INTELLETTUALI CONTRO LA GUERRA

- Opinioni raccolte tra il 21 ed il 25 Marzo 2003 da Giuseppe Iannozzi-

Franco Ricciardiello

 

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GI — Perché la guerra?

 

FR — Le guerre non hanno mai un unico motivo scatenante. Mi viene in mente per prima una spiegazione psicopatologica: il presidente degli Stati Uniti ha bisogno di una legittimazione politica perché è stato eletto con meno voti di quelli del suo diretto avversario. Poi c'è un problema culturale, più statunitense che arabo: la mancanza di volontà di risolvere i problemi se non con lo scontro diretto. In quanto superpotenza egemone, gli USA sono ormai disabituati alla negoziazione e al confronto. Mi viene in mente perfino una spiegazione estetica: gli americani possiedono un gusto necrofilo che imbarazza noi europei, risultato dell'innesto fra il senso tutto luterano del peccato e della punizione, eredità delle origini puritane delle Tredici Colonie, e un radicalismo manicheo alimentato da Hollywood. Un cocktail mortale per il mondo. Il cittadino medio d'oltre oceano ha una vera e propria passione per la morte, la sedia elettrica, il possesso delle armi, il feticismo dei serial killer. In questo modo la guerra diventa poco più di uno spettacolo sul piccolo schermo. L'americano è convinto dell'impossibilità della redenzione e dell'inevitabilità della punizione.

 

GI — Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

FR — La conseguenza più nefasta sarà l'estensione della cosiddetta "dottrina Monroe" dal continente americano al mondo intero. Già oggi gli USA considerano il resto del mondo come un protettorato della superpotenza, si comportano come se avessero ricevuto un mandato, suppongo da Dio, per controllare l'evoluzione politica degli altri paesi. Chiaramente, espropriano funzioni che appartengono all'ONU. La conseguenza è che gli USA intervengono arbitrariamente solo dove hanno un interesse di volta in volta predominante, addirittura contro la volontà delle Nazioni Unite. Però il diritto del più forte non genera solo acquiescenza, ma anche e soprattutto ribellione, indignazione e solidarietà. Come conseguenza a breve termine, vedo la sconfitta elettorale dei Repubblicani; a medio termine penso che diventerà molto più difficile impegnarsi in un nuovo conflitto armato perché il rischio di mobilitare l'opinione pubblica fortemente contraria sarà un deterrente abbastanza efficace; a lungo termine, credo che il prestigio e l'autorità dell'ONU rimarranno ridimensionati. Questo è decisamente un male perché esiste già un precedente: dopo la prima guerra mondiale gli USA non entrarono nella Società delle nazioni, che anche per questa ragione non ebbe mai l'autorevolezza di cui aveva bisogno per fermare il fascismo in Europa. Come è noto, questo portò alla seconda guerra mondiale.

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

FR — Colpevoli sono i cittadini USA che hanno votato questo presidente incapace e sostengono questa amministrazione sanguinaria. Colpevoli sono le lobbies industriali, militari e politiche che hanno voluto fortissimamente questa guerra. Innocenti sono tutti quei cittadini iracheni che, dopo aver subito per anni un regime sanguinario sul quale l'Occidente ha chiuso un occhio, perché era nostro alleato nella guerra di aggressione contro l'Iran degli ayatollah, adesso devono affrontare questa catastrofe umanitaria, le conseguenze di una guerra che erano davvero gli ultimi a volere.

 

GI — Uno slogan per la “Pace” potrebbe essere…?

 

FR — Il mondo è già pieno di slogan per la pace, non vedo il bisogno di coniarne di nuovi. Quasi tutte le filosofie, qualsiasi morale e tutte le religioni possiedono interi sistemi di ottimi motivi per respingere la guerra. Ciò non ha impedito né a quasi tutte le società di considerare la guerra come un sottosistema della politica. Oggi siamo a uno stadio successivo: il conflitto armato non è più la continuazione della politica con altri mezzi, come scrisse Von Clausewitz ai tempi dell'imperialismo: oggi la guerra è la continuazione della cinematografia con altri mezzi. Ad ogni modo, mi sembra un controsenso richiedere uno slogan della pace a chi, come il sottoscritto, è nato e vive nella nazione che ha inventato il fascismo.

 

 

 

Wu Ming

 

http://www.wumingfoundation.com/

 

 

GI — Perché la guerra?

