BOCCONI AVVELENATI UNA FORMA DI TERRORISMO...
Di Claudio Martinotti
Il titolo in oggetto potrebbe sembrare forte, per chi non è molto al corrente del fenomeno e soprattutto per chi non ha mai subito direttamente le conseguenze di questi ignobili comportamenti criminali.
Sono diverse le modalità con le quali questi spregevoli individui danno spazio alla loro aberrazione, procurando indicibili sofferenze agli animali che ne sono vittime, dagli ami da pesca ai vetri sminuzzati nelle polpette di carne ai topicida ai fitofarmaci e veleni di ogni tipologia e provenienza.
Non passa giorno che personalmente non riceva segnalazioni o legga articoli su qualche decina di casi di avvelenamento di animali domestici e selvatici in giro per l'Italia. Il fenomeno è particolarmente concentrato al centro, ma non possiamo esserne certi, in quanto non sempre i casi vengono denunciati e finiscono sui giornali.
Manca una banca dati e credo che sarebbe opportuno provvedervi, perché il fenomeno ha assunto ormai una rilevanza di tale vastità e gravità che si dovrebbe intervenire a livello politico nazionale o quantomeno regionale (senza esclusioni, perché temo che non vi sia comune in Italia che non abbia avuto qualche caso di avvelenamento recente).
E' vero che si sta provvedendo solo ora a censire le discariche abusive, che sono svariate migliaia sparse per la nostra penisola, figuriamoci dover provvedere a sviluppare una banca dati degli avvelenamenti di animali, con tutte le priorità ed i ritardi che abbiamo.
Il ragionamento apparentemente non fa una grinza, ma è confutabile per motivi di sicurezza sociale. Infatti reputo che queste forme di avvelenamento siano equiparabili a forme di terrorismo sociale, meno pericolose ma non meno gravi come effetto psicologico e degrado sociale.
Infatti che cosa differenzia questi individui spregevoli dai terroristi come vengono comunemente identificati? Che questi ultimi ricorrono all'esplosivo ed alle armi da fuoco e colpiscono le persone, i primi invece colpiscono i nostri affetti, i nostri animali domestici, che fanno parte della nostra famiglia e per molti di noi sono tutta la famiglia (pensate agli anziani rimasti soli ...), inoltre colpiscono l'ambiente naturale alla cieca, procurando morte in maniera differita e indiscriminata.
Gli effetti della loro azione sono devastanti ed insidiosi, insinuano il dubbio su chi possa essere stato, alimentano la diffidenza e l'ostilità, l'insicurezza e l'ansia. Ogni volta che si passeggia con il proprio cane si deve prestare un'attenzione ossessiva affinché non ingerisca nulla. E non scordiamoci i rischi per i bambini che giocando ed esplorando l'ambiente potrebbero venire in contatto con queste sostanze pericolose, che sono ormai poste ovunque.
Il fenomeno si è aggravato negli ultimi mesi ed a mio avviso ha assunto rilevanza nazionale, trovando spazio nella psiche vile di questi spregevoli individui, che colpiscono confidando nell'impunità e godendo della sofferenza causata, appagando il loro delirio di onnipotenza, che deriva dal potere di procurare la morte. Ovviamente non abbiamo solo a che fare con individui patologici, una certa percentuale di questo fenomeno è dovuto a motivi apparentemente razionali, quale il controllo degli animali considerati nocivi, che sono ritenuti tali solo dagli ignoranti e supponenti, che con il loro comportamento colpiscono indiscriminatamente (effetti collaterali?).
Ovviamente non si potrà risolvere questa emergenza solo ricorrendo a leggi specifiche, che comunque potranno essere utili, occorrerà soprattutto occuparsene a livello di presidio territoriale e di vigilanza mirata dando molto spazio al volontariato ambientale qualificato, sia per contenere le spese della "controffensiva" e sia perché nessuno conosce bene il territorio e lo frequenta assiduamente come coloro che si dedicano alla vigilanza ambientale volontaria.
Occorrerà anche occuparsene a livello preventivo rendendo estremamente controllato l'acquisto di prodotti che possono essere utilizzati a tale scopo, sensibilizzando l'opinione pubblica affinché presti maggiore attenzione e denunci i casi di cui viene a conoscenza, ponendo pesanti sanzioni (soprattutto economiche) ai colpevoli che venissero individuati, all'individuazione di efficaci tecniche di monitoraggio e bonifica, etc..
Una cosa dobbiamo assolutamente evitare: l'indifferenza. L'indifferenza potrebbe essere apparentemente giustificata da altre priorità e difficoltà, ma in realtà essere passivi di fronte a questi inconfutabili riscontri, significherebbe rimuovere temporaneamente un problema che poi saremmo costretti ad affrontare più avanti per l'aggravarsi dello stesso fino a divenire emergenza nazionale, e trovarsi impotenti ad affrontarlo.
Sarebbe come far finta di niente di fronte a turbe del comportamento di adolescenti che svolgono giochi sadici torturando animali, per poi scoprire che da adulti sono tra i più probabili autori di incendi boschivi (piromani) o anche di peggio (come dimostrato dalla moderna criminologia).
Questi spregevoli individui (che per una sorta di perverso contagio emulativo si stanno sempre più diffondendo) sono estremamente pericolosi ed occorre impedire loro di continuare a nuocere.
Mi auguro pertanto che a livello politico si prenda atto che il fenomeno si sta aggravando e che lo si deve affrontare con competenza e determinazione.
Claudio
Martinotti
Presidente GEVAM ONLUS
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