare per non sentire crescere la ribellione di questo pesante modo di vita che debbo sopportare  e che non voglio far divenire disperazione estrema.

Accendo la TV; è una sensazione di freddo la mia, lì ci sono persone che si raccontano, che parlano ad un pubblico che non può intervenire ed allora ecco, accendo il modem, accendo il mio pc, a questo punto apro la posta, poi leggo e cerco di capire perché, molto lentamente come per incanto, le cose cambiano: sono sempre sola, c’è sempre un immenso silenzio che mi avvolge, e la musica accompagna la mia ricerca di vivere serenamente, ma ora mi sembra che in questa stanza vi siano più persone, il mondo è divenuto meno lontano, anzi un pezzo di mondo è qui di fronte a me; ho davanti la lettera di F. , di A. di M….e poi leggo il loro invito a farmi viva verso le …22.00; verso le 23.00…o verso le… per chattare-

Sono i momenti di relazione che mi mancano, che spesso lasciamo che si rivelino con ansia, e pensiamo che il mondo sia fuori, sia di là da queste mura, di queste porte,  e non ci rendiamo conto che invece il mondo, oramai, è davanti a noi quando e come lo vogliamo.

Il computer è da più di un anno il mio interesse principale; in questo ci trovo un mondo fatto d’uomini che corrono, che amano, che pensano, che si scambiano consigli e pensieri. Lo credevo un mezzo meccanico molto freddo e assente, è diventato il mezzo per non isolarmi, per avere continui rapporti con l’esterno; spesso mi assento dalla TV per mettermi a cercare amici virtuali, o disputare delle partite a scacchi con chi abita in Sicilia ed ha i miei stessi interessi.

E’ il mio mondo, quel mondo che altri trovano andando a ballare, o a cena fuori; il mio mondo, una parte di lui lo posso ritrovare in questo computer: certo, non sempre è sufficiente, e qualche volta lo stare davanti per ore, può essere deleterio alla schiena e ad altre cose, ma se non voglio che i miei pensieri siano di colore scuro, va bene stare in contatto di questi tasti che mi portano ad essere sicuramente meno sola e, spesso, più realizzata.

Il disco che ho messo è finito, e la mia angoscia si è tramutata in qualcosa che può assomigliare a rassegnazione; molte persone possono vivere meglio se riescono a trovare la soluzione anche ai limiti dell’handicap: io l’ho trovato.

Posso scrivere pensieri che resterebbero solo nella mia mente e posso colloquiare con chi ne ha voglia, posso riempire spazi di vuoto in molti momenti della giornata; ben venga il computer per tutti, in particolare nel nostro caso.

Ora sono la persona che volevo essere: sono in grado d’avere le mie giornate meno vuote e più serene, gestite da momenti di collettività e da momenti di relazione e momenti di voluta solitudine. 

 

 

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