 

WM — Le con-cause sono diverse e difficilmente discernibili l'una dall'altra. Risulta abbastanza chiaro che e' una guerra piu' contro l'Europa che contro l'Iraq o contro il terrorismo. Un bel macroprotettorato USA dall'area turanica al Mediterraneo serve anche come perenne minaccia nei confronti *nostri*, serve a mantenere il petrodollaro (e non un eventuale "petro-euro") come equivalente degli scambi etc. Andrebbe rispolverato un termine vecchio ma che oggi assume nuova pregnanza: "imperialismo". Tra l'altro, quest'imperialismo ha una sovrastruttura ideologica (condivisa da tutto lo staff del presidente Bush), una sovrastruttura che si formo' negli anni dell'espansione a Ovest, come ha spiegato molto bene Valerio Evangelisti. Solo che al posto del latifondo da pascolo ci sono i campi petroliferi, al posto dei nativi indiani c'e' la popolazione dell'intero pianeta. Come terzo elemento, c'e' una chiarissima strategia di diversione dell'opinione pubblica americana dalla recessione (roba che al confronto la crisi del '29 era una cazzata), da scandali come Enron (se non ci fosse stato l'11 settembre ci sarebbe stato l'impeachment) etc. Poi, ultimo ma assolutamente non ultimo, c'e' il tentativo di *superare* la recessione grazie alla mole di investimenti generati dalla ripartenza della macchina bellica. E' quello che Enzo Modugno e Sbancor Parvus hanno definito "il passaggio dal liberismo al Warfare State".

 

 

GI — Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

WM — Il sempre maggiore isolamento dell'amministrazione Bush dal comune sentire del pianeta, l'esasperarsi della contrapposizione tra USA ed Europa, l'esplosione di ulteriori pustole di (legittimissimo) rancore tra le masse islamizzate, il definitivo emergere del movimento (o della "opinione pubblica come seconda potenza mondiale", per dirla con il New York Times) come soggetto in grado di esercitare pressione sui potenti. Va sempre fatto notare che questa specifica guerra non la si e' fermata, pero' la si e' ritardata di mesi e mesi, abbiamo costretto il governo B******** a starne fuori con ridicoli distinguo che gli causano ulteriore discredito, abbiamo costretto alcuni paesi a nascondere con vergogna la loro partecipazione alla "Coalition of the Willing", abbiamo spinto la "locomotiva europea" franco-tedesca a puntare i piedi, abbiamo risvegliato le coscienze dentro il Labour Party inglese e addirittura nell'opinione pubblica statunitense... Queste sono vittorie parziali, che vanno rivendicate.

 

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

WM — "Innocenza" non e' una categoria che usiamo.

 

GI — Uno slogan per la “Pace” potrebbe essere…?

 

WM — Si puo' quel che si fa.

 

 

Teresa Regna

 

http://www.teresaregna.spaziofree.net/

 

GI —  Perché la guerra?

 

TR — Da quello che ho letto in un interessantissimo articolo di Noam Chomsky (per chi non lo sapesse, è un filosofo e linguista molto famoso), per soddisfare la sete di potere di Bush, che non vede l'ora di piazzare un suo fantoccio al posto di Saddam. Pare che gli esperti di turno abbiano assicurato che questo è il momento più favorevole per una simile 'manovra'.

 

GI — Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

TR — Economiche: aumento del prezzo del petrolio, e quindi dei generi da esso derivati. Ambientali: se vengono bruciati i pozzi petroliferi, o vengono utilizzate armi biologiche, a pagarne il conto sarà tutto il pianeta terra (in parole povere, tutti noi). Politiche: si rafforzerà l'egemonia degli U.S.A. sul mondo (non solo occidentale). Che l'Italia fosse una colonia americana era già arcinoto.

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

TR — Innocenti sono tutti quelli che moriranno/sono morti, le madri che non potranno sfamare i figli, i bambini che saranno feriti e/o mutilati.

Colpevoli sono i fautori della guerra, insieme a coloro che non si sono opposti alla loro brama di potere.

 

GI —  Uno slogan per la "Pace" potrebbe essere.?

 

TR — Non c'è nulla di più assurdo di una guerra.

 

 

Vittorio Catani

 

www.intercom.publinet.it/Catani.htm

http://www.intercom.publinet.it/spcatani/index.htm

 

 

Vittorio Catani (agosto 2002)

 

GI —  Perché la guerra?

