DOVE VA LA POESIA?

ALL'ATTENZIONE DI LUIGI VACCARI

E DI TUTTI GLI ARTISTI CHE INTENDONO DIFENDERE LA POESIA

Di Reno Bromuro

 

 

"Amici carissimi, compagni di dolori e d'attese, forse senza speranza; dopo la prima puntata dell'inchiesta fatta da Luigi Vaccari per "Il Messaggero" di Roma dal titolo "Dove va la poesia" - Versi, tutti ne scrivono ma pochi li leggono -", vi espressi il mio pensiero, con un po' d'indignazione  perché alla scoperta di quelle "magagne" già da me, in precedenza segnalate e "denunciate" senza alcun riscontro, finalmente un quotidiano, la cosiddetta "stampa ufficiale" entrava nel vivo della questione, pur mantenendosi in equilibrio pericoloso dando un "colpo al cerchio e uno alla botte", senza approdare ad un solo fatto e "affondare il coltello fino al manico" in difesa della POESIA; anzi appioppando al poeta quell'aggettivo  infamante e immeritato: "SEDICENTE".

Abbiamo atteso ansiosamente la seconda puntata e, ancora salta fuori un'altra mia denuncia: "nel campo artistico letterario" esiste una Mafia. A ventisette anni dalla mia denuncia il signor Giuseppe Bonaviri, narratore siciliano (candidato al Premio Nobel nel 1985), svela che veramente esiste una Mafia letteraria che, per lui, ora "opera soltanto a Milano, a Torino, in parte a Roma"  e mi sono ritornate alla memoria le scene nel teatro di Floridia (Siracusa), Cosenza, Firenze, la grande sala del Cenacolo Spadaro a Napoli, persone in piedi che applaudivano e firmavano una petizione (rimasta senza risposta) contro il "Racket dell'Arte".

Dicevo: abbiamo atteso la seconda puntata dell'inchiesta ma, che delusione! Non una parola in difesa della poesia se non l'esaltazione degli incontri poetici o seminari della Spaziani. Se non fosse stato per la denuncia di Bonaviri l'inchiesta sarebbe finita come tutte le cose belle: "Parole al vento e per giunta senza consistenza".

A questa vi allego la lettera (scritta a quattro mani con Andrea Giannasi, direttore di Prospektiva) che vorrei far pervenire a tutte le testate giornalistiche e in particolare a Luigi Vaccari, con tantissime firme, in modo che qualche direttore di un quotidiano gli dia il mandato di continuare l'inchiesta scavando fino a quando non salti fuori tutto il marcio del "Racket dell'arte" e vedere finalmente il trionfo della VERA POESIA, della PURA ARTE, perciò accettiamo più firme possibili, anche di editori e di operatori culturali (che brutta parola, ma non ne conosco un'altra), pronti ad esaltarla ed inserirla nel posto che le spetta di diritto.


* * *

Ho letto con molto interesse la prima puntata della Sua inchiesta sulla "poesia senza lettori, perché sono tutti poeti" (Il Messaggero 13/07/2000). Era ora che i quotidiani si muovessero, però non si dovrebbero soffermare ad ascoltare "gli amici o gli amici degli amici"; dovrebbe sondare più a fondo, solo così verrebbe a sapere che l'A.I. A. "Poesia della Vita" e il "Centro Letterario del Lazio" diretto da Paolo Diffidenti, hanno indetto e organizzato due convegni sul tema che Lei sta trattando oggi sulle pagine de "Il Messaggero". Uno, il primo, nel 1976 e l'altro nel 1986 (dal 25 al 27 aprile) cui parteciparono oltre a poeti (per dirla alla Montale) laureati quali Elio Filippo Accrocca, Giuseppe Selvaggi e Selim Tietto, anche scrittori quali Carpaneto, Grillandi, Grisi ed altri; e trattava il tema "La mercificazione dell'inutile". Le conclusioni del Convegno sono a Sua disposizione, se proprio vuole che l'inchiesta sia chiara e completa, anche nel sito www.geocities.com/reno_bromuro/la nostra storia/.

Spero che in futuro le persone da lei intervistate la smettano di sputare sentenze senza conoscere la fonte: un palazzo senza fondamenta, crolla.

Questo è quanto le scrissi il 13 luglio scorso, in attesa della "stoccata finale" che, in verità è andata a vuoto. Leggendo la seconda ed ultima puntata della Sua inchiesta ho avuto la sensazione di vedere uno sciame d’api che da un favo si spostavano in un altro, ma chissà dove.

