I servizi sempre più sofisticati forniti alla persona dai prodotti della moderna tecnologia certamente non favoriscono l'impegno della funzione mnemonica umana. C'è un aggeggio" che riferìsce, che calcola, che pensa anche per te! Di logica
conseguenza, il peso dei ricordi si fa sempre più lieve.
Da un inchiesta condotta dai nostri alunni tra famigliari e conoscenti di una certa età é emerso che molta gente ha dimenticato i balocchi d 'un tempo e non ricorda i "garruli trastulli" che hanno riempito i meriggi e le sere della nostra età più bella.
Tanti altri hanno proposto ricordi vaghi e confusi.
E’ nata così 1’ esigenza di promuovere un indagine conoscitiva rivolta a riscoprire i sani divertimenti di una volta nella loro originalità. In seguito, si è pensato di divulgare il lavoro per consegnare a piccoli e a grandi un vero patrimonio fatto di
cose semplici, ma da NON DIMENTICARE perché rappresenta la parte più pura della nostra tradizione.

                                                                                                             Ins. Lucia Nardella


TUPPE TU'!

Era il giuoco a cui ricorrevano gli adulti per trattenere i più piccoli intorno al focolare o al braciere I partecipanti, alternandosi, impilavano i pugni chiusi sì da formare una specie di "pila". Abitualmente il più anziano simulava di bussare ad un uscio di casa percuotendo il pugno situato più in basso con la punta delle dita adunate:
"Tuppe tu'!"
"Chia jé?"
"So' Francische!”
"E che vu'?"
"Ha' fatte la catarra?"
"No' ienne qua! Tozzela cchiù sope! "*
La mano saliva al secondo pugno e, dopo i rituali tocchetti, riprendeva il dialogo che aveva la stessa conclusione finchè non si arrivava  in  cima  alla  "torre".  Allora  l'ultima  battuta diventava ...  "Meza sci e meza no! “**
Di colpo la "pila" veniva scomposta. Seguivano pochi istanti di baccano sottolineato dall'ultimo verso della cantilena: tutti i partecipanti al giuoco, simulando una baraonda con le mani, cantavano:
"E funimela de sfascià!!!! E  funimela de sfascià!!!! "***
 

Trad.: * "Toc, toc! "/ "Chi è?"/ "Sono Francesco! " / "E che vuoi?"/ "Hai riparato la chitarra?"/"Non è qui! Bussa più sopra!"
** "Messa si e mezza no!"
*** 'E finiamo rompendola! E finiamola rompendola!"


A MANA ROSCIA

"A mana roscia" serviva molte volte per riscaldare le estremità superiori durante la stagione fredda.Uno dei partecipanti, necessariamente seduto, avviava il giuoco poggiando la palma della mano sulla propria coscia. Il secondo giocatore percuoteva fortemente il dorso della mano sottostante con la propria mano aperta e restava in quella posizione per subire il medesimo trattamento. Il giuoco finiva quando ogni partecipante aveva sferrato i due colpi spettanti.
Si riprendeva con l'ultimo che, per equità, era il primo a sottostare


LA JADDINA CIOPPA CIOPPA

Era il giuoco riservato ai più piccini. Gli indici dei partecipanti confluivano sopra al ginocchio del meno giovane che declinava:
"La jaddina cioppa cioppa quanta penne porta 'ngroppa???
Ne porta vintiquatte: iuna, dua, treja e quatte!!! " *
Frattanto l'indice di chi animava il giuoco toccava in senso antiorario il dito puntato da ogni partecipante.
Aggiungeva al giuoco un dito chi veniva toccato per ultimo. Risultava vincitore chi riusciva ad aprire l'intera mano.

Trad.: "La gallina zoppa, zoppa  quante penne porta in groppa?  Ne porta ventiquattro! Uno, due, tre, quattro!"


ALLA BRUGGIA

Si disegnava per terra col carbone o col gesso un grande rettangolo poi suddiviso in cinque caselle.Ogni "casa" veniva contrassegnata con un numero. La sorte stabiliva l'ordine dì partenza.
Il giuoco consisteva nel mandare avanti col piede (di casella in casella) una scatola Marga o Brill, in origine ripiena di lucido per le scarpe. Ancor prima la bruggia era una "chiancarella" calcarea o marmorea che facilmente si lasciava spingere avanti sulle superfici lisce. Il giocatore per tutto il giro doveva operare sospeso su di un solo piede. Ultimato il percorso, la bruggia doveva essere sospinta avanti con le mani, al n 2. Se la casella risultava centrata, il giocatore continuava su un sol piede a
saltellare e a spingere avanti l'oggetto. Quando si arrivava a conquistare il 5, si aveva diritto a scegliere uno spazio che diventava proprietà esclusiva del giocatore. Gli altri, per transitare, avevano da chiedere il «permesso». Il giocatore perdeva il diritto di proseguire se la bruggia finiva sulle linee demarcanti delle caselle mentre veniva sospinta col piede o quando, lanciata con la mano, non raggiungeva la casella giusta. E' logico che il giuoco si faceva più difficile man mano che la bruggia
doveva essere lanciata lontano rispetto alla linea di partenza. Il giuoco si complicava ulteriormente quando il rettangolo in partenza veniva diviso in 10 caselle.
La bruggia tradizionale fu surclassata dalla bruggia americana. Il 1°, il 3° ed il 5° riquadro vennero suddivisi in due caselle. Dopo aver lanciato la bruggia, le caselle dovevano essere saltate con un sol piede o a piedi disposti parallelamente,a seconda dei segni tracciati. Questo secondo gioco era meno faticoso rispetto al primo


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