 

VC I veri motivi li conosce solo George W.  Da come la vedo io, e' una nuova Yalta.

 

GI — Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

VC — Difficile imporre la democrazia in Iraq. Sollevazione del mondo islamico, recrudescenza del terrorismo, aumento dei clandestini in arrivo, tensioni internazionali. Noi l'Oriente ce l'abbiamo a due passi, gli Usa ce l'hanno quasi agli antipodi.

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

VC Un po' colpevoli sono e siamo tutti, ma la colpa maggiore e' di chi si sta imponendo con la violenza e in dispregio di quella democrazia e di quel Dio (per chi ci crede) con i quali si riempie la bocca. In questo caos tuttavia emerge un fatto assolutamente nuovo: 110 milioni di persone che protestano, in tutto il mondo; protestano negli Usa, per la via, perfino parenti delle vittime dell'11 settembre.

Occorrerebbe che l'uomo comune, quello come me, come la maggior parte di noi, prendesse maggiore coscienza di questo reale potere che ha sempre avuto ma che ora scopre piu' vicino, grazie anche alle nuove tecnologie della comunicazione. E in fondo - e' un simpatico paradosso - anche grazie a mister George W.

 

GI — Uno slogan per la "Pace" potrebbe essere.?

 

VC — Per "questa" pace, mi viene alla mente una vignetta piu' che uno slogan. Si vede un water sul quale e' scritto NO WAR. Dal water fuoriesce la testa di George W. E presso il pulsante dell'acqua di scarico c'e' la solita scritta, ma leggermente modificata: BUSH IT.

 

 

Andrea Iovinelli

 

http://www.andreaiovinelli.cjb.net/

Questo è chiaramente il "profilo" di una controfigura, perché io sono troppo bello per mostrarmi...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GI —  Perché la guerra?

 

AI — Perché esistono uomini che non hanno valori se non quelli dettati dal proprio ego.

 

GI —  Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

AI — Avremmo un pazzo dittatore in meno. E uno stato molto instabile in più.

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

AI — Penso che la colpa sia stata, da 50 anni fa ad oggi, il non aver avuto la volontà di formare un vero organo di controllo politico internazionale, perché l'ONU così com'è adesso non ha senso e va smantellato o rifondato. Il vero colpevole comunque lo giudicherà la storia, tra 50 anni.

Di innocenti ahimé, sopra i 14 anni di età, non ce ne sono.

 

GI —  Uno slogan per la "Pace" potrebbe essere?

 

AI — La Pace è un breve intervallo di tempo tra due guerre.

 

 

Alberto Cola

 

http://www.fantascienza.net/alco/

 

Alberto Cola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GI —  Perché la guerra?

 

AC — Perdona la banalita', ma personalmente da uno che prima di diventare presidente degli Stati Uniti era chiamato "il boia del Texas", non mi sarei aspettato nulla di diverso. Mai avrei pensato di rimpiangere Bill Clinton. Quel che piu' mi sconforta e' constatare come, a dispetto della volonta' popolare (concetto del quale i nostri governanti amano riempirsi la bocca), tutti proseguono per la strada scelta senza il minimo dubbio. Il concetto di democrazia non e' mai stato cosi' vuoto.

 

GI — Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

AC — Non sono un politologo, ne' un sociologo o un esperto qualsiasi. Diciamo che in nessun posto la mondo per spegnere un incendio si dovrebbe usare la benzina. E' un semplice fatto di intelligenza.

 

GI —  Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

AC — Ho sempre creduto che il mondo non si divida in bianco e nero, ma che le cose importanti si trovino sempre in tutte quelle sfumature di grigio nel mezzo. Sezionare una realta' in queste due categorie, credo faccia perdere di vista il problema.

 

GI —  Uno slogan per la "Pace" potrebbe essere.?

 

AC — Pace, molto semplicemente. Viviamo gia' in un mondo pieno di slogan e jingles pubblicitari, che non vedo l'esigenza di crearne un altro.

 

 

Danilo Arona

 

http://utenti.lycos.it/darona/

 

 

 

GI —  Perché la guerra?