L'affermazione del signor Bonaviri, per il sottoscritto non è una novità, perché è dal 1973 che attraverso le Conferenze "Il Racket dell'Arte e il valore umano della Poesia", e anche con la pubblicazione della stessa, va predicando cercando artisti che si unissero a lui per combattere la Mafia. C'eravamo riusciti: buttando le fondamenta nel 1976 e consolidandole nel 1986, ma nessuno dei quotidiani s'interessò di quanto avveniva al Centro Letterario del Lazio, in Via Merulana 88 a Roma. In queste due occasioni, specialmente nella seconda, signor Vaccari, lamentammo anche la mancanza della scuola e l'assenza abituale della stampa ufficiale alle riunioni in cui si parlava di cultura, ma se si trattava di conferenze stampa sul calcio le presenze non si contavano, né si contano. Dicevo: lamentavamo anche l'assenza della scuola, sì la scuola dove i ragazzi di terza media confondono il participio passato di bandire con il sostantivo che significa tutt'altra cosa. Inoltre non conoscono un verso a memoria e se per caso si fa il nome di un poeta rispondono: chi è? E qualche maleducato più degli altri risponde col sorriso ebete: "E' roba che se mangia?"

Che Internet, oggi la faccia da padrone è una verità inconfutabile, però non c'è quella selezione cui la Poesia e la cultura oggi avrebbero bisogno. Il club degli Autori pur facendo un'opera buona (esaltando la poesia facendo pagare una piccola prebenda) non è per niente selettivo, dovrebbe selezionare meglio gli autori, ancor più di come sta facendo.
Un sito che esalta l’autorevolezza della poesia e diretto da Renato Volti è
http://digilander.iol.it/wholt/Index.htm. Renato Volti esamina, approfondisce, seziona la poesia come il filosofo la vita, e se questa gli morde lo stomaco, o gli da qualche attimo di tachicardia, la pubblica e la esalta.

L'esaltazione e la compagnia, esprimono uno scambio di opinioni che rimangono sempre troppo personali e quindi amicali, scatta attraverso le Mailing-list e specialmente da [Naufragi], della Literalia <bookcafe.net>.

Da Civitavecchia e da Siena sta partendo un esercito (una rivista che si chiama PROSPEKTIVA, ed è al n° 7 del secondo anno di vita, che si trova nelle Librerie Feltrinelli e al sito http://www.prospektiva.it ), ben organizzato, pronto a riprendere la battaglia contro la "Mafia" pubblicando opere inserite nella collana "I RIDOTTI" per dare all’autore valido il giusto merito, aiutandolo più che può, pubblicando le sue opere (senza lunghezza limitata) a duecentomila lire, pubblicizzandole attraverso la rivista e la presentazione alla stampa in librerie e Circoli culturali noti in qualsiasi regione della Penisola. Questo perché, signor Vaccari, il Direttore e editore della rivista Andrea Giannasi ha capito che, come osserva Emanuele Kant: "Il Genio non crea secondo leggi, ma con leggi" perché la poesia nasce da un bisogno interiore, nasce per esprimere un mondo interiore denso di emozioni e che urge verso la sua forma espressiva, passionale o idillica, drammatica o elegiaca, dionisiaca od apollinea, nasce sempre da una spiritualità poetica, intensa ed emotiva; nasce da un’intima fusione di elementi affettivi, logici e fantastici che divengono anima e forma di quegli elementi empirici di cui l’artista si serve per la sua creazione.

La Poesia comprende il più vasto irraggiamento possibile: il vasto regno dell’ideale e del sogno che si estende oltre il mondo della realtà, oltre la sfera dell’azione; e non può risolversi in puri concetti etici perché non ha bisogno di uscire da se stessa. Non è l’Aurora della conoscenza che precede il meriggio; la conoscenza artistica non consiste nelle percezioni di Leibniz.

"Il Poeta – afferma De Sanctis – deve essere immediato e sintetico come il popolo". L’opera d’arte è una struttura viva, perché vibrante della sensibilità dell’artista.

La poesia, amici miei carissimi, non finge le condizioni dell’Assoluto, ma le cerca trasfigurando il sensibile. Il Poeta sente condensarsi nella sua anima la comicità per cui il particolare che egli rappresenta ha caratteri universali, pur essendo dettagliatamente definito e precisato. Il Poeta apre gli occhi dentro e fuori di sé; quando il suo sguardo diviene oltremodo visivo, quando il suo udito si fa ultrasensibile tutto si anima intorno a lui. Il Poeta è progressista! Il Genio è tale quando precorre i tempi!

