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L'affare della villa di Arcore
La villa di S.Martino in Arcore in una stampa dei primi del '900
Tra le domande che l'Economist fa a Berlusconi,
nel suo dossier pubblicato il 1°Agosto 2003, vi è anche quella, strana
per la maggior parte degli italiani, sulla villa di Arcore. In quale
modo, lei Mister Berlusconi è divenuto proprietario della villa di
Arcore?
Fino al quattrocento, la villa di Arcore fu un Monastero di suore benedettine, si chiamava S. Martino.
Nel
settecento, il conte Giorgio Giulini ne ricavò una fastosa residenza,
abitata poi dai marchesi Casati Stampa di Soncino.
È una storia di voltafaccia, di
catena di inganni, di indifferenza morale, di sordidezza, di avidità
abietta solo per l'affaire, il
business. Il 30 agosto del 1970, in un attico di Roma, in via Puccini 9, si consuma un omicidio- suicidio in cui restano uccise tre persone. Il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, 43 anni, abbatte con un fucile da caccia la moglie Anna Fallarino, 41 anni, e l'amante di lei, Massimo Minorenti, di 25 anni; poi si ammazza. Chi dei due coniugi è morto per ultimo? Da un respiro, dall'ultimo respiro, dipende la cospicua eredità. Se è morto per ultimo il marchese Casati Stampa, sarà ereditaria la figlia di lui nata dal primo matrimonio, la marchesina Annamaria nata nel 1951. viceversa, se è morta per ultima la Fallarino, erediteranno sua sorella e i genitori della vittima. La sorella di Anna, conosce l'avvocato Cesare Previti di Reggio Calabria, 36 anni, romano dall'infanzia. Figlio di Umberto Previti, cattedratico, prestanome della Fininvest quando aveva la sede a Roma, e gli affida l'incarico di patrocinare gli interessi dei Fallarino. Le perizie medico legali, stabiliscono che a morire per ultimo fu il marchese. Tutta l'eredità spetta alla figlia. Previti quindi perde la causa ma, ragazzo rampante e verosimilmente insofferente all' etica e alla morale cosa fa?...
...benché disponga del mandato per la tutela dei Fallarino, SI PROPONE
alla figlia, la marchesina Annamaria, che per la legge dell'epoca è
ancora minorenne, che ne accetta l'assistenza legale! Il tribunale minorile affida la tutela degli interessi della Annamaria ad un senatore liberale, vecchio amico dei Casati, Giogo Bergamasco. Tutore Bergamasco, pro-tutore Cesare Previti. Sconvolta dalla tragedia e per sfuggire alla bramosa insistenza dei giornalisti, Annamaria scappa dall'Italia per il Brasile, paese che non lascerà più dopo aver sposato Pier Donà Dalle Rose. L'ex tutore Bergamasco diviene ministro nel governo Andreotti e la marchesina, nel 1973, ormai maggiorenne, si affida al suo avvocato di fiducia, Cesare Previti al quale conferisce il mandato per vendere la villa di Arcore, "con espressa esclusione degli arredi, della pinacoteca, della biblioteca e delle circostanti proprietà terriere". La valutazione della nuda proprietà, privata delle esclusioni volute si aggira intorno ai 2 miliardi dell'epoca. Ma la marchesina è a Brasilia e si fida ciecamente del suo ex pro-tutore, l'avvocato Previti. Del resto lo ha nominato mandatario anche per la sua fragilità e insicurezza e poca pratica negli affari. Ma ci penserà il futuro ministro della Difesa a difendere gli interessi della….(o di…?).. Il compratore è presto trovato. Esultante Previti telefona a Brasilia e annunzia alla marchesina, con tripudio, il nome dell'acquirente: il magnate Berlusconi, che paga un "largo" prezzo: 500 milioni. Un affare? No, una solenne fregatura. Doppia fregatura perché a parte il fatto che il compratore offre il 25% del valore della villa, ma, udite udite, per 500 milioni, il valore di un comune appartamento nel centro di Milano, il Cavaliere si impossessa di una villa settecentesca di 3500 metri quadri e anche…della pinacoteca, con quadri del Quattro e Cinquecento, della biblioteca con 2000 volumi antichi e anche di un parco immenso. Cioè di quello che la marchesina non voleva vendere. Bravo il nostro ex ministro della Difesa. Un compendio di un Cirami, uno Schifani, un Vito, un Guzzanti, un Ferrara..ante litteram. Un raggiro; tanto più che Berlusconi, indebitato fino al collo, dilazionerà il pagamento e le tasse ha continuato a pagarle per anni, la marchesina Casati Stampa!!. Ma, naturalmente, le emozioni non finiscono qui.
Il 4 maggio 1977 è
costituita a Roma l'immobiliare IDRA, della galassia berlusconiana.
Entrano nel collegio sindacale Umberto Previti e, sino al 28 giugno
del 1978, anche il figlio Cesare. Alla immobiliare IDRA sarà intestata
la villa di Arcore.
L'atto pubblico di vendita è sottoscritto, dopo sei anni, il 2 ottobre 1980. rappresenta Annamaria, parte venditrice, il procuratore generale Bergamasco, rappresenta l'IDRA, parte acquirente, il suo amministratore unico, Giovanni Del Santo, commercialista prestanome. La villa, nel rogito, è indicata come "casa di abitazione", pagata mezzo miliardo a rate e sarà ritenuta dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, garanzia congrua per un finanziamento di ben 7 miliardi come fideiussione della immobiliare IDRA in favore dell'Italcantieri, entrambe del Cavaliere. Soldi che passano da Berlusconi a Berlusconi. Sarà una pratica costante. Anche il Monte dei Paschi, finanzierà Berlusconi, sotto garanzia della villa di altri 700 milioni. Piove sul bagnato. Previti, querelato minaccia contro querele e si arriva nel 1994 quando, intervistato da Barbara Palombelli, si difende in modo aggressivo, poi Corrado Augias, sul Venerdì di Repubblica lo invita a portare fino in fondo la sua difesa, altrimenti si è certi che si tratta del raggiro immobiliare più sinistro del dopoguerra. Ma l'Avvocato è candidato di Forza Italia e, per lui, è meglio non insistere. Sarà nominato Ministro della Difesa. Articoli correlati: Berlusconi: c'è posta per te
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