 

DA — Una guerra evitabile, che già sta presentando un intollerabile conto di vite umane (non importa di che nazionalità), non possiede oggettivi "perché". La ragione dello "strike on Iraq" (meditiamo su questo linguaggio da videogame...) la sa Bush. L'11 settembre, Dio è con noi, Saddam può sterminare il mondo con le sue armi chimiche...Questi sono i perché. I perché di un personaggio e di un'amministrazione impresentabili. E la conclusione non può che essere che una: "questa" guerra non ha perché. Il che rende il proscenio desolato e orribile.

 

GI — Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

DA — Il già citato conto di perdite umane. Un danno enorme e irreparabile a opere d'arte, reliquie della culla della civiltà. Danni incalcolabili a livello ecologico sul territorio e sulla produttività agricola dell'Iraq, già al lumicino. Terrificanti effetti a breve e a lungo termine sulla salute degli Irakeni - ancora stanno nascendo neonati decerebrati per effetto

dell'uranio impoverito usato durante la guerra del Golfo. Una perdita di credibilità dell'amministrazione Bush. Un rafforzamento clamoroso del movimento pacifista e dei no-global. E purtroppo - l'augurio è ovviamente di segno diverso - qualche attentato catastrofico dell'Islam estremista.

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

DA — Gli innocenti sono i poveri cristi che vivono in capanne di sterpi e fango nei deserti dell'Iraq e che abitualmente non hanno quasi gli occhi per piangere. I colpevoli sono i detentori del potere di vita e di morte, quelli che hanno il dito premuto sul bottone, e non si curano di quante migliaia di poveri cristi saranno sacrificati per le guerre preventive e le pulizie etniche. Saddam e Bush sono colpevoli, ovvio.

 

GI —  Uno slogan per la "Pace" potrebbe essere?

 

DA — Al diavolo la guerra. Lo dice un ateo.

 

 

Alessandro Vietti

 

www.corriere.fantascienza.com

www.delos.fantascienza.com

 

 

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GI —  Perché la guerra?

 

AV — La guerra a uno dei maggiori paesi produttori di petrolio viene ordita e condotta da un governo americano composto di petrolieri... è per lo meno curioso, questo fatto, non trovi? Del resto non è un mistero che gli USA hanno un deficit di proporzioni cosmiche e Bush & Co. non sanno più dove prendere il petrolio... Tu credi che, se la stessa identica situazione si fosse verificata in un paese centro-africano per lo più desertico e nullatenente, gli USA si sarebbero sbattuti tanto? Avrebbero mosso decine di migliaia di soldati spendendo centinaia di migliaia di dollari al giorno, per il mero diritto alla libertà di un popolo? Lo avrebbero fatto per qualche zebra? E' terribile ed è sotto gli occhi di tutti, ma tutti hanno preferito chiuderli, gli occhi. In primis l'Europa ha assistito a

questo sporco gioco senza far nulla, anzi, litigando e sprecando la migliore occasione che poteva avere per affermarsi come una vera potenza in grado di contare qualcosa nel mondo. Ma c'è ancora di peggio. Perché tra lo schierarsi con o contro gli USA, c'è una possibilità ancora più disdicevole: far parte di un paese che non ha avuto il coraggio di prendere una posizione netta. E di questo io mi vergogno profondamente.

 

GI —  Quali le conseguenze a lungo o breve termine?

 

AV — Le conseguenze sono tanto più imprevedibili, quanto più a lungo si protrarrà il conflitto. Già i turchi premono al confine nord, e se nel conflitto entrano altre realtà, davvero non si può prevedere di che portata potrà essere l'"Effetto Domino". L'auspicio migliore, arrivati a questo punto, è che le truppe anglo-americane finiscano il lavoro "sporco" il più

in fretta possibile, dopodiché c'è solo da sperare che gli USA abbiano l'accortezza di far gestire all'ONU il dopoguerra, restituendo così alle Nazioni Unite quell'autorità che le hanno pericolosamente tolto.

 

GI — Chi è colpevole? Chi è innocente?

 

AV — Credo di poter ritenere innocenti solo i bambini iracheni. Anche quelli col kalashnikov. Colpevoli sono tutti gli altri: Saddam, Bush, Berlusconi, Fassino, Chirac, Blair, io, tu che stai leggendo... il Papa con le sue belle parole vuote...

 

GI — Uno slogan per la “Pace” potrebbe essere...?

 

AV — Pensa alla prima volta che hai visto gli occhi di tuo figlio.

Vuoi che vedano l'orrore?

 

 

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