RICORDO DI VITTORIO GASSMAN

l’attore più eclettico, più colto, più preparato

di Reno Bromuro

 

       Vittorio Gassman era nato a Struppa Genova il      1 settembre 1922. Per volere della madre lasciò l’attività agonistica, giocava nella nazionale italiana di Basket, e s’iscrisse all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’amico” che non portò a termine perché subito scritturato come protagonista de  “La Nemica “ di Dario Niccodemi da Alda Borelli.

       Il successo fu subitaneo e lui si buttò nel cimento di un repertorio variatissimo sia attuale, sia classico, confermandosi in breve tempo uno dei più preparati e dotati attori del dopoguerra.

       Insieme ai grandi spettacoli shakespiriani Amleto, 1952, la cui interpretazione rimane un cimelio del teatro per bravura e per intuizione scenica; Otello, del 1956, dove si alternava con Salvo Randone in Iago e Otello; va ricordata la sua riproposta del Tieste di Seneca (1952) e la creazione, 1960 a Roma, del Teatro Popolare Italiano, nel quale interpretò: Adelchi di A. Manzoni rappresentato sotto una tenda da circo. Non per questo ha trascurato mai le novità di autori italiani, ricordiamo: Tre quarti di luna di Luigi Squarzina, 1952-53; I tromboni di Federico Zardi, 1954-55; Un marziano  a Roma di Ennio Flaiano, 1960 (il più clamoroso insuccesso del teatro italiano, dove Vittorio si presentava biondo come un “albino”, ma che il pubblico non gradì, non per la interpretazione impeccabile, forse un po’ troppo accademica dello stesso Gassamn, ma perché era ancora presto per la mentalità del pubblico, accettare un dramma anticipatore dei tempi. A quest’insuccesso seguì una lunga parentesi, dove il grande attore si divise tra cinema e televisione, dove già un anno prima della disfatta de “Un Marziano a Roma” aveva dato prova del suo eclettismo nella trasmissione “Il Mattatore”, nato senza dubbio dopo l’interpretazione di “Ken Genio e Sregolatezza” con Anna Maria Ferrero, nel 1974 ritornò al teatro, proponendo uno spettacolo composito, “O Cesare o nessuno”, avente per tema la figura stessa dell’attore.

       Nel cinema, dopo un inizio incolore con il film “Preludio d’amore” del 1946 con un'infelice esperienza hollywoodiana, rivelò straordinarie doti comiche nel 1968 interpretando il personaggio del ladro balbuziente de “I soliti ignoti” di Mario Monicelli.

       Fu questa la prima  di una fortunata e lunga serie di caratterizzazioni, da “La grande crociata” del 1959 e “II Sorpasso”, rimasto mitico nella storia del cinema,1961; ai due “Brancaleone” del  1961 e 1971, a “Profumo di donna”  del 1974, a “Il deserto dei Tartari” del 1976).

       Come regista, oltre all'ironico autoritratto di “L'alibi” del 1969, ha realizzato “Senza famiglia. nullatenenti cercano affetto” con Paolo Villaggio, nel 1972. estrosa e grottesca rappresentazione del romanzo di Malot.

       In televisione ebbe grande risonanza, come abbiamo accennato, nel 1959 la sua grande interpretazione de “Il Mattatore”.

       A noi piace in uno dei film più struggenti di Ettore Scola “Scusate il disturbo” la storia di un nonno e della sua nipotina che non si rassegna di vedere il suo amato “innamorato” in un albergo per vecchi e fugge con lui, inseguiti dalla polizia e dai genitori della bambina, i quali fanno credere che il vecchio è pazzo e potrebbe essere un grave pericolo per la bambina.

       Anche se il film non ha avuto un’adeguata distribuzione, ed è stato poco pubblicizzato, a mio avviso rimane la più bella interpretazione di questo grandissimo attore che il cinema e il teatro mondiale difficilmente riusciranno a sostituire.

       Se n’è andato nel sonno la notte tra il 28 e il 29 giugno 2000, evidentemente San Pietro sentiva la necessità di vedere un bellissimo spettacolo teatrale come noi umani non riusciamo a vedere da anni.

Reno Bromuro  

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