Come può un Poeta scrivere sapendo che esistono premi letterari, che oltre ad essere stati organizzati esclusivamente per permettere l’arresto del progresso, anche per arricchire uomini lupi vestiti da difensori dell’arte i quali per facilitare la nostra illusione di un’affermazione divulgativa, chiedono, anzi pretendono, tasse di lettura o spese di segreteria esorbitanti? E che dire degli pseudo editori, che chiedono oltre i dieci milioni di lire per pubblicare un libro di poesie che nessuno leggerà, se non i propri parenti e amici che li ricevono come regalo? Non un giornale scrive una riga, non una biblioteca ne conosce l’esistenza. Sotto quest’aspetto Luigi Vaccari non mente, ma non assicura che questi signori sono sedicenti non i poeti, verso i quali lei, autore dell’inchiesta, avrebbe dovuto essere più rispettoso, ricordando che Gian Battista Vico afferma che, la fantasia parla al Poeta quando l’animo è turbato e commosso e poiché la maggior commozione dell’anima si ha allorché questa è colpita dal dolore, evidentemente è appunto il dolore la più grande sorgente della Poesia.

Il comportamento dei saccenti editori (che vengono fuori come i funghi, basta che hanno qualche lira per iniziare e un… "burattino" che ha scritto trecento e più pagine di parole e parole), che pubblicano un libro incassando dal "burattino" autore che già si sente Alessandro Manzoni o Umberto Eco (per rimanere nella nostra epoca).

Vivendo questo stato di cose (tutti scrivono senza sapere che cosa), molto spesso il giovane autore, veramente valido sotto ogni aspetto, si sente defraudato e non scrive per non lasciare che un valido frutto dell’intelletto sia solo premiato da una magra consolazione: l’assenso di parenti ed amici.

Per questo motivo Giannasi si mette a capo di un esercito di autori validi che hanno tanto da dire, come ad esempio Franco Principato di Porto Empedocle, Vincenzo Tarkowski di Bologna, Patrizio Pinna di Genova ed altri. In questo modo si erge a difensore dell’arte, della Poesia e della Narrativa In questo modo, gli autori, con pochi soldi, solo duecentomila lire, pubblicano e divulgano i loro libri, lasciando a bocca asciutta chi produce "zavorra inquinante" che confonde la vera Poesia dalla non Poesia.

A mio avviso se questa porta si apre per il bene dell’arte, ci vorrebbe anche il soccorso di tutti gli internetisti, appassionati e non, collaborando con quest’Editore coraggioso, dicendo agli amici che postano non poesie la verità nuda e cruda e non limitarsi a dire bravo, mi è piaciuta; perché così facendo illudono il presunto "Vate", facendogli del male e di conseguenza anche a noi lettori, perché non lo leggeremmo, andando oltre, invece di leggere una poesia passiamo a una e-mail che racconta cose o non racconta per niente.

Se pensi di valere, invia i tuoi lavori, ma aspettati anche una risposta cattiva se non sono pubblicabili. E’ vero che pubblichiamo "i ridotti a duecentomila", ma per meritare la pubblicazione l’opera deve essere veramente tale, deve corrispondere ai canoni dell’Arte.

Signor Vaccari aveva cominciato bene, perché o chi ha fermato la sua inchiesta perché sciamasse nella banalità delle frasi fatte: le solite della Spaziani, e la riesumazione della mia "Il Racket dell'Arte e il valore umano della Poesia" (forse ascoltata o letta nel libro pubblicato da Vincenzo Ursini nel 1994)?

La porti avanti, difenda la Poesia che tra tutte le arti è la più pura ed essendo tale ne esce sempre con le ossa rotte.

Il cambiamento non sarà subitaneo, ma almeno i nostri figli potranno nuotare nella poesia vera e non nella "merda"; inoltre permetterebbe ai "mafiosi" dell'editoria di pubblicare solo opere valide, non per intercessione politica o clientelare, ma per pura validità letteraria, non costringendo l’autore alla partecipazione delle spese perché, se è vero ciò che afferma Giambattista Vico che "è il dolore la più grande sorgente di poesia", dobbiamo necessariamente supporre che il vate è l'essere più infelice della terra e non va preso in giro o derubato, proprio perché essendo troppo ricco interiormente è, senza dubbio, anche squattrinato.

                                                                                                               Andrea Ginnasi - Reno Bromuro

Aspettiamo le vostre adesioni, poi incolleremo le firme a questa lettera e la facciamo pervenire agli interessati. Un abbraccio Circolare, Reno.

Potrete aderire a questa petizione, scrivendo direttamente a Reno Bromuro, all'indirizzo: renobromuro@libero.it 

Oppure scrivendo alla nostra redazione, all'indirizzo: interactiveteam@tiscalinet.it 

 

Per informazioni

Scrivete a Guido Ferranova E-mail:

guidoferranova@tiscalinet.it