BASTA! E' ORA DI FARE QUALCOSA

Di Laura Niccoli


BASTA, non possiamo continuare a far finta di vivere in una favola...E´ troppo semplice starsene sul divano in pancia in su, facendo finta che tutto quello che succede al di fuori delle quattro mura domestiche è un irreale film pieno di effetti speciali. Dobbiamo smetterla di"bere" le quattro cavolate giornaliere del telegiornale, che sono solo la replica della stessa telenovela con qualche cambiamento...Matricidio,omicidio,controversie tra destra e sinistra e qualche accenno, di carattere più che superficiale sulla situazione mondiale che per i nostri telegiornali si limita all´ America. Qui non si tratta di destra o sinistra ma di manipolazione, selezione delle informazioni seguendo questo principio: "scandalo senza protesta.",ma soprattutto i telegiornali non fanno trapelare notizie "scomode" .

La guerra del Congo?!? Congo...qualcuno esordisce dicendo " Chi è un nuovo cantante?".. Ah dimenticavo la scuola italiana si sofferma a studiare solo i paesi industrializzati, aveva ragione Wolfgang Sachs quando scrisse in un suo libro ("Archeologia dello sviluppo") "Il Nord non ha più bisogno del Sud: prospera sull´esclusione del resto del mondo. Il mondo non si spacca più tra capitalismo e comunismo ma tra economie lenti e veloci". Qualcuno potrà chiedermi ma anche l´Iraq, che al 127° posto della graduatoria dell´ISU , è un paese povero, ma ha avuto la fortuna che la superpotenza dell´America provvedesse al suo futuro e quindi che tutti i telegiornali ne parlassero...Vi ricordate in quel periodo? Il 70% delle notizie riguardavano l´Iraq e il caso clamoroso delle bombe di Sadam Hussein (a proposito poi com´è finita?!?).Cosa sappiamo dai nostri telegiornali, che cosa succede in Iraq?NIENTE. Adesso è estate non si può perdere tempo con la faccenda Iraq, meglio parlare dove andrà in vacanza Britney Spears, o se Manuela Arcuri si sposerà... La disinformazione sulla guerra della Repubblica del Congo è solo la conferma che siamo solo le pedine del sistema, cosa si può fare? Scioperare, secondo me, significa riempire le tasche dello Stato. Siamo obiettivi, quelli che "sono sopra di noi" se ne strainpipano che delle persone protestino ( cambiano solo il numero dei partecipanti a secondo dello scopo che intendono perseguire). Io non sono scesa in piazza a protestare per la guerra in Iraq, ho preferito stare seduta sulla mia solita sedia, a scuola, a studiare. Condividevo i moventi della protesta, ma non il modo. Preferivo capire cosa stesse realmente succedendo, studiando, formando i mezzi che spero che un giorno mi potranno servire per cambiare, anche minimamente,il mondo in meglio. Non voglio essere etichettata per una quindicenne presuntuosa, ma voglio semplicemente fare qualcosa.

Laura Niccoli


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